MotoGP, Jeremy Burgess: "Non sarei rimasto con Valentino Rossi altri due anni"
Lo storico capo-meccanico del 'Dottore' spiega i suoi 'No' a Scott Redding e Jack Miller e ribadisce di aver chiuso con il Motomondiale: "Non mi piace più avere quella pressione..."
Dopo essere stato scaricato dal ‘Dottore‘ senza troppe cerimonie a fine 2013, lo storico capo-meccanico di Valentino Rossi Jeremy Burgess ha più volte ribadito di avere terminato la sua carriera nel Motomondiale, dichiarandosi ormai ‘troppo vecchio‘ per impostare un nuovo ciclo di lavoro con un altro pilota. Il 61enne australiano, oltre ad essere al muretto del pesarese per tutti e 7 i suoi titoli nella Premier Class, è stato anche responsabile per i trionfi iridati dei suoi connazionali Mick Doohan e Wayne Gardner, e non è quindi affatto una sorpresa che in molti abbiano provato a convincerlo a tornare nel Paddock della MotoGP.
Sarebbero state almeno due le squadre che avrebbero tentato di convincere Burgess ad abbandonare i suoi propositi di una tranquilla pensione per tornare nella mischia: il nuovo team Estrella Galicia Marc VDS Racing, desideroso di affidargli il talentuoso britannico Scott Redding nel suo primo anno sulla Honda RC213V, ed il team LCR Honda, che ha provato a tentare Burgess con la prospettiva di ‘svezzare‘ il giovane connazionale Jack Miller, che dalla Moto3 è balzato direttamente sulla Honda ‘Open‘ di Lucio Cecchinello.
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Pur non ammettendo direttamente nessuna delle due offerte, Jeremy Burgess ha confermato a MCN di essere stato contattato da più di un team per il 2015, ma di aver risposto a tutti con un fermo ‘No‘. Oltre a motivi di carattere anagrafico, il buon Jeremy sembra essere ormai assuefatto alla tranquillità della vita lontano dalle piste:
“Ormai ho superato il limite che mi sono imposto, e per me tornare in MotoGP come capo-meccanico di un giovane pilota sarebbe un impegno di almeno cinque anni. Avrò 62 l’anno prossimo: [tornare in MotoGP] non è quello che voglio fare, e quindi non credo neppure che sarebbe nel migliore interesse di un team. Parlando francamente, ora che Valentino [Rossi] ha firmato un prolungamento di due anni [con Yamaha], credo che in ogni caso io non sarei comunque rimasto con lui. Detta semplicemente, dopo aver lavorato tutta la mia vita con piloti da cui ci si aspettava la vittoria del titolo, non mi piace più avere quella pressione. Ora posso starmene tranquillamente a casa, non ho più voglia di ritrovarmi sullo schieramento di partenza e dover prendere una decisione che potrebbe cambiare, in peggio, le sorti del campionato di un pilota”.