MotoGP 2015, Aprilia in campo con Melandri e Bautista. Protagonisti o comprimari?
Bisogna dare atto al presidente del gruppo Piaggio Roberto Colaninno di aver mantenuto la promessa di riportare l’Aprilia nella classe top del motomondiale di velocità, in MotoGP.
Bisogna dare atto al presidente del gruppo Piaggio Roberto Colaninno di aver mantenuto la promessa di riportare l’Aprilia nella classe top del motomondiale di velocità, in MotoGP.
Addirittura sono stati bruciati i tempi, anticipando il rientro della Casa di Noale nella massima categoria del Motomondiale sin dalla stagione 2015. Non bastasse, la soddisfazione è doppia, un colpo d’ala del Made in Italy, con le nuove 4 cilindri venete gestite dal Team Gresini Racing, cioè nelle mani del pluricampione del Mondo Fausto Gresini (una solida garanzia), con in sella due driver dall’esperienza di Marco Melandri e Alvaro Bautista.
E’ una nuova esaltante sfida, per una Casa quale è l’Aprilia, dal blasone straordinario ricco di stellette iridate e tutt’ora al top, campione del mondo in carica nel mondiale Sbk con Sylvain Guintoli.
A dimostrazione che qui non si vuole apparire come soporiferi “pifferai” pro-Aprilia-a prescindere diciamo che un dubbio resta: il rischio di una scelta al limite dell’azzardo, scendendo in campo con forze (tecniche e tecnologiche, organizzative e … finanziarie ecc.) preziose ma ben più deboli rispetto ai colossi quali Honda, Yamaha, Ducati-Audi, Suzuki.
Altre volte le Case italiane – Aprilia in primis – hanno saputo ribaltare pronostici sfavorevoli, novelli Davide contro Golia, piegando gli avversari. Ma i risultati, pur nella logica di assalti alla “marines”, erano il frutto di strategie e di organizzazioni ben ponderate e quei “reparti corse” erano “integrati” con le rispettive aziende, godendo in toto di ogni supporto, materiale e … morale.
E’ così oggi in Aprilia o il reparto corse vive da separato in casa, un fiore all’occhiello in un Gruppo industriale che ha … ben altro da fare? Non si vuole cercare né il pelo nell’uovo e né tanto meno menare il can per l’aia, o peggio ancora, apparire quali menagramo.
Ben si sa quanto valgono gli avversari (moto, piloti, team) ma l’Aprilia non può fare da cenerentola, competendogli dall’inizio quella competitività che, se non da podio, permetta ai suoi tifosi in tutto il mondo di andare a testa alta, orgogliosi del progetto, non in cerca di scuse, magari sperando in ulteriori “aiutini” da regolamenti ancora ballerini che, pensati per ribaltare le carte, alla fine sono solo un palliativo, non modificando di un acca né i vincitori né i vinti. Avremo modo di tornare sulla centralina con il software unico, sulle restrizioni su motori e sviluppo, tutte trovate su cui nutriamo seri dubbi per risparmiare soldi, incrementare la griglia di partenza, aumentare lo spettacolo.
Tornando più direttamente all’Aprilia e sapendo quanto conta il pilota in MotoGP, non convince del tutto, ad esempio, l’approccio al progetto MotoGP di Marco Melandri, non entusiasta (pare) di sviluppare la nuova moto perché certo di non poter lottare per la vittoria, tutto proteso a rientrare con Aprilia Sbk nel 2016 e far suo quel titolo che gli è fin qui sfuggito. Ma non dovrebbe essere proprio il 2016 l’anno in cui l’Aprilia “sfondi” anche in MotoGP alla sua seconda stagione?
Lo stesso Bautista insiste nel “basso profilo” dicendo che il 2015 sarà un “anno di test” come volesse già mettere le mani avanti per i risultati che non verranno. E’ questa la “mentalità vincente” per far decollare un progetto già di per sé molto complesso e difficile?
Il gran capo racing Romano Albesiano – cui va dato il merito del doppio titolo 2014 in Sbk – rassicura su quanto l’Aprilia sta già facendo per la nuova grande sfida. In arrivo – si dice – nuovi rinforzi pronti a saldarsi con chi ha già voglia di dimostrare in MotoGP la stessa capacità di vincere nel mondiale delle derivate di serie. Albesiano ci crede: “In MotoGP si può davvero “giocare”. Speriamo che il gioco valga la candela.
Campane (stonate?), invece, lanciano segnali preoccupanti per ritardi nell’avvio del progetto MotoGP dovuti addirittura alle incertezze sulle strade da prendere sulle strategie e sugli sviluppi. C’è da sperare che la scelta di entrare nella MotoGP non sia solo una trovata pubblicitaria dei vertici del gruppo Piaggio per distogliere l’attenzione dai problemi dell’Aprilia e dintorni dovuti alla crisi di mercato ecc.
Dopo l’epifania si capirà di più con le Aprilia in pista per i primi test. Non sarà facile districarsi fra le Sbk e le MotoGP. Melius abundare quam deficere?