Phillip Island, Stoner "propheta in patria": gara e titolo iridato! Rossi a terra

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 16 ott 2011
Phillip Island, Stoner


Peccato, grande peccato per l’assenza forzata di Jorge Lorenzo, tradito nel warm up, ma ciò non inficia il valore della giornata trionfale di Casey Stoner, inimitabile mattatore e degnissimo “propheta in patria”.

Il “canguro” chiude così nell’apoteosi il luminoso week end di Phillip Island: vittoria (la quinta consecutiva) e titolo mondiale (il secondo) in anticipo, a suggello di una stagione dominata dall’alto di una indiscutibile classe e di uno straordinario feeling con una Honda a prova di bomba.

Neppure l’immancabile scroscio d’acqua finale ferma la trionfale e spettacolare cavalcata del fuoriclasse australiano e la parata delle moto della Casa alata, ai primi quattro posti.

Sventola alta anche la bandiera tricolore grazie al secondo e terzo posto di Simoncelli e Dovizioso, protagonisti di un duello di tutto rispetto a danno di Dany Pedrosa, solo quarto. L’acquazzone invece bagna le ali all’ottimo Bautista, a gambe all’aria proprio nel finale.

La foga toglie invece ogni speranza a Rossi, a terra a metà gara dopo due bei sorpassi a danno del compagno di squadra Hayden (settimo) e del pilota della Suzuki. Il nove volte campione del Mondo merita oggi l’onore delle armi: ha dimostrato, se non altro, di non essere privo né di orgoglio né di volontà di riscossa. La ennesima caduta stagionale, però, rilancia i dubbi sullo “smalto” attuale del pilota della Ducati, i cui livelli di competitività restano a dir poco inadeguati.

La MotoGP così non brilla, anzi delude: non può accontentarsi di una sola “stella” in pista: vale oggi per Stoner, come valeva ieri per Rossi.

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