Rubrica Pillole Tecniche: l'accensione

Accensione, volano, rotore interno. Chi gestisce la scintilla della candela? Qual è il cervello della nostra moto. Parliamo oggi dell'accensione, meccanismo che anima il propulsore e ne scandisce il ritmo.

Di Emanuele Macaluso
Pubblicato il 24 lug 2014
Rubrica Pillole Tecniche: l'accensione


E’ giovedì, anche questa intensa settimana di luglio sta per concludersi, e come ogni giovedì su Motoblog apriamo la giornata con la nostra Rubrica Pillole Tecniche. L’argomento che introdurremo oggi riguarda la parte elettronica collegata al funzionamento del motore: l’accensione.

Indubbiamente, questo complesso sistema consente al motore di prendere vita perché (in parole povere) sarà proprio l’accensione a determinare la scintilla nella candela e il conseguente “scoppio” della miscela di aria-carburante all’interno della camera di combustione. Un procedimento apparentemente semplice, che nasconde però un minuzioso lavoro di una serie di componenti che lavorano in simbiosi per dare il giusto ritmo al motore stesso.

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Quali sono dunque i componenti principali di questo complesso sistema? Innanzitutto troviamo centralina, bobina e candela. Poi, a seconda del tipo di moto o scooter, troveremo le accensioni a statore-volano o a rotore interno. Nel mondo degli scooter agire su questo componente è di fondamentale importanza per ottenere il massimo delle prestazioni. Numerose case di componenti after-market negli anni hanno sviluppato veri e propri gioielli che hanno consentito a dei semplici scooter da trofeo di raggiungere risultati pazzeschi in termini di prestazioni.

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Collegato al volano (che gira insieme al motore) lo statore è un elemento fisso dotato di avvolgimenti che si occupa di fornire alla centralina delle informazioni trasmesse ad un voltaggio di 12V riguardo il momento ideale per generare lo scoppio in camera di combustione attraverso la scintilla.

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Una volta ricevute queste importanti informazioni, la centralina elaborerà il più velocemente possibile il tutto per poi inviarlo alla bobina, un’ulteriore scatola elettronica dove entra la corrente a bassa tensione che verrà trasformata in corrente ad alta tensione utile per lo scoppio. Dalla bobina fuoriesce un cavo che (tramite la comune “pipetta”) porterà la corrente alla candela che genererà lo scoppio all’interno della camera di combustione.

La candela, un elemento all’apparenza molto semplice al quale viene affidato il compito di generare la scintilla, è in realtà un oggetto fondamentale, complesso e molto delicato. La struttura della candela, composta da materiali pregiati ed altamente resistenti, nasconde al suo interno diverse componenti indispensabili per il corretto funzionamento.

La candela, che viene avvitata nella testa del cilindro, si collega con la “pipetta” attraverso una particolare punta situata sulla parte superiore. La parte alta è caratterizzata da “coste” realizzate in ceramica, per dissipare meglio il calore. All’interno troviamo poi una doppia guarnizione che andrà ad isolare il resistore presente nel cuore della candela e collegato ad un elettrodo dotato di anima generalmente in rame. All’esterno troviamo poi la filettatura, che consentirà alla candela di avvitarsi all’interno della testa del cilindro, e poi l’elettrodo di massa, la parte terminale della candela e che favorirà lo sviluppo della scintilla grazie all’estrema vicinanza con l’elettrodo interno.

Come si legge una candela? Effettivamente siamo abituati a sostituire le candele affidandoci al libretto di uso e manutenzione o semplicemente chiedendo lo stesso modello della vecchia candela al negoziante di fiducia. Ma, come sicuramente ognuno di voi avrà notato, le candele hanno un nome, delle caratteristiche che cambiano in base alle varie tipologie di applicazioni e a seconda dei motori.

Prendendo come esempio uno dei marchi più comuni tra i produttori di candele per moto, analizziamo la scritta BR8HS: la lettera iniziale indicherà le dimensioni della candela e del filetto. Il numero presente tra le lettere andrà invece ad indicare la scala, ovvero la gradazione termica alla quale la candela potrà lavorare. Le ultime lettere serviranno infine ad individuare il materiale utilizzato per realizzare l’elettrodo.

In passato, il meccanico aveva il compito di regolare la carburazione della moto in base all’accensione. Da molti anni ormai, le centraline lavorano in simbiosi con accensione ed iniezione, un sistema ancora più complesso che però ha consentito alle varie case motociclistiche di ottenere grandissimi risultati in termini di efficienza e prestazioni.

Ormai basta collegare il proprio PC tramite una presa USB al cervello della moto per regolare accensione, alimentazione e tanto altro. Un compito molto pratico e semplice che però deve essere eseguito da mani esperte per evitare di apportare gravi danni alla moto, mettendo inoltre in pericolo la propria incolumità.

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