Jorge Lorenzo conquista l'Italia. Dovizioso salva gli italiani. Sic si salva. Rossi nel terzo gruppo
Il Mugello non delude e mette in scena la miglior corsa stagionale, capace di rimettere un po’ di pepe a una deludente e spenta MotoGP. Jorge Lorenzo, protagonista di una corsa maiuscola, ha riaperto il mondiale, dimostrando che il numero uno sulla carena della sua Yamaha non è un optional e che la quattro cilindri della Casa dei tre diapason non soffre di alcun complesso di inferiorità. Onore al maiorchino, autore di una delle sua corse-capolavoro, e onore alla Yamaha, capace di recuperare in tempi rapidi il gap accusato nella prima fase della stagione nei confronti della Honda.
La Casa dell’Ala dorata, pur mancando il trionfo atteso sul circuito toscano e interrompendo la fuga in classifica generale, resta assoluta protagonista. Indubbiamente la scelta non felice delle gomme (dicitur) ha frenato la cavalcata di Casey Stoner, costretto prima a cedere la testa della corsa e poi anche la seconda piazza, a favore di Andrea Dovizioso, cui va riconosciuto grande tenuta e determinazione.
Per Marco Simoncelli vale l’adagio del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Sic esce battuto nella bagarre per il podio, subendo anche l’assalto finale dell’arrembante Ben Spies ma (finalmente!) esce dalla “maledizione” del pericoloso cascadeur e intasca un risultato concreto con punti veri. Per il resto, poco da dire. Se non il sesto posto di Valentino Rossi. Molto? Troppo poco? Inutile commentare, perché si rischia “pro” o “contro” un linciaggio che poco o nulla a che fare con lo sport e ancor meno con la capacità di analisi basata sui fatti.
Il binomio Rossi-Ducati fa oramai la corsa del secondo o terzo gruppo e il gap di oggi, (26 secondi e mezzo dal vincitore), sulla falsariga o nell’elastico di quelli precedenti, lo pone fra i comprimari e non fra i protagonisti di questo motomondiale. Valentino è l’ombra di se stesso e la sua “nuova” moto non si capisce davvero più che cos’è. La riscossa non pare dietro l’angolo.
Hayden, con lo sprazzo e il fuoripista iniziali, conferma il valore e il limite del pilota. Tutto nella norma. Un plauso a Pedrosa, solo per il fatto di aver concluso una gara, con una spalla in quelle condizioni.