La moto che non c'è: tourer 700 e sport 1000
Da Intermot ed EICMA è arrivata una messe di moto, che però non sempre coprono tutti i desideri dei rider, i quali guardano alle due ruote con un occhio ai contenuti e l'altro al prezzo. Ci sono mezzi che rientrano nei canoni di desiderata dei biker, ma che non esistono nei listini delle case costruttrici?
I recenti Intermot ed EICMA hanno regalato emozioni a mani basse, ma anche concretezza, con la consueta messe di proposte che, apparentemente, vanno a coprire ogni segmento del mercato. Se però si va ad analizzare il tutto in modo minuzioso, si scopre che le cose non stanno esattamente così.
Esistono infatti comparti totalmente o parzialmente sguarniti, che si guardi la cosa da un punto di vista di contenuti, di prezzo o del mix tra questi due importanti aspetti. Questo perché l’universo motociclistico odierno è quanto di più variegato si possa immaginare. Ma quali sono le moto che mancano, nell’attuale caleidoscopio di offerte?
La parola d’ordine è accessibilità. Servono moto in grado di avvicinare nuova utenza al mondo delle due ruote, con costi ragionevoli, sia di acquisto che di manutenzione, perché la passione va bene, ma deve fare i conti con il portafoglio, pur senza necessariamente farci a pugni.
Non ci credete? Prendendo spunto in parte dalla filosofia Master of Torque di Yamaha che, con MT-07 ed MT-09, numeri alla mano, ha avuto un successo forse addirittura superiore alle attese, ed in parte da quella che ha guidato Kawasaki nella realizzazione di Versys 650, immaginate un mezzo votato al turismo a corto e medio raggio che venga proposto a 6500 €.
Quale azienda, oltre proprio a Yamaha, la quale potrebbe dar vita ad una MT-07 Tracer, potrebbe produrre un mezzo simile? Suzuki ad esempio, che, sfruttando il principio delle economie di scala, avrebbe modo di realizzare un ibrido tra Gladius e V-Strom 650. Lo stesso valga per BMW, che sarebbe in tal caso chiamata ad un mix tra G650 GS e G700 GS, per rientrare nei parametri, specialmente a livello di prezzo.
Che dire poi di Ducati la quale, come la casa dell’elica, pur non andando in generale troppo a braccetto con l’idea di economicità, avrebbe la possibilità di allestire una piccola Hyperstrada, equipaggiata con il motore da 659 cc realizzato per il Monster entry-level commercializzato in Australia nel 2014. La scimmia comincia a salirvi, eh?
La ragione va bene, ma non si può prescindere dalla componente emozionale, aspetto fondamentale nell’acquisto di una moto. Quale altro segmento, più delle supersportive, lo incarna fedelmente? Prima dentro e pronti a partire… anzi no.
A parte gli aficionados della vena chiusa, quelli che ad inizio anno dovrebbero iniziare a mettere da parte il budget necessario a farsi un po’ di uscite in pista per calmare i bollenti spiriti, c’è, tra gli amanti delle moto sportive, una bella schiera di polsi abbastanza caldi, ma che non necessariamente vogliono aver a che fare con i 200 cv che le varie Aprilia RSV 4 RR, MV F4 RR, Kawasaki H2, Ducati Panigale 1299, Yamaha R1, BMW S1000 RR mettono a disposizione e con i 16, 18 o anche 20 mila € che servono a parcheggiare queste meraviglie nel proprio garage.
Le soluzioni a tutto ciò oggi si chiamano Ducati 899, MV F3 e Suzuki GSX-R750, che però sono fuori prezzo rispetto a quanto si è detto, visto che si parte dai 13 mila € della giapponese per andare ai 15 mila ed oltre delle italiane. Dunque? Non ci resta che giocare ancora un po’ con la bacchetta magica.
