New Triton by Britalmoto

Rinasce un mito inglese degli anni Sessanta, la Triton, realizzata però in terra elvetica, da Ivo e Fritz Tschumi di Britalmoto, e replicando l’operazione di mezzo secolo fa unendo però ciclistica e meccanica due moto moderne. All’interno di una nuova Norton Commando 961 Cafe Racer, viene infatti trapiantato il bicilindrico da 865 cc delle Triumph Bonneville, Thruxton e Scrambler, potenziato con un kit da 1087 cc.

Di Lorenzo Rinaldi
Pubblicato il 29 mag 2014
New Triton by Britalmoto


Norvin, Triton, Norbsa, Noriel, Tribsa. Questi nomi, molto popolari soprattutto in Inghilterra intorno agli anni Sessanta, non si riferivano alle molte aziende d’oltremanica oggi scomparse, bensì si trattava di ibridi realizzati artigianalmente che, fatta eccezione per la Tribsa, con motore Triumph e telaio BSA, avevano come comune denominatore il telaio Featherbed della Norton. Motori Triumph, BSA, Ariel e Vincent venivano quindi trapiantati all’interno di quello che all’epoca era da molti considerato il miglior telaio di produzione inglese.

La sua conformazione infatti consentiva di accogliere motori con diverse architetture, dai monocilindrici come quello dello stesso Norton Dominator o della BSA Gold Star fino ai quattro cilindri della Ariel 1000. Moltissimi sono gli esempi di questi “mixaggi”, realizzati anche in epoche più moderne.

Lo svizzero Fritz Tschumi nel 1997 aprì l’officina Britalmoto in località Siglistorf nel Canton Argovia, con lo scopo di costruire e restaurare moto classiche inglesi nel suo tempo libero. Nel 2007 suo figlio Ivo iniziò a seguire le orme paterne, dedicandosi alla costruzione di moto speciali, sempre su base british, principalmente Triumph Thruxton. Dal 2011 Britalmoto GmbH è gestita insieme da padre e figlio.

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Entrambi sono appassionati di moto cafe racer, non necessariamente made in UK: Ivo infatti guida una Ducati 916 e una Thruxton da lui stesso modificata con avantreno Ducati 996, suo padre una Triumph Trident T150 con telaio originale Rob North e una Ducati 860 “Königswelle”. Nonostante Fritz sia ormai pensionato, questo progetto “New Triton” è stato seguito quasi interamente da lui, mentre Ivo si è occupato del design e della realizzazione della sella, oltre che della verniciatura.

Questa versione moderna di una Triton si basa ovviamente su moto della produzione attuale. Capita infatti che un cliente di Britalmoto acquisti una nuova Norton Commando 961 Cafe Racer, ma non sia molto soddisfatto delle prestazioni di motore e cambio. Quindi chiede alla premiata ditta “Tschumi and Son” un bel trapianto, scegliendo il bicilindrico da 865 cc montato sulle Triumph Classics Bonneville, Thruxton e Scrambler.

Diverse modifiche al telaio Norton si rendono necessarie per accogliere il motore Triumph, ricostruendo i punti di ancoraggio del motore e dei supporti del forcellone. Su quest’ultimo si è mantenuto il fulcro originale al telaio, in modo da non modificare le quote ciclistiche e il comportamento dinamico della moto.

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Si decide subito per l’adozione di un Big Bore Kit Dyno Run da 1.087 cc, che porta le misure di alesaggio e corsa da 90×60 a 96,5×74,3 mm, ma soprattutto la potenza dichiarata da 69 CV a 106 CV e la coppia massima, sempre dichiarata, da 69 a 115 Nm. Provato al banco una volta montato, e una volta installato lo scarico QD con silenziatori in acciaio, questo motore darà un responso di 96 CV a 7.500 giri e 104 Nm a 5.600 giri.

Rifatta completamente anche la zona del retrotreno, che è stata rimpicciolita per adattare poi una nuova sella artigianale. L’idea è comunque quella di “camuffare” il trapianto, lasciando quasi immutata la linea della Norton, che potrebbe a un occhio distratto sembrare quasi quella originale.

In realtà di modifiche ce ne sono e non riguardano solo il trapianto del motore. La ciclistica è però rimasta quella Norton, compresa la forcella USD da 43 mm e l’ammortizzatore entrambi Öhlins, così come i cerchi da 17” con pneumatici 120/70 e 170/60.

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L’impianto frenante Brembo originale, con dischi da 320 mm davanti e 220 mm, monta invece al retrotreno una pinza Nissin di origine Triumph. L’avantreno invece monta un semplice faro Clubman su supporto artigianale che perde L’unghia aerodinamica montata di serie.

Le pedane sono della italianissima Free Spirits, mentre come accennato la sella è 100% handmade in Switzerland. Il lavoro in totale è durato qualcosa come 450 ore, ma il risultato è questa affascinante New Triton del nuovo millennio.

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