Special: Yamaha R1 Mule Motorcycles

L’ex pilota Wayne Rainey, nonostante il grave incidente che nel ’93 lo rese paralizzato, non si è mai allontanato dal mondo delle moto e delle corse. Con alcuni compari ha istituito MotoAmerica, un campionato di road racing che fa parte del circuito AMA.

Di Lorenzo Rinaldi
Pubblicato il 30 nov 2014
Special: Yamaha R1 Mule Motorcycles


I loro nomi sono Terry Karges, Chuck Aksland e Richard Varner. Quest’ultimo è l’uomo che sta dietro a questa moto, e che ha contattato Richard Pollock, di Mule Motorcycles, officina con sede a Poway, cittadina californiana nella contea di San Diego.

A guardare alcune delle sue moto sembrerebbe prediligere lo stile tracker, ma questa volta la richiesta era differente. La moto utilizzata è infatti una R1 del 2004 del team di Larry Pegram ed è stata pensata ispirandosi alla TZ750, moto prodotta tra il 1974 e il 1979 per le gare di Formula 750, una sorta di antenata della Superbike.

Il telaio è interamente artigianale, realizzato in cromo molibdeno 4130, con telaietto posteriore costruito utilizzando teste a snodo, mentre il forcellone è in alluminio 6061, realizzato da Trac Dynamics. La carenatura è quella della TZ750, recuperata e ovviamente adattata. Fatti da zero sono invece serbatoio in alluminio e air box. Uno dei passaggi più difficili è stato rifare l’impianto elettrico e soprattutto collocarlo. Centralina Power Commander e batteria al litio Lithionics sono entrambe celate sotto al codino.

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Le ruote da 18 pollici sono le stesse utilizzate al retrotreno dalla Harley-Davidson XLCR. Ci auguriamo solo che non siano state cannibalizzate due moto ma che si tratti di ricambi new old stock. Entrambi i canali dei cerchi sono stati allargati dallo specialista Kosman fino a 2.75 pollici davanti e 4.5 dietro, mentre Mule Motorcycles si è occupato di realizzare tutti i componenti per adattare freni, corona e i mozzi originali della R1.

La moto utilizza il meglio della ciclistica, tra cui sospensioni Öhlins e pinze freno Brembo. L’azienda italiana ha fornito le pinze radiali, mentre i dischi sono stati realizzati da Ultra Lite Brakes con materiali nobili come il titanio rivestito in ceramica. Un disco costa la bellezza di 1000 dollari ed è più leggero del 30% rispetto a quelli in acciaio.

Ora la R1 è più leggera di una Superbike, sviluppa 180 CV alla ruota ed è pronta per montare le luci. Negli Stati Uniti probabilmente otterrebbe l’omologazione in pochi minuti… proprio come in Italia, vero?

Fonte Cycle World

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