Intervista a Luca Fabrizio, in cerca di una sella per il 2012. "Essere fratello di Michel? Un privilegio e una responsabilità"

Intervista a Luca Fabrizio, fratello di Michel, in cerca di una sella per il 2012. Essere il fratello di Michel, privilegio ma anche responsabilità.

Di Gianni C.
Pubblicato il 11 gen 2012
Intervista a Luca Fabrizio, in cerca di una sella per il 2012.


Tra i tanti piloti di talento sfornati dalla “scuola italiana”, c’è un altro ragazzo di cognome Fabrizio, ma che di nome fa Luca. Il fratello di Michel ci ha concesso una ricca, intensa e interessantissima intervista sul suo passato, professionale e privato (splendida la gallery) e sul suo presente/futuro, purtroppo ancora incerti dal punto di vista professionale. Bando alle ciance. Buona lettura!

19 anni, ma già tante gare alle spalle. Cosa hai provato a correre per la prima volta nel motomondiale?
Bè tante gare alle spalle si ma la trasferta mondiale non ha nulla a che vedere con le altre. E’ stata e resterà per sempre una gara unica, la gara della vita, per tanti motivi; non solo il mio debutto al motomondiale ma anche la mia primissima volta a Motegi, la mia primissima volta su una 125 da granpremio, la mia primissima volta con un telemetrista a farmi da guida, la mia primissima volta in cui ho potuto vivere pienamente quella che è per me la posizione esatta di un pilota.

Li in quell’aria che solo nei paddock di MotoGP puoi respirare, lì a collaborare insieme ad un gruppo di lavoro con il quale ho trovato una grande affinità, il WTR team, ed io a svolgere quello che ogni giorno a cuore aperto chiedo, RIVOLGENDOMI AL CIELO, che possa diventare il mio sogno realizzato e la mia professione per la vita.

Luca Fabrizio - Gare - Origini
Luca Fabrizio - Gare - Origini
Luca Fabrizio - Gare - Origini
Luca Fabrizio - Gare - Origini
Luca Fabrizio - Gare - Origini
Luca Fabrizio - Gare - Origini
Luca Fabrizio - Gare - Origini
Luca Fabrizio - Gare - Origini

Dopo il disastro dello tsunami e del rischio nucleare, si avvertiva un’aria strana nella trasferta giapponese?
Che sia per “effetto radioattivo” o per la realtà dell’ambiente giapponese posso dire che si avvertiva un’aria del tutto nuova per me , nel paddock ogni persona era concentrata sul proprio lavoro senza dare troppa confidenza e senza aprirsi con gli altri. Questa è stata una delle cose che mi ha maggiormente colpito del paddock di Motegi molto molto diverso da quelli frequentati fino ad ora. Poi si sa noi piloti siamo tendenzialmente ironici e quindi un pò tutti siamo riusciti a sdrammatizzare anche su un argomento così delicato come quello delle radiazioni. In cuor mio accettare la partecipazione a Motegi è stato anche un gesto di solidarietà e rispetto per il popolo vittima del disastro.

Cosa cambia psicologicamente ad avere un fratello come Michel (Fabrizio, ndr)?
A questa domanda mi sento di rispondere valutando più aspetti; il primo è che lui è mio fratello, il fratello maggiore con il quale ho condiviso i più bei momenti della mia infanzia e per il quale provo un grande affetto. Da piccoli insieme a tutta la comitiva, quella fuori casa, si organizzavano nel cortile le gare di bicicletta con tanto di tempi, io avevo 6 anni e ci divertivamo quasi tutti i giorni cosi. Poi ricordo con gioia quando gli scaldavo la moto, nei suoi 2 anni di 125, e poi… da più grandi, le grandi sfide con la playstation…. Il secondo aspetto è un pò più complicato da gestire, e anche da raccontare: sono in questo ambiente da sempre e più passa il tempo, e di conseguenza si creano le condizioni di dover andare avanti nella crescita sportiva, e più incontro difficoltà. Essere il fratello di Michel non vuol dire avere tutto a porta di mano, facilmente tutti pensano che io sia apposto con contatti, economicamente, diciamola tutta che sono un raccomandato, e questo mi crea molti problemi, la realtà e che io mi sto costruendo da solo, finora con l’aiuto di sponsor familiari (che non è mio fratello) e il supporto di mio padre. E dicendo questa cosa ci tengo a precisare che è giusto che sia cosi, la crescita sportiva di un pilota come in ogni sport deve essere graduale e fatta di propri sacrifici. Purtroppo appena sentono che di cognome faccio Fabrizio diventando come api sul miele ma in realtà quando si tratta di concretizzare ecco qui che ci troviamo di nuovo noi pochi stretti ad andare con le nostre forze.

