MotoGP: "Sic" chiude le polemiche con la sua prima pole. Qualifiche "calde", corsa "infuocata"?
Il cielo è da lupi a Montmelò, ma il lupo vero è Marco Simoncelli che con 1’42.413 fa sue queste qualifiche da batticuore e mette in saccoccia la sua prima pole in MotoGP.
Dire splendido è poco: è indubbiamente la migliore risposta del Sic alla ridda di polemiche e strumentalizzazioni seguite al fattaccio di Le Mans, la dimostrazione della crescita di un pilota lanciato verso la vetta della classe regina. Marco ha strameritato il primo posto in griglia rubando la scena a Casey Stoner, rimasto con l’amaro in bocca dopo l’ininterrotto dominio fino a pochi minuti dal finale.
A dire il vero l’australiano è stato sfortunato nell’assalto degli ultimi due giri buoni per il gran traffico in pista. Poco male, per il canguro, fortissimo sul passo e sul giro secco, secondo a un soffio (gap di 16 millesimi), pilota di straordinarie risorse che offre in pista lezioni di virtuosismo di guida da incorniciare: mangia la pista e domina la sua Honda che scodinzola che sembra la … Ducati.
Addirittura il campione della Honda mette spesso la ruota anteriore all’interno dei cordoli e anche in questo modo non paga dazio, anzi brucia millesimi su millesimi traendo vantaggi impossibili per gli altri.
Nell’inedito tris d’assi c’è anche Jorge Lorenzo, che chiude la prima fila a 315 millesimi da Marco. Il campione del mondo, guardingo per l’intero turno, solo alla fine ha tirato fuori le unghie, dimostrando di rendere onore al suo numero uno e di saper vendere cara la pelle.
Peccato per Dovizioso, quinto, sfilato nel finale dall’arrembante Ben Spies, quarto con un ritardo di 329 millesimi, seguito da Crutchlow, osso duro, nel fazzoletto della seconda fila. Quindi terza fila con due Ducati: Rossi, a 810 millesimi da Simoncelli, davanti ad Hayden (-815 millesimi) e la Suzuki di Bautista, nono, sopra il secondo.
La Ducati ha montato oggi i due motori nuovi tanto attesi da Valentino. Peggio non vanno, ma il vantaggio, almeno per ora, pare insignificante. Il campione pesarese ci mette del suo e si spreme, correndo rischi e bruciando jolly a ripetizione. La moto bolognese non ha grip al posteriore e in uscita di curva si scuote come un barcone nella tempesta.
I passettini in avanti sono reali ma da formiche e il gran lavoro nel box (continue sostituzioni di mono ammortizzatori, molle alle forcelle ecc., alla ricerca di assetti soddisfacenti), se da una parte dimostra la volontà del team di provarle tutte, dall’altra evidenzia la difficoltà in cui si sbatte oggi la Ducati.
Insomma sembrano lavori da farsi nei test invernali, e non nelle qualifiche di un gran premio. Tant’è. Speriamo che prima o poi la imbrocchino giusta.
Terrà il tempo, domani? Ma, vista la griglia, non è solo questo l’interrogativo. In pista farà comunque caldo.