Amarcord: Gilera Dakota 350 e 500
Tranquilli, la rubrica Amarcord non è diventata un monomarca Gilera. D’altronde nessuno ci potrebbe mai accusare di privilegiare questo marchio nella sua forma attuale, visto che ormai è purtroppo diventato un morto che cammina, tenuto in vita solo per evitare le ire degli appassionati della Casa di Arcore, i quali ormai possono solo ricordare quante belle moto venivano costruite negli anni passati.
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/sites/3/2014/07/01-gilera-350-dakota.jpg)
Della Gilera Dakota abbiamo fatto alcuni cenni quando abbiamo parlato della RC600 Rally. Quest’ultima infatti rappresenta l’ultima evoluzione del mitico monocilindrico Bi-4, che debuttò proprio sulla Dakota.
Come vi avevamo già accennato, il progetto di un nuovo motore monocilindrico a quattro tempi seguì al successo delle 125 della Casa di Arcore, la quale voleva rilanciare il proprio marchio anche con modelli di cilindrata superiore. Affidato dapprima a Cesare Bossaglia, al quale poi succedette in seguito alla sua morte nel 1984, l’ing. Lucio Masut, il progetto divenne realtà nel 1985, grazie anche al contributo di Bruno Grana, collaboratore di Masut, e del tecnico Gilera Alessandro Colombo.
Presentato dapprima con la cilindrata 350 (alesaggio 80 mm e corsa corta di 69,4 mm) il motore Bi-4 debuttò quindi in fretta e furia al Salone di Milano del 1985 con la 350 Dakota, che venne commercializzata solo un anno dopo, a partire dal settembre 1986. Il nome Dakota seguiva idealmente quello di Arizona e Nebraska (che verrà presentata un anno dopo) utilizzati sulle 125.
All’epoca costava 5.600.000 lire (più 375.000 lire per l’avviamento elettrico) ed era disponibile nella colorazione blu con sella rossa, oppure bianco con sella blu, entrambi con la parte inferiore del serbatoio in color antracite. La linea era quella delle enduro “dakariane” dell’epoca come la Honda XL 600 Paris-Dakar o la Yamaha Ténéré: serbatoio grande (da 22 litri, con 3,5 litri di riserva), parafanghi alti e mascherina, le carenature e i parafanghi anteriori bassi erano ancora di là da venire ma per differenziarsi la Dakota aveva parafango e mascherina più squadrati che si univano tra loro e il faro era protetto da una griglia parasassi con funzioni più che altro estetiche.
Il motore da 348,8 cc con un rapporto di compressione di 9.5:1, accoppiato a un cambio a 5 marce, vantava la distribuzione bialbero 4 valvole a cinghia dentata, il raffreddamento a liquido con miscelazione a tre vie comandate da termostato, il doppio radiatore munito di elettroventole, il contralbero di equilibratura, l’alimentazione a due carburatori da 25 mm di cui uno con pompa di ripresa, l’accensione elettronica, l’avviamento elettrico (opzionale), la frizione a comando idraulico e la canna del cilindro con riporto al Nickel-Silicio (Gilnisil). Sul 350 la potenza era di 33 CV a 7500 giri e la coppia massima di 3,3 kgm a 6.250 giri, per una velocità massima di 145 km/h.
Subito dopo venne presentata anche la 500 Dakota (con misure di alesaggio e corsa rispettivamente di 92 x 74 mm per una cilindrata effettiva di 492 cc), che di cavalli ne aveva 44 a 7.250 giri, per una velocità massima di 160 km/h, mentre la coppia saliva a 4,7 kgm a 6.000 giri.
I due modelli condividevano la stessa ciclistica: telaio monotrave aperto in tubi quadri con rinforzi in lamiera scatolata, inclinazione cannotto di sterzo 28°, forcella Marzocchi da 41 mm, con 240 mm di escursione, monoammortizzatore Marzocchi idraulico con escursione ruota di 220 mm, cerchi in alluminio a raggi Sanremo da 1.6 x 21” davanti e 2.15 x 17” dietro con pneumatici 90/90-21 e 4.60-17 (5.10 sulla 500), freno a disco anteriore Grimeca da 260 mm con pinza a doppio pistoncino e tamburo posteriore da 140 mm.
Identiche anche le dimensioni: lunghezza 2.210 mm, interasse 1.480 mm, larghezza 910 mm, altezza sella 860 mm, luce a terra 260 mm. Secondo i dati dichiarati anche il peso di 148 kg era identico su entrambi i modelli.
Nel 1987 la Dakota subì un restlyling snellente, con linee meno dakariane e un serbatoio da 13 litri. Il nuovo modello portò in dote la sigla ER, ripresa dal modello 125, per cui la denominazione completa per i due modelli fu ER 350 Dakota e ER 500 Dakota. Cambiarono anche alcuni dettagli, come la forcella da 42 mm invece di 41, con 230 mm di escursione invece di 220, la sella più alta da terra di 20 mm e il peso dichiarato inferiore di 1 kg.
L’erede della Dakota arrivò poi l’anno successivo. Si chiamava XRT ed era proposta sempre nella cilindrata 350, affiancata da una più performante 600 con motore portato a 558 cc.
Ultime notizie
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/sites/3/2025/04/wp_drafter_278872-scaled.jpg)
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/sites/3/2025/04/Steve-Mercer-Honda-CBR1000RR-R-Fireblade-SP-4-scaled.jpg)
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/sites/3/2025/04/wp_drafter_278820.jpg)
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/sites/3/2025/04/wp_drafter_278754-scaled.jpg)