Intervista ad Andrea Dovizioso: "La Desmosedici GP14 già meglio dell'anno scorso"

Il forlivese, che abbiamo incontrato alla presentazione milanese del Ducati Team, lancia la sfida per il 2014: "Siamo già più veloci, e Dall’Igna è una garanzia..."

Di Adriano Bestetti
Pubblicato il 15 mar 2014
Intervista ad Andrea Dovizioso:


Nel corso della recente presentazione milanese del Ducati Team alla stampa italiana – un paio di giorni dopo il lancio ‘ufficiale’ della squadra a Monaco di Baviera – abbiamo avuto l’opportunità di scambiare qualche battuta con Andrea Dovizioso, il pilota su cui ricadono la maggior parte delle speranze di rivalsa dei tifosi delle ‘Rosse’ per l’ormai imminente Mondiale MotoGP 2014.

Per il 27enne forlivese (che compirà 28 anni il prossimo 23 Marzo, proprio in concomitanza con il primo round della stagione in Qatar), questo sarà il secondo anno in sella alla Desmosedici, e dopo una stagione 2013 decisamente avara di soddisfazioni – con zero podi all’attivo – il 2014 rappresenta per lui l’anno della rivincita. Gli ingredienti per un netto cambio di tendenza sembrano esserci tutti, con l’arrivo di un nuovo responsabile tecnico dalle indiscusse capacità (l’Ing.Luigi Dall’Igna) e una svolta regolamentare che potrebbe favorire il rapido recupero di competitività della moto (l’adesione del team alla nuova classe ‘Open’).

Il primo appuntamento dell’anno, il GP del Qatar di Losail, dista ormai una sola settimana, e anche se dal punto di vista regolamentare ci sono ancora diversi punti da chiarire (la nuova sub-classe ‘Factory 2’ ad esempio, che secondo quanto dichiarato dal boss Dorna Carmelo Ezpeleta alla stampa spagnola si sarebbe dovuta approvare in settimana, ma della quale per ora non si sa nulla), Dovizioso rimane comunque concentrato su quella che è la realtà legata alla pista, e a quello che potrà succedere quando si inizierà a correre per i punti mondiali.

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Quali sono le prospettive del Ducati Team per il Mondiale MotoGP 2014? E’ possibile sperare in un buon risultato già in Qatar?

“Bisogna vedere come andranno le cose una volta a Losail, perché anche se siamo soddisfatti dei test invernali, in gara le cose vengono fuori per quello che sono veramente, e potrebbe essere tutta un altra storia rispetto ai test. L’anno scorso eravamo andati bene in qualifica [4° a +0.446 dalla pole di Lorenzo] ma poi, in gara, siamo quasi spariti [7° a oltre 24″]. Come dicevo, dobbiamo vedere come andranno le cose una volta scesi in pista in Qatar: sappiamo di non essere ancora abbastanza competitivi in gara per stare con i più forti, ma secondo me possiamo fare bene.”

Rispetto allo scorso anno, le tue aspettative sono più ambiziose oppure, visti i risultati del 2013, e meglio adottare un approccio più prudente?

“L’anno scorso, a dir la verità, non sapevo bene cosa aspettarmi. Speravo di fare una bella stagione, ma le cose sono andate male. I nostri avversari sono stati molto forti, ma questo ormai è il passato: quello che conta è che adesso riusciamo a vedere ‘la luce’. Gigi [Dall’Igna] è una garanzia, e dopo il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi credo di poter dire che la moto sia già meglio rispetto all’anno scorso.”

Quali sono stati i cambiamenti principali apportati da Dall’Igna alla Desmosedici?

“Niente di radicale, anche perché avevamo poco tempo a disposizione. Si è trattato di piccole modifiche che comunque hanno migliorato il comportamento generale della moto, specialmente in ingresso curva. Penso che lo si sia visto anche dai tempi. Posso dirti che all’inizio dell’anno scorso avevamo molte più difficoltà rispetto a quelle che abbiamo adesso, quindi abbiamo fatto un buon lavoro. Il merito principale, ovviamente, va a Gigi [dall’Igna]. Diciamo che quest’anno siamo partiti decisamente meglio rispetto all’anno scorso, e siamo molto più veloci.”

Cosa ne pensi di questa inedita colorazione opaca per la GP14?

“Per me è stupenda, e anche la grafica.”

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Nei test hai provato la GP14 sia in configurazione ‘Factory’ che ‘Open’ e i tempi sono stati buoni con entrambe. I vantaggi delle Open li conosciamo, credi che il ‘cambio’ sia stato vantaggioso?

“Abbiamo valutato bene le cose. La centralina della Dorna non è certamente allo stesso livello di quella Ducati: il controllo della trazione è diverso, così come quello delle impennate. Niente di drammatico, ma ci sono delle differenze. Inoltre devo ancora abituarmi alla sua gestione a bordo, che al momento mi sembra un po’ problematica. Adesso è ancora difficile dire se i vantaggi della classe Open superano gli svantaggi, dipenderà anche da che genere di sviluppo ci sarà del software Dorna, ma a noi serve poter sviluppare la moto, anche in prospettiva futura, e questo ha avuto un peso decisivo sulla decisione finale.”

Che giudizio dai riguardo alle impressionanti prestazioni della FTR-Yamaha Open di Aleix Espargarò?

“Lui è fortissimo e questa per me non è stata affatto una sorpresa, ma vederlo girare sugli stessi tempi di Honda e Yamaha Factory mi ha sorpreso. E’ un buon segno per quanto riguarda la competitività delle Open. Lui comunque ha lavorato molto di più con la gomma ‘super-soft’ rispetto a noi, e questo può spiegare in parte quel genere di tempi, ma ha fatto vedere un passo impressionante anche nelle sue simulazioni di gara. Ad ogni modo, bisognerà vedere se sarà in grado di ripetersi in gara.”

