Motegi "inutile", fra il rocambolesco e il grottesco ...
Un gran premio, quello di Motegi, partito male con le note polemiche conseguenti al terremoto-tsunami e concluso in un mix fra il rocambolesco e il grottesco.
Cominciamo dalla fine, corsa opaca, la peggiore della stagione: tredici piloti al traguardo; Rossi out dopo pochi metri di corsa per il contatto in curva con Lorenzo (in questi casi è inutile cercare il pelo nell’uovo per capire di chi è la colpa); il ride trow imposto a Dovizioso, Simoncelli, Crutchlow; le uscite di Barbera, il più malconcio, di Hayden, solo lungo, di Bautista, di Elias.
Poi c’è l’inghippo tecnico (bloccaccio delle pinze del freno anteriore?) subito da Stoner quando guidava il carosello, con conseguente “lungo”, gran recupero e ultimo gradino del podio a 18 secondi dal vincitore Pedrosa che a sua volta ha inflitto 7 secondi e passa a Lorenzo, che lima il gap in classica iridata.
In sostanza una trasferta “inutile”. Nel senso che i colpi di scena e lo stesso risultato della corsa sono più il frutto di condizioni esterne che di fatti agonistici veri e propri.
Pedrosa e Lorenzo non aggiungono niente al loro alto valore e solo qualche guaio tecnico può fermare oggi la cavalcata trionfale di Stoner, comunque avviato alla conquista di un meritatissimo titolo. D’altronde la Honda conferma una netta superiorità (anche di gruppo, con quattro sue moto nei primi cinque posti), con la Yamaha forte ma un gradino più in basso, con la Suzuki e ancor più la Ducati nel ruolo di comprimari, se pur di lusso.
La penalizzazione di Dovi, Sic, Crutchlow è doversosa rispetto alle regole: dura lex sed lex. Ma resta il dubbio se sono regole ancor valide, dato che la “mossa” della partenza anticipata non aveva portato alcun vantaggio ai piloti. Tant’è. Ultima nota, il bel duello finale fra i due italiani, con il guizzo conclusivo del Sic a danno del Dovi. Voltiamo pagina. Aspettando il prossimo round.