Gresini e le CRT: "Ai costruttori non interessa avere più piloti in griglia"
Fausto Gresini, boss del team honda San Carlo, accusa i costruttori di scarsa lungimiranza in merito al regolamento CRT: leggi il report.
Fausto Gresini ha recentemente rilasciato un’interessante intervista nella quale dice la sua su uno dei temi più importanti del campionato MotoGP 2012: l’introduzione delle CRT. Il Team San Carlo Gresini quest’anno sarà presente sulla griglia di partenza di tutte le classi del motomondiale, e in MotoGP schiererà Alvaro Bautista con la Honda RC213V ed il debuttante Michele Pirro con una propria CRT, ossia una CBR1000RR preparata da TenKate con telaio FTR. Interrogato sulle ragioni dietro tale strategia, Gresini fornisce una risposta quanto mai diretta:
“E’ evidente che la MotoGP ha avuto molti problemi negli ultimi 4-5 anni – spiega il numero uno di Gresini Racing – Ogni anno diventa tutto più difficile, soprattutto in termini finanziari: i soldi sono sempre meno, mentre moto e piloti costano sempre di più. Allo stesso tempo i piloti MotoGP in griglia sono sempre meno, e questa é chiaramente un’emergenza per Dorna. Visto che i costruttori non fanno nulla per aumentare il numero dei piloti, la Dorna ha dovuto trovare un’altra strada, altrimenti sarebbe stata la fine per la MotoGP. C’era bisogno di un cambio, per tagliare i costi ed investire nei giovani piloti, e secondo me i costruttori proprio non riescono ad inquadrare la questione. Per loro non é un problema, ma lo é per la Dorna.”
Scarsa lungimiranza da parte delle case quindi, ma non solo: “Adesso che la crisi finanziaria appare evidente a tutti, anche le case hanno capito che devono tagliare le spese riducendo il loro budget per le corse, però non hanno ridotto il costo delle moto: é questo il problema. In queste condizioni, per i team privati é impossibile continuare. Adesso é evidente che non si tratta di moto competitive, ma per me é necessario avere una griglia completa, avere piloti, avere la possibilità di iniziare un nuovo capitolo.” Leggi le altre dichiarazioni di Gresini dopo il ‘continua’.
Gresini ha inoltre ammesso che avrebbe preferito continuare anche quest’anno con due prototipi: “Ma non ne avevo la possibilità, e quindi ho cambiato strategia. E’ una necessità, e costruttori, Dorna e FIM sembrano aver capito che questo sistema é un buon compromesso. Per i costruttori é importante che i team satellite possano continuare l’attività, ma negli ultimi 3-4 anni é stata davvero troppo dura mandare avanti questo spettacolo. Tutti hanno fatto sacrifici facendo tagli quà e là, ma sicuramente noi non avremmo avuto nessuna possibilità di continuare nelle condizioni di prima. Sarebbe stata la fine della MotoGP, o almeno lo sarebbe stata per me. Con quei costi é semplicemente impossibile.”
Nel corso dell’intervista, Gresini ha spiegato in che modo il team é arrivato a scegliere lo spagnolo Alvaro Bautista quale pilota di punta per il 2012: “E’ una strana storia. Dopo quanto successo a Marco (Simoncelli) non avevamo nessun genere di strategia. Il Dovi (Dovizioso) aveva già firmato per il Team Tech3, ma per me non era importante in quel momento avere un pilota italiano. In verità avrei preferito proprio di no: l’idea non mi dava buone sensazioni, e quindi ho preso qualcuno di un’altra nazionalità. Non volevo che un altro pilota italiano guidasse la moto di Marco, tutto quì. Ritengo fosse necessario far passare un pò di tempo, e quindi ho scelto un pilota spagnolo.”
“Per tutta la mia vita, il lavorare con le moto é stata una questione di puro amore, ma adesso é difficile, é diverso. La morte di Marco ha cambiato molte cose, ed in questo momento non mi sento a mio agio. Non é più un grande amore. Amo ancora il mio lavoro, ma andare personalmente al circuito é una cosa che ancora non mi sento di fare. Al momento mi sento così, ma credo che mi servirà ancora diverso tempo.”
via | HondaPro Racing