MotoGP Motegi: a Lorenzo la gara, a Marquez il titolo. A Rossi il podio
Il temutissimo tifone Vongfong ha risparmiato Motegi e anche il “ciclone” Dovizioso-Ducati ha perso in gara la potenza delle qualifiche, con il GP del Giappone tornato alla “normalità” riportando sul gradino più alto del podio Jorge Lorenzo e consentendo a Marc Marquez, con ancora tre gare in calendario, di laurearsi per la seconda volta consecutiva campione del mondo della classe regina.
Tutto qui? Più o meno, tutto qui. E non è poco. Grazie alle belle sfuriate iniziali dei ducatisti Iannone e – soprattutto – Dovizioso; alla volontà del super Lorenzo su una Yamaha perfetta, di trionfare in casa Honda; alla capacità di Marquez di non strafare puntando (solo) all’obiettivo di vincere proprio a Motegi il titolo; alla gran voglia di Rossi di non mollare mai, “sbianchettato” sia dal suo compagno di squadra Jorge che dal suo talentuoso “successore” Marc, ma comunque ancora sul podio davanti al “solito” Pedrosa, quarto, cioè ultimo della blasonata compagnia del poker d’assi.
Poi, molto poi, le Ducati di Dovizioso (+14.352) e di Iannone (+16.653). Quindi Bradl e Espargaro P a quasi 20 secondi, Smith a 23 secondi e Bautista che chiude la top ten (si fa per dire) a 35 secondi e passa.
Gara (molto) piacevole nella prima parte poi cristallizzata, dove tutti si sono impegnati per tenere il … punto. I valori in campo, piaccia o no, sono questi: Marquez, Lorenzo, Rossi, Pedrosa.
Con Marc Marquez, riconfermatosi fenomeno fra (pochi) fenomeni, cui va meritatamente il titolo-bis. E con Jorge Lorenzo, degnissimo avversario. Ancora una volta, anche da Motegi viene la conferma di quanto conta il pilota: senza Marquez Honda non vince. E, a parte l’eccezione di Misano (trionfo di Valentino) senza Lorenzo Yamaha non vince.
Ciò senza nulla togliere a Rossi (fenomeno storico, tutt’ora dagli artigli acuminati) e a Pedrosa (gregario di lusso).
Ultima considerazione su Ducati. La Casa di Borgo Panigale non è stata ferma e non sta ferma procedendo sulla strada di uno sviluppo costante ma né facile e né scontato. Team e piloti ce la stanno mettendo tutta e qualche (ottimo) risultato non manca, come dimostra l’exploit di ieri del primo posto di Dovizioso in qualifica. Ribadire, però, che i nuovi regolamenti (ibridi) Open aiutano e “stravolgono” i reali valori in gara non significa svalutare la Ducati, o peggio, bensì solamente prendere atto che la strada della competitività con i “mostri sacri” Honda e Yamaha è ancora lunga. Niente è però impossibile e a Borgo Panigale si deve procedere a testa bassa, con umiltà, senza (troppa) euforia.