L'Italia non raggiunge l'obiettivo UE sugli incidenti stradali
L'Italia si piazza al 13esimo posto tra i 27 paesi dell'UE sul dimezzamento del numero dei morti sulle strade nel 2010 rispetto ai dati 2001.
Numeri orribili quelli riportati dalle statistiche sugli incidenti stradali in Italia: nel 2010 207.000 incidenti con 3.998 morti e 296.000 feriti. Cifre troppo alte per permettere all’Italia di raggiungere l’obiettivo UE del dimezzamento del numero dei morti sulle strade nel 2010 rispetto ai dati 2001. Così il nostro Paese si piazza al 13mo posto tra i 27 Paesi dell’Unione, con una riduzione di poco superiore alla media europea (43%).
I risultati sono arrivati dalle stime sull’incidentalità stradale italiana nel 2010, anticipate da ACI e Istat, sulla base dei verbali delle Forze dell’Ordine. Tuttavia è diminuito l’indice di mortalità, (rapporto tra numero morti e numero degli incidenti, moltiplicato 100): 1,9 nel 2010 rispetto al 2,0 del 2009.
Enrico Gelpi, presidente dell’ACI, ha dichiarato: “Anche se non è stato centrato l’obiettivo UE sono state comunque salvate 14.600 vite umane sulle strade italiane e risparmiati quasi 25 miliardi di euro in costi sociali. Un risultato importante, frutto dell’impegno del Governo, del Parlamento, delle Forze dell’Ordine e di tutta la filiera della sicurezza stradale, che trova nel conducente la sua componente più essenziale. Dieci anni fa l’idea di ridurre del 50% i morti sulle strade sembrava pura utopia, ma oggi i dati dimostrano quanto sia un obiettivo raggiungibile. Non bisogna ora abbassare la guardia e investire sempre di più in formazione ed infrastrutture, consapevoli che 1 euro speso in sicurezza stradale ne frutta 20 in risparmio di spesa sociale e che è possibile evitare 1 incidente mortale su 3 con investimenti finalizzati alla sicurezza”.
Continuano le parole di Enrico Giovannini, presidente dell’ISTAT: “Per la prima volta l’Istat, a distanza di pochi mesi dalla chiusura ufficiale della rilevazione sugli incidenti stradali, diffonde un’anticipazione delle stime sul numero di incidenti, morti e feriti sulle strade avvenuti nel corso del 2010. Questo è un primo concreto risultato dello sforzo in atto per fornire, anche per questo fenomeno, informazioni di qualità sempre più tempestive a supporto dei decisori pubblici e della collettività. Proprio allo scopo di migliorare le statistiche sull’incidentalità stradale l’Istat ha stipulato lo scorso marzo un Protocollo di intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Interno, il Ministero della Difesa, le Regioni e Province autonome, l’Unione delle Province e l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia: grazie a questa rafforzata collaborazione interistituzionale sarà possibile fornire un quadro conoscitivo sempre più aggiornato ed esaustivo.”
A raggiungere l’obiettivo UE solo otto Paesi europei: Lettonia ed Estonia (-61%), Lituania (-58%), Spagna (-55%), Lussemburgo (-54%), Francia (-51%), Slovenia e Svezia (-50%). Non riesce per pochissimo il Portogallo, fermatosi al -49.4%. Oltre all’Italia, hanno ottenuto una riduzione superiore alla media europea, Irlanda (-48%), Germania (-48%), Regno Unito (-46%) e Slovacchia (-44%).
L’indagine ha comunque riscontrato che, nel decennio 2001-2010 sulle strade d’Europa, si sono registrati 102mila morti in meno rispetto a quelli che ci sarebbero stati se i valori del 2001 si fossero mantenuti costanti, con un risparmio complessivo dei costi sociali di 176 miliardi di euro.
via | ACI