La Ducati 1199 Panigale senza veli

La 1199 Panigale spogliata delle carene ci mostra la tecnica nel dettaglio

Di L. Lallai
Pubblicato il 28 dic 2011
La Ducati 1199 Panigale senza veli


Ci sono molti appassionati che hanno voglia di conoscere, sapere e confrontare la 1199 Panigale con il resto della produzione e con le moto da gara dela stessa Ducati. Vista così come l’hanno presentata, però, è difficile andare a carpire i segreti del suo piccolo telaio monoscocca, ed è per questo che vi pubblichiamo i render ufficiali della moto definitiva e ignuda, direttamente dai programmi CAD di Borgo Panigale.

Vero e proprio pornomotociclismo, la 1199 senza veli appare bella come quando ha su le carene. In Ducati hanno sempre saputo colpire anche da questo punto di vista, ma andiamo a verificare più nel dettaglio la tecnica del mezzo. La vista laterale è dominata ovviamente dal motore, che risulta essere la parte più voluminosa dell’intera moto.

Da questa prospettiva notiamo quanto è sistemato più in alto e avanti rispetto alla 1198 – è più avanti di 32mm e ruotato in senso antiorario di 6 gradi – e quanto questo tenga unita tutta la ciclistica anche dal punto di vista estetico. Il telaio però è l’elemento che più incuriosisce, e solo ora notiamo quanto quest’ultimo è simile al monoscocca già visto in MotoGP sulla GP09 di Casey Stoner e derivate, soprattutto nella parte del cannotto di sterzo.

Ducati 1199 Panigale tecnica
Ducati 1199 Panigale tecnica
Ducati 1199 Panigale tecnica
Ducati 1199 Panigale tecnica
Ducati 1199 Panigale tecnica
Ducati 1199 Panigale Mega gallery
Ducati 1199 Panigale Mega gallery
Ducati 1199 Panigale Mega gallery
Ducati 1199 Panigale Mega gallery

La versione stradale del sistema airbox-telaio che regge l’anteriore ha una forma leggermente più regolare rispetto a quello da gara, e si infulcra sulle estremità delle due teste. A Rafforzare la struttura si unisce il telaietto per sella e codino che è un piccolo capolavoro, anch’esso in alluminio che abbraccia la testa posteriore fino ad arrivare appena dietro il sedere del pilota, non c’è bisogno di integrarlo troppo al codino perchè si tratta di una moto monoposto. Le pedane del passeggero sono – assieme al fulcro del forcellone – un elemento davvero splendido alla vista, ancorate alla parte posteriore del basamento come tutte le Ducati Superbike degli ultimi anni.

lo scarico cammina basso, e notiamo il disegno dei collettori che vanno a raccordarsi nella parte destra sotto al basamento. La visuale sinistra è invece dominata dalla molla del monoammortizzatore posizionata fra l’estremità del forcellone e il gruppo termico posteriore. Scelta obblicata perchè lo carico basso obbliga il passaggio dei collettori centralmente, fra la ruota posteriore ed il motore, attraversando il forcellone molto più massiccio che in passato.

Una vista dalla distanza invece ci fa capire quanto le dimensioni di questa moto sono compatte. La musa ispiratrice è sicuramente la RSV4, da questo punto di vista, e quanto il lavoro di centralizzazione delle masse sia stato condotto con cura certosina. Sarà da verificare in pista la bontà di tutto questo popò di innovazione, che per una moto stradale ci risulta totalmente inedito, ma nelle competizioni ha già scritto un capitolo, neppure tanto bello a dir la verità. Attendiamo i primi test ufficiali sulla Stock 1000 per giudicare.

via | Asphalt&Rubber

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