MotoGP, dove vai? A Silverstone griglia con 13 piloti?

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 7 giu 2011
MotoGP, dove vai? A Silverstone griglia con 13 piloti?

La Dorna guarda lontano, forse troppo lontano, e non vede quel che avviene qui e adesso. La multinazionale che gestisce il motomondiale sembra ignorare quel che è accaduto alla MotoGP l’altro ieri in Spagna, al Montmelò (show di Stoner, ma gara da “sonno”) e quello che può accadere domenica prossima in Inghilterra, a Silverstone.

Già, perché dopo la confermata assenza di Pedrosa e forse anche di Colin Edwards, è possibile anche il forfait di Aoyama e De Puniet, infortunati a Barcellona. Così la MotoGP rischia di partire con 13 (tredici) piloti, una presa in giro per la classe regina dal posticcio castello dorato, dagli ingaggi faraonici (ma non per tutti), dal giro di umbrella girls, star e starlette che ha trasformato il paddok in un teatrino da avanspettacolo e da gossip.

Carmelo Ezpeleta saprà certamente fare tornare i suoi conti, rimpinguando le casse della Dorna, ma non pare in grado di far girare questa MotoGP, con sempre meno piloti in pista e con sempre meno spettacolo. Ora si parla di una MotoGP alla conquista di altri lidi intercontinentali: Texas, Brasile, Argentina, India. Come dire, moltiplicare il “contenitore” per moltiplicare i guadagni (diritti tv in primis), senza tener conto del “contenuto”, sempre più spolpato.

La rivoluzione tecnica e dei regolamenti del 2012 sbandierata come una bacchetta magica rischia di lasciare le cose come stanno. I team potenzialmente interessati alla nuova MotoGP 1000 non hanno certo intenzione di abboccare all’amo di un campionato tagliato in due come una mela: davanti il gruppetto sparuto dei big sotto i riflettori e dietro, a rischio doppiaggio, il gruppone dei “poveri ma belli” chiamati a reggere il … moccolo.

MotoGP 2011 - Barcellona
MotoGP 2011 - Barcellona
MotoGP 2011 - Barcellona
MotoGP 2011 - Barcellona
MotoGP 2011 - Barcellona
MotoGP 2011 - Barcellona
MotoGP 2011 - Barcellona
MotoGP 2011 - Barcellona

E lasciamo stare, per carità di patria, la patata bollente della diatriba “prototipi sì”, “prototipi no”, il nodo gordiano fra moto da gran premio e moto derivate dalla serie. In questa situazione, se non proprio da “addio alle armi” certamente da navigazione senza bussola, il silenzio della FIM è davvero assordante, una assurda latitanza che sa di colpevole complicità.

Chi non vede e non sente questa paradossale situazione o è affetto da miopia o è legato al carro del manovratore e tace per interessi di parte. A rimetterci è il motomondiale e il motociclismo tutto, i tanti appassionati/utenti/consumatori, senza i quali il “baraccone” non esisterebbe.

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