Dalla Cagiva C587 alla MV Agusta F3: tutti i capolavori del Presidente Castiglioni
Le più belle moto prodotte da Claudio Castiglioni da fine anni '80 ad oggi
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Claudio Castiglioni è una delle icone del motociclismo contemporaneo. Ci ha lasciato per sempre poche ore fa, dopo una coraggiosa lotta contro la malattia, che l’ha strappato alla sua passione all’età di 64 anni. Claudio ha vissuto tutto il suo periodo da presidente (prima di Cagiva, poi Ducati e MV Agusta) fra la stima degli appassionati e lo scetticismo degli uomini di finanza.
Il Presidente non è mai stato un grande esperto nella gestione di capitali, probabilmente perchè mosso da un’estrema passione, anteponeva il sui desideri a tutto il resto, cercando di tradurre le sue volontà il più fedelmente possibile per la produzione di serie, quelle volontà che sono anche i sogni di tutti gli appassionati di moto. Senza il suo apporto al motociclismo, molte aziende ora rinomate non sarebbero tali, e molte pietre miliari dell’ingegneria motociclistica non sarebbero mai nati. Ecco i capolavori più significativi voluti da Claudio, pezzi di storia e icone di ingegneria e design italiano.
Cagiva C587-C594: Si tratta delle moto da competizione che a cavallo dei ’90 hanno cambiato per sempre la storia delle moto italiane nella 500GP. Claudio cominciò a far correre le sue Cagiva nel Motomondiale già dal 1982, ma è dal 1987, con la C587, che avvenne una vera e propria rivoluzione che portò agli splendidi risultati dei primi anni novanta, con la prima vittoria di Eddie Lawson sulla C592 fino all’ultima evoluzione C594 del 1994. Cagiva vanta un palmares di 3 vittorie, 11 podi, 6 pole position e 3 giri più veloci in gara.
Cagiva Elefant: E’ l’adventure italiana per eccellenza, sviluppata con la vittoria della Dakar in testa e portando varie innovazioni come il motore Desmodue Ducati 900 e l’iniezione elettronica. Nel 1990 Edi Orioli portò la Cagiva fra le sabbie africane e conquistò la prima storica Dakar, impresa che riuscì a ripetere nel 1994 sempre su Elefant, mentre negli anni fino al 1997 fu costantemente in lotta fino alla fine, conquistando podi su podi.
Ducati 851/888: Nasce il campionato Superbike, e la Ducati è appena passata sotto il comando del Gruppo Cagiva con Castiglioni. Nasce la Superbike 851, una moto che sposta in avanti l’asticella delle performance, con un bicilindrico raffreddato a liquido dalla cilindrata, per l’appunto, di 851cc. Debutto mondiale nel 1988 con Marco Lucchinelli, ma è con il francese Roche che conquista nel 1990 il primo mondiale piloti per la Ducati. E’ l’inizio di un’epoca proseguita poi con la versione aggiornata 888 fino all’avvento della 916.
Cagiva Mito: nel 1990 nasce la moto che ha rivoluzionato il mondo delle 125 sportive. Derivata esteticamente dalla C589 da GP (design di Massimo Tamburini), riprende molte chicche racing di qualità come l’impianto Brembo Serie Oro, il telaio doppio trave in alluminio e il motore 7 marce da riferimento, con oltre 32CV alla ruota e una velocità massima di 175 km/h. Negli anni è rimasta in testa alle classifiche di vendita ed è tuttora in listino con la versione SP525, ultimo baluardo delle 2 tempi da sparo assieme alla RS125 di Aprilia.
Ducati 916: Qualsiasi presentazione sarebbe superficiale, si tratta della prima Superbike moderna e di un’icona di stile e performance che ha fatto sognare un’intera generazione e continua ad essere un esempio moderno di ingegneria e design. Nata dalla matita di Massimo Tamburini nel 1994, si è da subito imposta come la più bella, snella e performante bicilindrica mai costruita. Da subito vincitrice in Superbike guidata da Carl Fogarty, ma fu un successo anche per le seguenti versioni 996 e 998, sia nel mercato sia nelle corse con Troy Bayliss.
Ducati Monster: La moto che diede origine al settore delle naked, la madre di tutte le stradali nude moderne. Venne presentata nel 1993 e fu subito apprezzata per il suo look minimalista e aggressivo. La Monster M900 balzò in cima alla classifica di vendita della maxi e negli anni seguenti ricevette numerose motorizzazioni e versioni dalla 400 fino alla S4RS con motore Testastretta del 998. Dal suo debutto fino al 2007 non ha mai cambiato radicalmente il suo stile e la casa bolognese ne ha prodotti più di 150 000 esemplari
MV Agusta F4: Un’altra creatura voluta dal genio di Castiglioni e disegnata da Massimo Tamburini. E’ diventata subito un’icona di stile fin dalal sua presentazione nel 1997 con la versione F4 750 Serie Oro, con lo scarico a canne d’organo e uno stile filante e sinuoso, anni luce avanti alle 4 cilindri giapponesi sue dirette concorrenti. La F4 si distinse per la presenza delle valvole radiali, soluzione adottata da Ferrari nella F1, con la quale sviluppò il concept. Le prestazioni c’erano e l’intenzione di partecipare al campionato Superbike Pure. Purtroppo l’unica vittoria iridata fu un italiano Superstock con Luca Scassa. Prodotta nella prima serie dal 1998, è stata proposta in numerose versioni tra le quali la 312RR, capace di raggiungere i 312km/h e la F4 CC dedicata a Claudio Castiglioni, dal prezzo esagerato di 100.000€.
MV Agusta Brutale: Versione naked della F4, anch’essa disegnata da Tamburini e prima Naked derivata da una sportiva stradale. Fu subito incensata da critica e utenza come la nuova naked di riferimento per prestazioni e stile. Anch’essa ha ricevuto vari aggiornamenti e cilindrate, da 750 a 1078, ed è tuttora in listino nell’ultima versione totalmente nuova, ma che richiama il design e i concetti originali della creatura di Castiglioni e Tamburini.
MV Agusta F3: il Presidente non potrà mai vedere la sua nuova creatura sul mercato. La F3 si pone come punto di riferimento per le medie supersportive di ultima generazione. Dotata di un 3 cilindri da 675cc (lo schema del 3-in-linea fu storico per MV negli anni della 500 di Agostini) ha stupito tutto al salone di Milano 2010 per compattezza, cura dei dettagli ed estetica. Entrerà presto in commercio assieme ad una versione naked Brutale 675. Sono le ultime moto volute fortemente dalla passione e dall’estro di Claudio Castiglioni.
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