Due chiacchiere con... Officine Rossopuro
Intervista con Filippo Barbacane di Officine Rossopuro.
Era una delle novità più attese dell’appena trascorso Motor Bike Expo: la Ipothesys su base Guzzi ha mantenuto tutte le aspettative svelandosi fiera tra le tante special del salone veronese. Dopo averlo rincorso per un pò, siamo riusciti ad incontrare la “mente” (o meglio il “cuore”, se lo conosceste) che si cela dietro il marchio Officine Rossopuro. Abbiamo scoperto un ragazzo schietto, sincero e decisamente alla mano. Signore & signori: Filippo Barbacane!
Che significa fare del custom al di sotto della Linea Gotica (ovvero, nel centro-sud)?
Adesso è molto più semplice rispetto a prima, quando ho iniziato io era quasi impossibile. Se volevi qualcosa di particolare dovevi andare dal carrozziere, che ad ogni richiesta ti guardava con occhi assurdi, oppure dovevi rivolgerti a delle piccole aziende che collaboravano per grandi le Case e non ti cagavano di striscio… In più mettici che era già di per sè difficile fare del custom, figurati concentrarsi su Moto Guzzi. Adesso le cose stanno iniziando a cambiare, possiamo trovare anche dei grandi preparatori al Sud, anche se a dirla tutta, la più grande difficoltà rimane sempre “culturale”: il 90% delle mie creazioni sono destinate al nord Italia e soprattutto al centro Europa. Ti faccio un esempio: se al Sud dichiari che una special costa “tot”, ti senti rispondere che allo stesso prezzo ti prendi ben 2 moto dal concessionario. La special la devi sentire, non ti deve interessare quanto tira o deve frena, perché se ti poni delle domande del genere, si capisce che non può esser una moto per te.
Un’identità semplice da preservare la tua, ma qual’è la base di “Appicciafòch”?
Eh (…grasse risate) …il nome nasceva dalle ceneri del Firestarter Garage! Il motivo del cambiamento del nome è stata la mia volontà di concentrarmi sull’italianità. Le mie moto sono tutte italiane e con componenti “made in Italy”: dai cerchi alle forcelle, non metterò mai dei prodotti stranieri. E poi soprattutto non volevo diventare “uno dei tanti” che customizzano Harley, ma distinguermi ed esser riconosciuto per quello che faccio. La mia prima custom è stata una Guzzi: ho capito subito che per me esisteva un solo tipo di bicilindrico e da allora mi ci sono dedicato completamente!
La Ciclope, la Zero, l’Anima (solo per citarne alcune) e l’amore per le Guzzi…
Bella domanda?! E’ come quando cerchi di spiegare ad un amico il perché ti sei innamorato di “quella” ragazza: è impossibile, non c’è un motivo ben preciso, perché i sentimenti non devono esser spiegati. Quando mi presi il primo V11, dopo i primi cento metri mi dissi: “che ca##ata che ho fatto, è pesante, vibra troppo, è tutto storto”, duro da guidare insomma. Ma nei successivi 100 metri mi son subito detto: “per me non esisterà nient’altro”. E’ così, non c’è nient’altro da spiegare o da aggiungere. Ora, per dirti, ho in mente di fare un enduro tutta per me, sempre però su base Guzzi. Ma non esiste ad oggi una base e quindi il solo pensiero di mettere il c#lo su un’altra moto mi fa star male. Proprio non riesco a comprarne un’altra. Probabilmente un giorno avrò anche delle moto diverse (mi piacerebbe una vecchia Ducati o un Harley degli anni ’70), perché io sono per la “cultura motociclistica”. Quando sento uno che dice dice: “quella moto fa schifo, è un cancello, un pezzo di ferro, una lavatrice” credimi, io non lo sopporto!
Come nasce e si sviluppa il progetto “Ipothesys” che hai presentato qui a Verona?
E’ partito tutto da un ragazzo, che aveva letto sul mio sito la possibilità di cucirsi una special su misura. La sua idea era quella di realizzare una sportiva Guzzi, come si facevano una volta. Ci siam conosciuti, mi ha detto che gli piacevano i miei lavori e mi ha lasciato carta bianca. Ad agosto abbiamo preso una Griso V8 e poi giù, a testa bassa, a lavorare sulla moto! Io non posso aver dei paletti o limitazioni, altrimenti non riesco a fare niente. Con Alessandro Loviselli (il titolare della Ipothesys) c’è stato uno step ulteriore: perchè Ipothesys non è solo il nome di questo nuovo modello, ma di un progetto più ampio. La sua idea è quel di creare un nuovo brand nel panorama motociclistico, per moto sportive dal grande stile. Ancora non è stato definito, ma in futuro potrebbe esserci un kit di trasformazione oppure addirittura una piccola serie in edizione limitata (vedremo)!! Per quel che riguarda la moto, una parte del telaio è stata tagliata per far posto a dei supporti che reggessero il telaietto in alluminio al posteriore. Tutta la carrozzeria è in fibra, mentre la cover centrale nasconde il vero serbatoio. La forcella è Marzocchi, le pinze hanno attacco radiale. Le aziende OZ e Bitubo hanno realizzato cerchi e il mono appositamente: non troverai gli attacchi uguali su nessuna altra moto al mondo! Pedane, piastre e altre componenti in alluminio sono artigianali, fatte a mano da noi. Lo scarico è della siciliana Mass, sono stati bravissimi: io l’ho disegnato e loro me l’hanno riprodotto fedelmente! Anzi, a prima vista può sembrare uno scarico aperto, ma nella parte centrale, sotto le teste, il diametro è più grosso, proprio perché troviamo il silenziatore.