Colaninno: "Senza crescita in Asia non ci sarebbe una Piaggio italiana"
Il numero uno del Gruppo Piaggio indica la via per il futuro dei marchi che fanno capo a Pontedera: "Vogliamo crescere anche nel segmento moto, con Aprilia e Guzzi."
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Negli ultimi anni, l’evolversi della situazione nell’economia globale ha portato diversi marchi italiani del motociclismo a perdere in un certo senso la loro ‘italianità‘, passando sotto il controllo totale o parziale di aziende estere. Gli esempi più recenti e conosciuti a riguardo sono quelli di Dainese (passata al fondo Investcorp del Bahrein) e di MV Agusta (con la tedesca Mercedes entrata nel capitale della casa varesina al 25%), ma non bisogna andare tanto in là con la memoria per ricordare quanto successo a Ducati (dallo scorso anno sotto il controllo di Audi), a Husqvarna (marchio in realtà di origini svedesi ma da decenni trasferito a Biandronno, sito recentemente smantellato da KTM subito dopo l’acquisizione da BMW), e anche a Benelli (da tempo in mano ai cinesi del Gruppo Qianjiang).
Uno degli ultimi baluardi del puro ‘Made in Italy‘ nel mondo delle due ruote è sicuramente il Gruppo Piaggio, che oltre al marchio della mitica Vespa raccoglie anche due ‘nomi sacri‘ del motociclismo tricolore come Aprilia e Moto Guzzi. Il gruppo di Pontedera, come dimostrato dalla vitalità messa in mostra all’EICMA 2014 di Milano, non sembra certo intenzionato a ‘mollare la presa‘, anche se l’azionista di riferimento, l’AD Roberto Colaninno, ha ammesso che l’azienda sarà costretta a ‘internazionalizzarsi‘ per sopravvivere nell’attuale panorama industriale.
In alcune recentissime dichiarazioni raccolte dal Corriere Economia, lo stesso Roberto Colaninno ha illustrato la situazione del gruppo italiano sul mercato globale, puntualizzando gli elementi essenziali della sua politica di espansione. Ne riproponiamo alcuni dei passaggi più significativi:
“Per Piaggio, diventare un gruppo globale partendo dall’Italia è stato ed è difficile, forse più che per aziende di altri Paesi, ma crescere è obbligatorio perché apre orizzonti di sviluppo altrimenti impossibili e garantisce continuità alle operazioni italiane. Senza la crescita in Asia, non ci sarebbe nemmeno una Piaggio italiana”.
“In Italia, dopo un inizio promettente, il settore delle due ruote a fine Ottobre si è assestato al -1% rispetto allo scorso anno: dobbiamo accontentarci di non registrare più ribassi a due cifre. In Europa, a fine Settembre, c’era ancora una leggerissima crescita, e noi manteniamo la leadership del mercato continentale con un 16% complessivo e oltre il 25% negli scooter. I nuovi modelli Vespa sono cresciuti a volume di oltre il 2% e il tre ruote Mp3 del 20%. Continuiamo a essere leader negli scooter anche negli Usa, dove la filiale di New York ha un’organizzazione nuova e vogliamo crescere anche nel segmento moto, con Aprilia e Guzzi”.
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