Amarcord: Honda VF500F
All’inizio degli anni Ottanta Honda aveva sviluppato il suo nuovo motore V4, in grado di coniugare le doti di maneggevolezza e compattezza di un bicilindrico a V con la potenza di un 4 cilindri in linea, architettura che negli anni a seguire venne proposta in numerose cilindrate, fino ai 1000 cc delle VF1000R e VF1000F, per poi svilupparsi ulteriormente fino ai giorni nostri raggiungendo i 1.200 cc. Tra i primi modelli a montare questo tipo di motore con i quattro cilindri a V, presentate al Salone di Milano del 1981, ci furono le VF750S e VF750C, quest’ultima conosciuta negli Stati Uniti con il nome di “Magna”, una veloce custom.
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L’anno successivo, al Salone di Colonia nel 1982, Honda presentò invece la sportiva VF750F, derivata dalla nuda VF750S e conosciuta in America come V45 Interceptor, dove 45 indicava la cilindrata espressa in pollici cubi. Più o meno contemporaneamente in Giappone uscì la VF400F, proposta in quella cilindrata solo per il mercato interno, a causa della legislazione locale, che ha fatto sì che questa cilindrata negli anni andasse per la maggiore.
Derivata da quest’ultima, nel 1984 venne sviluppata, per i mercati europeo e americano, la VF500F, che negli Stati Uniti, lanciata con il claim di “less is more” venne siglata V30 (sempre esprimendo in pollici cubi la cilindrata) ed ereditò il nome Interceptor della sorella di maggior cilindrata, ma venne presto soprannominata “Miniceptor”, per via della cubatura inferiore. A dire il vero con la VF400, la 500 condivideva ben pochi pezzi.
Il motore di 498 cc, alimentato da 4 carburatori da 32 mm e raffreddato a liquido con distribuzione DOHC a 16 valvole misurava 60 mm di alesaggio per 44 mm di corsa, mentre quello della 400 misurava 55 x 42 mm, dunque non si trattava di una versione rialesata del motore di cilindrata minore. Il V4 della 500 sviluppava 70 CV a 11.500 giri e aveva una coppia massima di 4,2 kgm a 10.500 giri, dunque un carattere tipicamente sportivo, assecondato dal cambio a 6 marce. Lo stesso motore venne utilizzato anche sul modello custom VF500C “Magna”.
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La ciclistica si componeva di un telaio a tubi quadri, con forcella da 37 mm davanti e monoammortizzatore regolabile su 4 posizioni dietro. I cerchi erano d 16 pollici l’anteriore, per una maggiore maneggevolezza, e da 18” il posteriore e montavano pneumatici 100/90-16 e 110/90-18.
La frenata si avvaleva di tre dischi tutti da 255 mm, con pinze a doppio pistoncino davanti. La VF500F pesava 184 kg a secco, che diventavano 201 kg in ordine di marcia. Per l’epoca quindi, motore e ciclistica erano piuttosto all’avanguardia.
Anche le prestazioni erano di tutto rispetto: la velocità massima era di 206 km/h e l’accelerazione sui 400 metri avveniva in 12,6 sec con velocità d’uscita superiore ai 160 km/h. Le sue misure vitali erano piuttosto compatte e inferiori a quelle di una sportiva 600 odierna: lunghezza 2.070 mm, interasse 1.420, larghezza 760 mm, mentre la sella era posta a 80 cm dal suolo.
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Esteticamente si presentava con una semicarenatura che incorniciava il faro quadrato e si univa idealmente con le linee del serbatoio da 17 litri, a differenza della VF400F che aveva un semplice cupolino. Il look sportivo veniva enfatizzato dallo scarico quattro in due e dalle colorazioni.
Quella più richiesta era senza dubbio la Fighting Red/Shasta White/Candy Aleution Blue, altrimenti conosciuta come “HRC”. In alternativa, nel 1984 veniva proposta nella combinazione più sobria Candy Alamoana Red/Black/Shasta White.
Venne prodotta solamente dal 1984 al 1986 ma ottenne un discreto successo. Ecco alcune indicazioni per scoprire le piccole differenze tra un’annata e l’altra: i modelli del 1985 si riconoscono per la scritta 500 sulla sella, che manca sui modelli del 1984. Le colorazioni in questo caso sono simili ma non identiche.
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Nell’85 infatti la VF500 veniva proposta nelle colorazioni Candy Aleutian Blue/Candy Red/Shasta White, per cui la tonalità rossa era leggermente più brillante, mentre l’altra colorazione sostituiva il nero con il blu: Candy Alamoana Red/Candy Blue/Shasta White. Nel 1986 infine l’unica colorazione disponibile era Fighting Red/Shasta White/Candy Blue, anche se è davvero difficile riconoscere i tre diversi colori HRC. Quello che distingue i modelli del 1986 sono i cerchi, che sono tutti neri, mentre sui modelli precedenti erano cromati con razze nere.
Alcune colorazioni cambiano poi da paese e paese. A questo proposito, solo per il mercato europeo venne realizzata già dal 1985 la VF500FII o F2, che non era una versione evoluta o successiva ma bensì dotata di carenatura completa, oltre che di cerchi neri. Nel 1987 la VF500F cedette il passo alla sue erede, benché totalmente diversa, a partire dal motore quattro cilindri in linea: la CBR600F, una delle sportive più longeve della storia del motociclismo.
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