Devo dire però che alcune persone serie le ho incontrare che mi hanno anche loro aiutato a farmi emergere, senza pretese come Gabriele Scalzi con il trofeo pregp 125 di cui sono campione 2010 e quest’anno il team WTR e poi Francesco Monaco il presidente del mio motoclub. Per concludere inoltre sarei curioso di sapere cosa ha spinto alcune persone (3 o 4 solo quest’anno) ad allontanarsi totalmente quando c’era da collaborare con un Fabrizio, come se sul nostro nome aloneggiasse chissà quale leggenda metropolitana….. Posso quindi dire che psicologicamente si è messi alla prova, ma non certamente da mio fratello…..

Un pregio ed un difetto di Luca Fabrizio in pista.
Il mio punto forte sono le partenze mentre il difetto che devo assolutamente togliermi, e girarmi dietro per controllare la situazione.

Un pregio ed un difetto di Luca Fabrizio nella vita di tutti i giorni.
Maturo giorno dopo giorno sono molto responsabile, convivo da un anno mi occupo delle pulizie di casa e sono davvero bravo nel farlo il mio forte sono i piatti da lavare (sorride…) il difetto non so trovarlo da solo ma se vale, sempre in ambito casalingo sono i panni da stirare ah ah ah ah

Cosa pensa Mimmo (tuo padre) di tutto questo? Vive le corse con apprensione?
Come tutti i papà tira un sospiro ogni volta che passo davanti al muretto, io personalmente lo ringrazio per avermi dato la possibilità anche a me di entrare in questo mondo in più sin dall’inizio a creduto in me ha dato e darà ancora tanto, lui è il mio maestro mio padre il mio meccanico e lui mi ha sempre insegnato a provarci sempre, nelle minimoto nei 2 anni che ci ho corso era più contento quando andavo per terra lui voleva questo e il suo motto e sempre stato “ULTIMO MA CON PALLE”, la gara di Motegi è dedicata solo a lui

Motociclista oppure? Quale altro lavoro hai sempre sognato fare?
Bè la moto per me è vita e spero tanto di riuscire a farmene un lavoro , sinceramente non ho mai sognato di fare altro ma nel frattempo ho alle spalle lavori come benzinaio fabbro e 2 anni meccanico di moto e ora dò una mano a mio padre con la nostra scuola di minimoto e dal prossimo anno nell’italiano pregp avremo un pilotino da tenere d’occhio.

I programmi per il 2012?
Programmi 2012 per il momento sono a piedi per via dei soldi ma se riesco a trovare il budget necessario spero vivamente di far parte del team WTR che sono delle grandi persone che ringrazierò per sempre.

Tra i tanti risultati ottenuti ad oggi da Fabrizio, c’è il titolo italiano 2009 Moriwaki, ed il tricolore pregp 125 nel 2010. Luca ha inoltre ottenuto già dalle prime batture, importanti risultati nei trofei Honda 600 e con la 4 tempi 250 (podio dietro Miroslav Popov) in gara contro le GP 125. Incrociamo le dita e diffondiamo questo articolo (facebook, twitter e social network vari). Il posto per un pilota veloce, grintoso e simpatico (non fa mai male) non dovrebbe mai mancare nelle competizioni che contano.

Grazie a Luca e Sara per la disponibilità e la cortesia dimostrata.

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