Wsbk Misano, Checa (Ducati) domina, ma Biaggi (Aprilia) tiene duro. Il mondiale resta aperto

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 12 giu 2011
Wsbk Misano, Checa (Ducati) domina,  ma Biaggi (Aprilia) tiene duro. Il mondiale resta aperto



Stando ai risultati, con la nuova “doppietta” di Carlos Checa, si potrebbe pensare a una corsa piatta. Ma non è così. L’appuntamento di Misano ha regalato forti emozioni, vuoi per lo show di un Checa al limite della perfezione su una Ducati al limite dell’imbattibilità, vuoi per le lotte nei vari settori e i ripetuti colpi di scena.

Addirittura oggi ci sono state … “tre” gare, perché gara due è stata fermata con bandiera rossa al decimo giro (causa il doppio volo di Melandri-Camier) e successiva ripartenza e altri 14 giri. Comunque la musica non è cambiata a Misano e non cambia in generale in questo campionato, sempre più in mano, meritatamente, al pilota spagnolo e alla Casa bolognese.

Max Biaggi ci ha provato, sia a vincere la corsa che ad accorciare il gap in classifica. Conseguenza: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto con due ottimi secondi posti ma distacco in classifica più accentuato. I motivi? Due: una condizione fisica del “Corsaro” non ottimale (piede malconcio) e le solite sbavature (in tutte e tre le gare), con “lunghi” che hanno tolto spazio ai sogni di vittoria del pilota romano.

Mondiale non chiuso ma la piega che sta prendendo premia Checa ai danni di Biaggi.

Il podio ritrova Haga (terzo in gara “tre” ma out in gara uno per problemi tecnici) e Melandri (terzo in gara uno ma poi caduto quand’era nuovamente arrembante terzo nella manche finale ), entrambi vincitori di duelli infuocati.

Peccato per la caduta di Fabrizio in gara uno, comunque gran combattente di gara due. Applausi per Badovini, che non sale solo per un soffio sul podio di gara due. Bene anche Lanzi, al rientro dopo otto mesi e per di più su una 4 cilindri, mai guidata nel wsbk.

Haslam tira sempre forte ma sbaglia anche molto. Peggio, Rea, non a posto fisicamente e soprattutto con una Honda in grande affanno. Ottimo il coriaceo poleman Sykes, ancora velocissimo Laverty, ma anche lui limitato dagli errori.

Ducati sugli altari. Aprilia degna concorrente. Yamaha un po’ con la lingua fuori. Bmw in cerca del “qualcosina” risolutivo. Suzuki in trincea. Honda male. Kawasaki ammirevole. E domenica si riparte.

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