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Come credi ti troverai a lavorare con Cal Crutchlow, il tuo nuovo compagno di squadra?

“Con Cal ci conosciamo e andiamo molto d’accordo. Lui è un giocherellone ma in pista è un vero ‘Bulldog’: mi metterà pressione, ma il nostro comune obiettivo è quello di andare più veloci e questa competizione interna darà più motivazione a entrambi. Come dicevo prima [in conferenza stampa] sarà una rivalità positiva. Già nel 2012, quando eravamo insieme in Yamaha Tech3, abbiamo avuto occasione di duellare in pista ed è penso sia stato un bello spettacolo per noi e per il pubblico. Comunque mi auguro non ci sia una situazione come quella dell’anno scorso, quando io e Hayden [il pilota americano sostituito da Crutchlow] ci siamo trovati a lottare tra di noi fin troppo spesso.”

Qual è l’obiettivo minimo alla vigilia della stagione? Quale genere di risultato potrebbe segnare la differenza tra un buona stagione e una stagione negativa?

“Al momento è sicuramente difficile parlare di un obiettivo finale. Cercheremo di fare il massimo, ma il nostro unico obiettivo è quello di ridurre il gap in gara dai nostri avversari.”

Come vedi la situazione del Campionato MotoGP 2014 in generale? Quali sono i piloti che, secondo te, partono con i favori del pronostico?

“Marquez è il favorito, per il fatto di essere il Campione del Mondo e per quello che ha fatto vedere l’anno scorso, ma bisogna anche vedere come starà dopo l’infortunio. Credo comunque che si ricomincerà dalla situazione dell’anno scorso, con i tre spagnoli che si sono dimostrati più forti la scorsa stagione davanti a tutti. Marquez, Lorenzo e Pedrosa partono quindi un gradino più in alto rispetto a tutti gli altri. Valentino [Rossi] è andato bene nei test, sembra essere più veloce dell’anno scorso e pare aver ritrovato il giusto feeling con la Yamaha, ma anche lui dovrà confermarsi in gara. Oltre a lui, non penso che ci saranno altri piloti in grado di lottare per il titolo, ma con il nuovo regolamento potrebbero esserci comunque diversi risultati a sorpresa nelle singole gare.”

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Pensi che Ducati abbia delle possibilità di inserirsi nella lotta per le prime posizioni già quest’anno?

“Per quanto riguarda Ducati, in questo momento non credo che abbiamo la velocità per provare ad inserirci in questo gruppo, ma il nostro obiettivo è appunto quello di migliorare durante la stagione. Il punto centrale, ripeto, è quello di ridurre il gap che abbiamo in gara. Questo deve essere l’anno della riscossa per Ducati, l’anno in cui bisogna ritornare nelle posizioni che le competono, e dicendo questo si intende il podio. E’ chiaro che servirà un po’ di tempo per accorciare questo gap, perché noi partiamo in pratica dalla situazione dell’anno scorso, quando prendevamo 1″5 a giro. Non vogliamo più finire le gare a mezzo minuto dai primi, quello era decisamente troppo. Ci sarà sicuramente molto da lavorare, ma i test sono andati meglio del previsto sia a Sepang che a Phillip Island e io ritengo che quest’anno siamo davvero sulla strada giusta. Quest’anno dobbiamo avvicinarci ai primi, poi l’anno prossimo si potrà ripartire con un nuovo progetto.”

A fine anno scadrà il tuo contratto con il team. Quanto influiranno i risultati della prima parte della stagione sul possibile rinnovo?

“Per me è molto importante arrivare ad ottenere risultati con Ducati, e ho grande fiducia nel progetto. Per questo l’ho scelto l’anno scorso. Anche la decisione di passare alla classe ‘Open’ per me è stata quella giusta, e adesso dobbiamo solo vedere cosa succederà. Se i risultati non saranno quelli che ci aspettiamo, se saranno come quelli dell’anno scorso, allora forse bisognerà guardarsi intorno, ma questo è del tutto normale. Comunque è decisamente troppo presto per queste cose, prima dobbiamo vedere come andranno le prime gare della stagione.”

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Come vedi invece la situazione nel Mondiale Superbike? Pronostici?

“Marco [Melandri] ha una bella opportunità quest’anno: ha una gran moto e un team vincente e questo potrebbe essere davvero l’anno buono per lui. Poi, oltre a Sykes, farei molta attenzione a Eugene Laverty, che è partito fortissimo con la Suzuki sia nei test che in gara. Sembra che la Suzuki abbia davvero sistemato la moto. Ducati invece parte in una situazione molto simile alla nostra, con grosso gap da recuperare dallo scorso anno, ma anche loro sono partiti piuttosto bene e nel corso dell’anno potranno sicuramente crescere.”

Segui il ‘Road Racing’? Gare come il Tourist Trophy, la North West 200…?

“No, non proprio. Naturalmente, intendiamoci, io ho il massimo rispetto per i piloti che ci corrono, i team e tutto il resto, ma personalmente trovo quel genere di gare un po’ troppo rischioso. A dir la verità, non seguo molto queste corse.”

Hai già pensato a quello che potresti fare una volta conclusa la tua esperienza di pilota?

“No, non ancora, è troppo presto. Quest’anno sono anche in scadenza di contratto, ma se guardo al mio futuro vedo solo quello nelle vesti di pilota. Non ho mai davvero pensato seriamente a quello che farò dopo, ma per me non credo sia ancora arrivato il momento di porsi questa domanda.”

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