Biaggi e Melandri sugli "altari" di Brno. Motociclismo da incorniciare

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 10 lug 2011
Biaggi e Melandri sugli


Una gara come questa di Brno, non può alimentare sterili polemiche ma deve unire tutti gli appassionati del grande motociclismo in un unico grido di soddisfazione e di “evviva!”: tutti in piedi a salutare per due volte la bandiera tricolore sul pennone più alto e a onorare l’Inno di Mameli. Non è facile e vuota retorica: ma Biaggi e Melandri, su un circuito da pelo sullo stomaco, in due corse da incorniciare, meritano il plauso incondizionato perché danno un senso vero al motociclismo della pista (e con quali rischi!) cacciando in un angolino il motociclismo del tifo da curva sud e del gossip.

La bagarre, la classifica, il fotofinish, con Melandri primo e Biaggi secondo in gara uno e Biaggi primo e Melandri secondo in gara due, praticamente nel fazzoletto di due volate con Checa a fare sempre da interessatissimo terzo incomodo, non riescono a fotografare la bellezza di una corsa che ha il sapore del “tempo che fu”, nei migliori annali della Sbk o della classe regina del motomondiale. Gli errori (tre in particolare) del “corsaro” in gara uno e le sbavature (due in particolare) di Macho in gara due, invece di sminuire la portata tecnico-agonistica dei due piloti italiani, ne ingigantiscono il valore, accumulandoli in una pagina fra le più belle del motociclismo iridato.

Bravo, molto bravo Marco Melandri, davvero a proprio agio e al top nella Sbk, ma senza aggettivi Max Biaggi, che a 40 suonati, numero uno sulla carena della sua formidabile Aprilia, getta nella mischia tutto se stesso, sfodera nel corpo a corpo la baionetta dei duelli storici, senza badare né ai calcoli della classifica né tanto meno ai rischi personali.

Il campionato è più che aperto, alimentato da protagonisti come Biaggi e Melandri e da un Carlos Checa che resiste a denti stretti in cima alla vetta. Sono questi tre moschettieri a infuocare il WSBK. Un plauso particolare va a Michel Fabrizio, il cui doppio quarto posto è frutto del suo gran cuore, oltre che del suo bel “manico”. Un plauso va a questa SBK, non priva di limiti, ma che esce da Brno con le bandiere al vento.

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