Honda CXL500 Kingston Custom

Dopo l’interpretazione in chiave cafe racer dell’inossidabile Honda CX500 da parte dei tedeschi di Kingston Custom, è la volta di una versione scrambler, realizzata sempre dall’officina di Gelsenkirchen, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, portata avanti da Dirk Oehlerking. Anche in questo caso molti lavori sono artigianali.

Di Lorenzo Rinaldi
Pubblicato il 4 apr 2014
Honda CXL500 Kingston Custom


Sul modello base, in questo caso risalente al 1979, abbiamo già detto tutto quello che c’era da dire, versioni Turbo comprese; ora l’interpretazione entrofuoristradistica dei tedeschi si fa sentire anche nel nome: CXL 500. Tutto nasce dalla visita inaspettata di un cliente che un bel giorno si presenta in officina con una CX500 del ’79 chiedendo una customizzazione radicale che non fosse però in stile cafe racer, stile che al momento è quello più in voga su moto di questo tipo. Semmai vuole una moto da usare tutti i giorni e che fosse capace anche di fare qualche tratto sterrato.

A dire il vero dietro a questa moto c’è una storia. A quanto pare il suo proprietario ha una stalla con alcuni cavalli dove d’estate è solito recarsi con un’altra moto, un cafe racer. In quelle occasioni i cavalli sembrano essere molto irrequieti.

Il loro allevatore sostiene che non sia il rumore della moto a infastidirli, quanto piuttosto la posizione in sella piuttosto aggressiva. Difficile da credere ma pare che da qui nasca la proposta di realizzare qualcosa in stile enduro.

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Arriva quindi l’idea di mescolare insieme alla CX un altro modello storico della casa giapponese: la XL 500, dando vita appunto alla Kingston Honda CXL500 Scrambler. Viene dunque completamente smontata e il telaio subisce un trattamento di pallinatura prima di essere riverniciato. Il motore bicilindrico longitudinale di 496 cc, che sprigiona una cinquantina di cavalli, viene invece trattato con un rivestimento a polvere.

Artigianali sono i due parafanghi in alluminio, la sella, la scatola della batteria e i due spoiler anteriori a protezione del radiatore, anch’essi in alluminio. Lo scarico due in uno utilizza invece collettori hand made e terminale Speed Products, mentre il resto della componentistica è after market o recuperata da altri mezzi.

Le pedane ad esempio sono di una Yamaha XT600, il faro è Shinyo, mentre dietro trova posto un fanalino Cat’s Eye. Sul fronte tecnico sono di K&N i filtri aria e di Lucas le tubazioni dei freni in treccia metallica.

I tipici I cerchi ComStar, futuristici per l’epoca, hanno un design ancora attuale, per cui rimangono al loro posto nell’accoppiata 19-18 che equipaggiava la CX in versione standard (le versioni Deluxe e Custom montavano invece il cerchio da 16” posteriore), ricoperti da pneumatici tassellati Heidenau K60 nelle misure 100/90-19 e 120/90-18. Di serie rimangono anche manubrio e serbatoio.

Quest’ultimo, così come i fianchetti centrali, viene verniciato ispirandosi alle enduro di casa Honda dell’epoca, con un classico nero rosso e filettature oro. Strano ma vero, ora i cavalli sembrano molto tranquilli quando il loro proprietario si avvicina con questa CXL…

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