Tutti piangono Simoncelli. Il motociclismo "sotto tiro"

Motociclismo sottotiro per la morte di Marco Simoncelli

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 24 ott 2011
Tutti piangono Simoncelli. Il motociclismo


Ci imponiamo di andare oltre la fortissima commozione e il dolore immenso per la perdita di un ragazzo straordinario e di un campione di razza quale è stato Marco Simoncelli. Una caduta in gara stavolta ha avuto un tragico epilogo. La dinamica dell’incidente è chiara, specie osservando la sequenza di immagini dal “davanti”. L’analisi della telemetria dovrebbe dare ulteriori chiarimenti per capire se dopo la caduta il rientro al centro e poi alla destra della pista della moto e del pilota è stata la conseguenza di una spinta impressa dall’elettronica (in pratica dando di nuovo gas e quindi dando trazione alla ruota posteriore che a sua volta ha spinto la moto all’interno dell’asfalto) o la conseguenza del fatto che Marco ha tenuto il gas “aperto” con la moto a terra fin quando è stato investito dagli altri due.

Solo fatalità? Per alcuni sotto accusa sono le attuali tecnologie delle moto. Per altri, l’imputato è solo il motociclismo, la colpa è delle corse. L’incidente mortale di Sepang è l’ultimo di una lunghissima serie di tragedie del motociclismo. L’elenco, purtroppo, è molto lungo e dopo ogni incidente mortale sempre sono esplose feroci polemiche riproponendo gli stessi interrogativi sulla sicurezza e sui rischi delle corse.

Ieri a Sepang, lo ribadiamo, è stata una tragica fatalità a innescare la carambola che ha tolto la vita a Marco: attribuire la colpa a qualcuno è assurdo. Vada a Colin Edwards e a Valentino Rossi la nostra piena solidarietà e l’affetto di tutti gli appassionati. Negli ultimi anni, grazie anche alla Dorna che ha imposto agli organizzatori le richieste dei piloti e dei Team, è stato fatto molto per la sicurezza delle corse. Si può fare ancora di più? Si può fare meglio? Sì. Ma solo se si va alla radice dei problemi interrogandosi sull’identità del motomondiale, in primis della MotoGP: il riferimento alle potenze dei motori, alla cilindrata, all’elettronica, alle gomme è importante ma è solo un aspetto delle corse attuali, basate sostanzialmente sul business, a cui tutto viene sacrificato.

Fotosequenza caduta Simoncelli a Sepang

Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011

Non c’è una esasperazione tecnica e tecnologica oramai fuori controllo dettata da discutibili esigenze di marketing e di business? Sul piano della sicurezza si è lavorato molto sui circuiti e per le moto è prevalsa la convinzione che l’elettronica potesse aiutare i piloti nel gestire controllo di trazione, potenze e coppie dei motori.

Per decenni, oltre alle piste vere trappole per piloti, le cause degli incidenti più gravi erano dovute a grippaggio del motore, blocco del cambio o dei freni. Oggi quei problemi sono stati risolti ma altri sono spuntati, legati soprattutto alle potenze dei motori e alle evoluzioni delle gomme. L’evoluzione dei mezzi è stata formidabile, con il pilota costretto ad adeguarsi. Forse c’è un punto in cui l’esasperazione tecnologica porta, quanto meno per la sicurezza, più danni che benefici.

Ciò detto, va però ribadito che nel motociclismo da competizione il rischio non è eliminabile ed è anzi una sua componente imprescindibile, uno degli ingredienti del suo fascino. E’ sempre stato così, fin dalle prime corse degli inizi del secolo scorso. Il motociclismo è anche questo, ardimento, portatore di grande spettacolo che, purtroppo, presenta sempre il conto più salato. Eliminare completamente i pericoli delle corse è impossibile perché c’è l’imponderabile.

L’impegno per migliorare la sicurezza deve essere permanente e totale da parte di tutti. Le corse non sono una corrida, i piloti non sono gladiatori, i mezzi non sono strumenti offensivi. Ma occorre equilibrio: la ricerca della massima sicurezza possibile non può portare allo snaturamento delle competizioni motoristiche, che erano, sono e resteranno “rischiose”.

E comunque va messa al bando ogni forma di ipocrisia e di strumentalizzazione. Perché o si smette di piangere o si smette di correre.

Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011
Fotosequenza caduta Simoncelli Sepang 2011

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