SBK Jerez, Superpole: la Ducati di Giugliano nella tenaglia delle Kawasaki di Baz e Sykes. Melandri “guardingo” punta alla gara

Sei settimane di digiuno non sono poche ma la Superpole di Jerez rispolvera subito una SBK con i fiocchi, anche se a svettare non è il mattatore delle Fp3 e delle FP4 Marco Melandri (solo quarto: 1’40.822 ) bensì Loris Baz (1’40.298), lo scudiero “ribelle” del campione del mondo Tom Sykes (terzo tempo: 1’40.561).

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 6 set 2014
SBK Jerez, Superpole: la Ducati di Giugliano nella tenaglia delle Kawasaki di Baz e Sykes. Melandri “guardingo” punta alla gara

In mezzo ai due alfieri della Kawasaki si è autorevolmente inserito il ducatista romano Davide Giugliano (1’40.533), in testa fin quasi all’abbassarsi della bandiera a scacchi.

Una prestazione, quella di Giugliano, ancor più eclatante, vuoi perché il compagno di squadra Lowes è solo nono (1’41.421), vuoi perché dopo il bicilindrico di Borgo Panigale seguono, oltre alla verdona di Sykes, una selva di “quattro cilindri”, a cominciare dalle due Aprilia di Melandri e di Guintoli (1’40.877), poi la Suzuki di Laverty (1’41.092) mattatore dell’edizione 2013, quindi, dopo l’altra rossa di Davies, la Honda di Haslam (1’41.338) che oggi strapazza il compagno Rea (ultimo della top ten: 1’41.447), a sua volta davanti all’altra Suzuki di Lowes (1’41.421).

Delude Elias, sul circuito di casa, solo undicesimo tempo (1’41.882) con un pesante gap di oltre un secondo e mezzo.

In sostanza, il cronometro fa giustizia, con i primi tre piloti apparsi i più motivati per portarsi a casa l’ambita Superpole. Ma la gara, si sa, è un’altra storia, quanto meno con la possibile … rivincita delle Aprilia, con Melandri (in odore di MotoGP) fortissimo sul passo e con Guintoli che non vuol perdere questo round importantissimo, se non decisivo per il titolo.

Il poco pubblico presente sugli spalti di una pista fra le più spettacolari e valide tecnicamente fa capire l’aria di crisi che tira. Su questa SBK targata Dorna non pesa solo la sconsiderata pausa estiva ma la sforbiciata delle due gare saltate e non recuperate, al limite della farsa, una vera e propria decapitazione del campionato che indubbiamente grava sul risultato finale del Mondiale.

Ciò senza togliere nulla al merito di Tom Sykes e della Kawasaki, ma una mazzata sulla credibilità della SBK (già provata dall’altalena dei cambi regolamentari che sfoceranno nel 2015 con il “pieno” di EVO e con il primo pesante disimpegno o addirittura forfait, quello dell’Aprilia, verso la MotoGP ), con danno per gli avversari (Aprilia e Ducati in primis) e per chi tiene in piedi la baracca, leggi sponsor e tv.

Tant’è, il carrozzone deve andare avanti e, per fortuna, lo spettacolo in pista qui a Jerez fa (quasi) dimenticare tutto il resto. Al terzultimo appuntamento di questa stagione “di passaggio” i giochi sono ancora aperti e domani lo spettacolo è assicurato. Colpaccio degli italiani?

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