MotoGP 2015, Ducati “super” con sei piloti in pista. Dovizioso e Iannone le “punte di diamante”

Nel 2015, nella classe regina del motociclismo, saranno due le Case italiane impegnate a contrastare la supremazia delle moto giapponesi. Scenderà in campo in MotoGP l’Aprilia, come abbiamo commentato anche ieri su Motoblog, ma è ovvio che le maggiori speranze di successo nella prossima stagione sono affidate alla Ducati.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 31 dic 2014
MotoGP 2015, Ducati “super” con sei piloti in pista. Dovizioso e Iannone le “punte di diamante”


Nel 2015, nella classe regina del motociclismo, saranno due le Case italiane impegnate a contrastare la supremazia delle moto giapponesi. Scenderà in campo in MotoGP l’Aprilia, come abbiamo commentato anche ieri su Motoblog, ma è ovvio che le maggiori speranze di successo nella prossima stagione sono affidate alla Ducati.

La Casa di Borgo Panigale (in mano Audi), oltre a puntare alla riscossa iridata in Sbk con Davide Giugliano e Chaz Davies (supportata con un contratto pluriennale anche dall’ingresso del main sponsor ISP Aruba), intende andare oltre i già buoni risultati 2014 in MotoGP, puntando al podio con le nuove “ufficiali” affidate ad Andrea Dovizioso e ad Andrea Iannone.

Il deus ex machina Paolo Ciabatti dovrà avere il dono di San Alfonso de’ Liguori (il 21 settembre 1774 sarebbe stato contemporaneamente ad Arienzo e a Roma…), “sdoppiandosi” sui due fronti dei due mondiali di velocità. Per non farsi mancare niente, le Ducati in MotoGP saranno addirittura sei: le due inedite Desmosedici GP15 Factory ufficiali di Dovizioso e Iannone; le due moto ex ufficiali 2014 (comunque Factory per il software Ducati con però gli “aiutini” regolamentari per le Open riservati alle non ufficiali) affidate al Team Pramac con il colombiano Yonny Hernandez e Danilo Petrucci; le due Ducati del Team Avintia con lo spagnolo Hector Barbera e il francese Mike Di Meglio, moto con il software Dorna, quindi iscritte nelle Open.

Un ginepraio? Forse un labirinto per chi seguirà le corse in tv, ma non certo per la Casa bolognese, pronta a gestire al più alto livello possibile, tutte le squadre e tutti i piloti. Ovviamente in MotoGP, per fare meglio del buon 2014, si punta in primis sulle due inedite moto ufficiali di Dovizioso e Iannone. Detto così pare facile ma, data la concorrenza, facile non è.

Quest’anno la Ducati ha risalito la china. Dovizioso è arrivato quinto in classifica finale (una pole in Giappone, due podi, molti piazzamenti, solo uno zero ad Aragon) dopo il poker d’assi Marquez, Rossi, Lorenzo, Pedrosa. Iannone, partito non da ufficiale, (secondo in qualifica al Mugello e all’ultima di Valencia ma con parecchi zero) è entrato nella top ten, con invece l’altro pilota ufficiale Cal Crutchlow, solo tredicesimo per le note disavventure.

Dopo la sgambatura (con tempone del Dovi: 6 decimi sotto il primato ufficiale, 9 decimi sotto il giro record di Marquez nel Gp di maggio, addirittura 2 secondi più veloce del tempo fatto segnare dal ducatista nelle qualifiche di quel GP) di fine novembre a Jerez c’è grande attesa per il debutto della nuova Desmosedici GP15 nei primi test 2015, il 4-6 febbraio in Malesia. Calma e gesso: altre volte ai giri super invernali ha fatto riscontro una serie di … magre figure in campionato. Bene i segnali di miglioramento, ma quel che conta è sapere quanto sono migliorati gli altri e la verità (vera) viene fuori solo dal confronto diretto.

Dovizioso, di solito pilota abbottonato, vede una Ducati “fuori dal tunnel”, sprizza ottimismo da tutti i pori anche se rifiuta i pronostici e soprattutto i proclami di vittoria. Ah, la vittoria! L’era “no” di Rossi è dimenticata. A quando i bei tempi di Casey Stoner? La storia, anche nelle corse, non si ripete perché la situazione evolve. La Ducati ce la sta mettendo tutta e il contributo (anche tecnico-tecnologico) dei nuovi proprietari tedeschi dovrebbe cominciare a farsi sentire mettendo il geniale Gigi Dall’Igna in condizione di fare il … miracolo.

Tocca (anche) ai piloti quel salto di qualità che permetta il passaggio da comprimari (di lusso) a protagonisti costanti. Dovizioso e Iannone si completano, ma qui serve la fusione delle loro rispettive qualità e non la somma dei loro limiti. Al 28enne romagnolo servirebbe (più) grinta, la zampata del leone, lo sprint del 24enne abruzzese, cui però manca ancora la solidità e l’affidabilità del più esperto compagno di squadra.

Qui il mezzo è fondamentale, ma altrettanto fondamentale è il manico del pilota. Serve una Ducati non inferiore ai mostri sacri giapponesi, ma tocca poi ai due Andrea metterci quel che va messo per salire sul podio e, con il colpo d’ala, trasformare i sogni in realtà.

[img src=”https://media.motoblog.it/m/mot/motogp-test-valencia-01/ducati-team-test-valencia-2014-motogp-12.jpg” alt=”MotoGP Test Valencia – Galleria Foto” height=”413″ title=”MotoGP Test Valencia – Galleria Foto” class=”post centered”]

Ultime notizie