Stoner, da "canguro" a "cannibale". Pedrosa torna nella polvere. Dovi e Sic bel podio. Rossi sempre in cerca del ... "miracolo"

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 14 ago 2011
Stoner, da


Così, con il campionato mondiale che a Brno imbocca la seconda parte, il “canguro” si trasforma in “cannibale”. Casey Stoner non perdona, vince, domina e convince, ipotecando con la superiorità in pista oltre che con il punteggio, il suo secondo titolo iridato della MotoGP. La Honda vola, ma è l’australiano, con la sua guida show e straordinariamente redditizia, a fare la differenza: una dimostrazione di classe che si fonde con la piena maturità agonistica.

A questi livelli, le cadute non sono catalogabili (le eccezioni confermano la regola) sotto l’etichetta della “sfortuna”: Dany Pedrosa è un pilota di grande valore ma dimostra anche oggi i suoi limiti, per altro già noti, nella capacità di gestirsi nella bagarre infuocata della lotta per la vittoria. Il pilota spagnolo deve accettare il responso di una corsa che lo elimina dalla corsa al titolo e che dà a Stoner, meritatamente, i gradi di capitano della Honda. Tant’è.

Poco male per la Casa dell’Ala dorata, il cui trionfo è sancito dall’occupazione del podio con Dovizioso (secondo) e Simoncelli (terzo). Il forlivese conferma i suoi lati positivi (pilota da classifica) e il suo amico-nemico di Coriano conquista finalmente il primo podio in MotoGp. Indubbiamente, per entrambi, un risultato encomiabile e di tutto rispetto, ma che non può far dimenticare che, almeno allo stato attuale, i due italiani fanno la corsa dei … “secondi”, subendo distacchi attorno ai setti secondi. Vince uno solo, ma nelle corse il secondo resta sempre il primo dei battuti. Tocca ora a Dovi e a Sic fare il salto decisivo. Entrambi, pur così diversi, possono farcela.

Le Yamaha si difendono a denti stretti, con il pur superbo Jorge Lorenzo, costretto ad accontentarsi della quarta piazza e con Ben Spies capace di non … infastidire il sua caposquadra in difficoltà e di non farsi agganciare da Valentino Rossi.

Già, Rossi. Sesto classificato, gap di 12.632 da Stoner. Si torna, con poca fantasia, a quanto già scritto ieri sul bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. La chiudiamo così: a metà agosto, oltre metà campionato, Rossi-Ducati restano “fuori corsa”, fuori dalla lotta per la vittoria, fuori dalla lotta per il podio. Dopo di che, dietro, tutto può succedere, nella danza del gioco fortuna-sfortuna e di una MotoGP sguarnita e soporifera. Poi, si sa, chi s’accontenta gode, e può rinviare i festeggiamenti per la riscossa alla prossima gara .

Prima o poi si arriverà a fine mondiale e si tireranno le somme. Fin qui il bottino raccolto è un pugno di foglie secche. Poco più, poco meno. Ad majora.

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