Ducati, quo vadis? Così non va!
Domani è un altro giorno, è lunedì: il test-day Dorna da cui la Ducati spera di risolvere i problemi della Desmosedici, ribaltando una situazione tutt’altro che rosea. Stando a oggi, e stando ai numeri, dopo le prime tre gare, la Casa di Borgo Panigale ha in pugno poco più di una manciata di foglie secche. I distacchi in corsa di Rossi (per non parlare di Hayden e degli altri piloti non ufficiali) sono pesanti e anche il gap in classifica generale si fa consistente: Rossi, quarto, ha meno della metà dei punti di Lorenzo (31 contro 65) e Hayden è quinto con 30 punti a pari merito con Dovizioso. Se non fosse saltato il GP del Giappone per il terremoto, il quadro sarebbe ancora più negativo.
Gente come Filippo Preziosi e l’intero staff Ducati meritano rispetto e riconoscimento. Ma non si può accettare che il dt della Casa bolognese affermi che all’Estoril Rossi ha fatto un “mezzo miracolo”, portando a casa un quinto posto a 16.555 secondi dal vincitore Pedrosa, con la seconda guida Hayden indietro di quasi 55 secondi. Evidentemente in Ducati, oltre a pesanti problemi tecnici, c’è anche una questione relativa alla “lettura” della realtà e alla comunicazione con cui questa realtà viene trasmessa all’esterno.
Senza peli sulla lingua, una dichiarazione siffatta in altri tempi e in altre Case italiane (Guzzi, Gilera, MV Agusta, Benelli ecc.) avrebbe comportato una dura reprimenda se non il licenziamento in tronco. Ciò può dare fastidio, ma lo diciamo con cognizione di causa. Telaio, motore, potenza, accelerazione: cos’è che non va in questa Ducati? Valentino, pur non esprimendosi (comprensibilmente) come nei suoi momenti migliori, non pare che nel corso del week end abbia tirato i remi in barca: quanto meno ci prova, ma gratta gratta, il tempo non viene fuori. Addirittura sperare nella pioggia mette nel “ridicolo” un pilota come Rossi e una Casa come la Ducati.
Allora? Allora a Borgo Panigale sono in mezzo al guado, impantanati se tornare al passato, se limitarsi a una lenta operazione di rinnovamento, se rifare (quasi) tutto da zero. Attendere come panacea la nuova 1000 sarebbe pure autolesionismo.
Quindi, basta con le ottimistiche dichiarazioni … d’ufficio ad uso e consumo del marketing. La migliore pubblicità, come sempre, viene dalla pista. Le novità attese nei test di domani, stando a quel che sta accadendo, non inducono all’ottimismo. Si spera di essere smentiti: coi fatti però, non con le chiacchiere. I sorrisi del box Ducati, oggi all’Estoril, spingono a una domanda: o questi sono … “fuori” o hanno l’asso nella manica, la “bomba” nascosta. Ovvio che tifiamo per la seconda opzione.