Crisi Motomondiale, la "via" di Ezpeleta: rivoluzione o involuzione?
Carmelo Ezpeleta, CEO Dorna, ha parlato da Madonna di Campiglio del futuro della MotoGP/CRT
Adesso, a ridosso della stagione 2012, Carmelo Ezpeleta prova a raddrizzare il barcone del motomondiale in evidente difficoltà. A Madonna di Campiglio il CEO della Dorna trova nella crisi economica internazionale le cause di una situazione giunta al limite di rottura. Ezpeleta scopre con grave ritardo i morsi della recessione e non accenna minimamente ai limiti e agli errori di una gestione del motomondiale incentrata esclusivamente sullo show e sul business, su un unico pilota-star simbolo delle corse volano di entrate ma anche di costi, gestione che oggi rischia di far crollare un impianto dalle basi non solide.
Vero, la crisi impone la svolta: ma qui non c’è solo un problema di attualità legato alla mancanza di soldi. Perchè lo snaturamento del motomondiale e la perdita di identità della classe regina può provocare altri danni, fino al ko finale. La verità è che la Dorna è in mezzo al guado e non sa più che pesci pigliare, mette solo delle pezze per tamponare le falle. Già dire che il 2012 è un anno di transizione è segno di disorientamento, se non proprio di resa. Domanda. Poi dove si va? Dove va il Motomondiale? Che ne sarà della MotoGP? E il mondiale SBK?
Ezpeleta, a dire il vero, tenta di tracciare una via basata sulla riduzione dei costi per le moto (una Moto uno non può costare oltre un milione di euro e ai team va venduta, non data in leasing), mantenendo o anzi incrementando lo spettacolo in pista perché le corse si reggono su una sintesi “di tecnologia e spettacolo”. Bene. Anzi male perché il manager spagnolo aggiunge che se la crisi impone una scelta “fra tecnologia e spettacolo, va scelto lo spettacolo, che è ciò che procura gli incassi che derivano dalle televisioni e dai circuiti”. Tradotto, lo spettacolo per lo spettacolo, cioè il business per il business. E chi ci dice che lo spettacolo sarà garantito in pista da moto CRT derivate di serie, una copia evoluta della Moto 2 monomarca?
Da sempre le corse dei cavalli mantengono il loro appeal perché fatte dai purosangue (costosi) non da brocchi o asini. Tagliare sì, ma dove? Sforbiciato il “superfluo” scenico e gestionale del motomondiale diventato una Disneyland, vanno sgonfiati gli ingaggi per piloti e apparati dei Team e ridimensionati gli impianti senza intaccare funzionalità e sicurezza. E poi? Poi da tempo andava definita una strategia con le Case costruttrici (tutte, non solo quelle giapponesi) per un progetto chiaro, funzionale e duraturo, non cambiando i regolamenti a seconda di dove tira il vento. Adesso il rischio è di chiudere la stalla dopo che i buoi se ne sono andati.
Va innanzi tutto sciolto il nodo del rapporto fra Moto uno e WSBK. Seguendo la strada di Ezpeleta hanno ancora senso i due campionati (con un unico padrone)? Se si vuole cancellare la SBK bisogna dirlo subito e con chiarezza.
Perché nella logica delle nuove tre categorie non si è seguito il concetto modulare, ad esempio 250 monocilindrica (Moto 3), 500 bicilindrica (Moto 2), 1000 4 cilindri. (Moto 1) salvaguardando la logica dei motori da Gran Premio prototipi? Nella classe regina non si può correre ad handicap (Ezpeleta propone addirittura 3 kg di zavorra sulla moto che vince tre gare consecutive…).
Perché non intervenire drasticamente sui regolamenti? Come? Qualche esempio. Gomme meno performanti, con cerchi più alti e più stretti. Tetto minimo del peso della moto. Carenatura meno “ridotta” davanti. Soprattutto riduzione dell’elettronica privilegiando le componenti “meccaniche” per ridare assoluta centralità alla guida del pilota. Nessun limite sui giri del motore e sui consumi ma, caso mai, limiti sull’uso di certi materiali e leghe. Motori prototipi da grand prix e moto prototipi (ufficiali e non) possono convivere con moto composte da motori (anche) derivati dalla serie che di fatto diventano prototipi (cos’erano i motori Cosworth in Formula uno? O i Norton Manx 500?) montati su telai speciali-prototipi (come la Formula Uno anni 60 es: Lotus, Tyrrel, Brabham ecc).
Lasciando le corse per i purosangue. O, almeno, allevati come tali. E così via. Questi sono solo spunti. Basta cominciare…