La FIM pubblica il rapporto dell'ARPA sulle radiazioni a Motegi: "il rischio radiologico per l'individuo risulta trascurabile"

Nel sito FIM è presente il documento che attesta la totale sicurezza del circuito di Motegi. Confermata la gara della MotoGP

Di L. Lallai
Pubblicato il 25 lug 2011
La FIM pubblica il rapporto dell'ARPA sulle radiazioni a Motegi:


La stima di dose per un individuo della popolazione nell’intervallo temporale di svolgimento del GP (una settimana) risulta comparabile a quella settimanale, pari a circa 46 Sv, desumibile dalla dose media annua assorbita a livello mondiale da sorgenti naturali (pari a 2.4 mSv) (Unscear 2000). Sulla scorta della stima di dose effettuata si può senz’altro affermare che il rischio radiologico per un individuo della popolazione nell’intervallo temporale di svolgimento del GP risulta trascurabile.

Queste sono le conclusioni finali del report che L’ARPA ha redatto dopo il sopralluogo nel circuito di Motegi. Il documento completo è stato pubblicato dal sito della FIM e lo potrete consultare cliccando qui. In sostanza le verifiche effettuate dal team di esperti italiani sia sulle zone circostanti la pista, che sugli alimenti e acque della zona, non mettono a rischio l’incolumità di piloti e personale.

I livelli di radioattività sono stati attentamente esaminati e riportati in una tabella (sono arrivati fino alla moquette del 5° piano dell’hotel del circuito), per poi fare un confronto con i livelli radioattivi naturali. Si è concluso che il livello è leggermente più alto, ma che nel periodo di permanenza in circuito, tutti i presenti assorbiranno un numero di radiazioni pari ad una settimana di esposizione entro la dose media annua di radiazioni da sorgenti naturali.

La Federazione, rendendo pubblico questo documento, porta finalmente un resoconto chiaro sulla vicenda, e affianca dati e valori alla già annunciata possibilità di correre il 2 ottobre nel circuito giapponese, senza rischi per nessuno. Rimarrà difficile convincere i piloti che hanno già annunciato di non voler partire verso il Giappone. Basterà questo rapporto a fargli cambiare idea?

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