CIM: obiettivo 1000 iscritti per il 2015 o potrebbe chiudere

I volontari del Coordinamento Italiano Motociclisti lanciano l'appello per trovare nuovi soci stufi di restare a guardare e pronti ad impegnarsi attivamente nelle battaglie per la tutela delle due ruote.

Di Adriano Bestetti
Pubblicato il 15 dic 2014
CIM: obiettivo 1000 iscritti per il 2015 o potrebbe chiudere

In scia ad altre analoghe associazioni europee, il Coordinamento Italiano Motociclisti (CIM) fu fondato nel 1991 per tutelare i diritti degli utenti delle due ruote nel Bel Paese, entrando a far parte da subito della Federazione Europa delle Associazioni Motociclistiche (FEMA) per perseguire battaglie analoghe a livello continentale. Da allora, si può ben dire che il CIM abbia rappresentato ‘la voce motociclisti italiani‘, ma dopo ventitre anni di lavoro i volontari del CIM hanno deciso di chiedere un sostegno più concreto alla comunità che rappresentano.

In vista del nuovo anno, è stata infatti lanciata una campagna per trovare almeno almeno 1000 soci (50 € la quota d’iscrizione) che, stufi di restare a guardare, siano disposti a fare qualcosa di attivo per realizzare azioni concrete. Il CIM sottolinea che questa iniziativa non è una raccolta fondi, ma piuttosto un mezzo per rafforzare e far crescere la struttura, uscendo dal ‘volontariato puro‘ per ottenere più risultati: gli iscritti saranno infatti chiamati a dire la loro opinione sulle priorità dell’associazione, potranno intervenire in assemblea, votare e decidere le strategie da seguire. Tutti i dettagli dell’iniziativa sono spiegati nel dettaglio a questo indirizzo.

In Europa, le associazioni simili al CIM contano su partecipazioni proporzionalmente più ‘pesanti‘ che in Italia, e grazie a questo raggiungono anche altri risultati (basti pensare che in Islanda, non certo una patria del motociclismo e con una popolazione di poco più di 300.000 abitanti, sono in 500).

Il Coordinamento Italiano Motociclisti inoltre evidenzia come questo suo appello sia del tipo ‘o tutto o niente‘, su modello del Crowd-Funding: se l’obiettivo dei 1000 iscritti o dei 2000 sostenitori (ad una quota di 25 €) non sarà raggiunto – per un totale di 50.000 € – il CIM potrebbe vedersi costretto a chiudere i battenti ed interrompere le sue vampagne a tutela degli utenti italiani delle due ruote a motore.

Ricordiamo che il CIM è stato in prima fila in importanti battaglie quali la petizione per il dimezzamento dei pedaggi autostradali per le moto, la bocciatura del progetto per vietare gli sterrati alle moto in Emilia Romagna, le lotte sui fronti delle assicurazioni e dei pedaggi sui passi alpini etc., solo per citarne alcune delle più recenti.

Alla luce di tutto ciò, ci pare evidente come la sopravvivenza del Coordinamento Italiano Motociclisti sia nell’interesse di tutta la comunità delle due ruote, e vista anche la relativa esiguità della quota d’iscrizione sarebbe davvero uno smacco per tutti se, alla fine, l’associazione dovesse essere costretta a ‘gettare la spungna‘. Per sostenere l’iniziativa del CIM si può contribuire tramite la pagina dedicata su DeRev.com, ma l’invito per tutti è anche quello di ‘a far girare la voce‘ il più possibile, sfruttando anche l’ apposito hashtag #supportacim.

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