Torniamo ad aggrapparci alla filosofia MT, non solo per il divertimento di guida, ma per il rapporto tra contenuti e prezzo ed immaginiamo una sportiva “intelligente", di cubatura compresa tra 800 e 1000cc, 175 kg (reali), con una potenza compresa tra 110 e 130 cv, 100 Nm di coppia, il più possibile spalmata in basso e che, udite, udite… costi meno di 10000 €.
Come dite? No… lasciate stare la solita solfa che, per arrivare a quel prezzo, si utilizzerebbe componentistica scadente perché, se ad una MT-09 a caso si aggiungessero 400 € di carene e 1000 € tra sospensioni e freni, ne verrebbe fuori qualcosa di interessante, non credete? Eh sì… ma c’è un problema: la casa di Iwata una moto del genere non la costruirebbe mai.
Motivo? A chi la venderebbe poi, la R6, per la quale di euromonete ne servono 12 mila? Per questa stessa ragione, chi mai riuscirebbe a convincere Kawasaki a fare una ZX8-R, pur avendo il motore della Z800 pronto e disponibile a ricevere una iniezione di cavalli? Così come anche Honda, che avrebbe nella VFR 800 F la base ideale per un’operazione di questo tipo, ma rischierebbe fortemente di ritrovarsi i piazzali pieni di CBR 600 RR. Sempre per restare nell’orbita dell’ala dorata, dimenticate anche l’idea di una nuova bicilindrica sportiva che sfrutti la banca organi (ma non solo) della futura Africa Twin, perché il VTR SP appartiene ormai al passato . Dite la verità… il gioco si fa difficile, ma state cominciando a prenderci gusto, vero?
Il rinnovamento della Suzuki V-Strom 1000, a livello di telaio e motore potrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo), dare vita ad una edizione rivista, corretta ed in salsa low-cost, della TL 1000 R ma, anche in questo caso, la già citata GSX-R 750 e la sorellina 600 urlerebbero vendetta.
Sul fronte europeo c’è KTM che, pur avendo in casa meccanica e ciclistica della SD/SM 990, oltre a non essere propriamente un marchio che realizza prodotti economici, parrebbe non stia portando avanti più di tanto nemmeno il progetto RC8 ed il timore è che agli uomini di Mattighofen per il momento le sportive carenate di grande cubatura purtroppo non interessino più di tanto.
Come non pensare a Ducati, che ha in casa il motore da 821 cc utilizzato sulla piattaforma Monster/Hypermotard/Hyperstrada e con il quale potrebbe estendere ulteriormente la gamma, realizzando una sportiva non estrema, fruibile in strada e che non disdegni qualche sporadica uscita in pista. I 110 cavalli dell’attuale motore sarebbero già sufficienti a consentire un uso a 360° del mezzo. Per il momento dalle parti di Borgo Panigale sembra non bollire nulla di questo tipo, in pentola, ma per il futuro chissà che qualcuno, da quelle parti, non decida di rispolverare il concetto, che è poi quello che stava alla base della Supersport.
E Benelli? Avrebbe a disposizione telaio e motore 900 della Tre ma, vista la strada intrapresa con i modelli della famiglia BN, appare assai improbabile che i vertici dell’azienda diano il benestare ad un progetto simile, non prima almeno di aver rinnovato l’attuale gamma, magari raccordandola con la famiglia delle piccole con qualche moto di cubatura intermedia. Infine Triumph, la quale sarebbe chiamata a mettere su strada una Daytona 800 che, sulla base dei parametri che abbiamo arbitrariamente imposto, azzererebbe di fatto le vendite della 675, e di questo ad Hinckley non sarebbero molto contenti, a meno di non togliere “la piccola dal listino".
Con la casa britannica termina la carrellata di aziende che, a livello di propulsore o di telaio, possono sfruttare le economie di scala per realizzare quella che sarebbe probabilmente ben di più di un voglio ma non posso per molti motociclisti dall’indole sportiva. Game over, dunque? Forse, a meno che qualche casa costruttrice decida, non di scommettere, ma di investire, in prospettiva futura (nell’ordine dei tre anni almeno), per creare una piattaforma modulare che consenta, tra le altre, di realizzare la moto che forse più di uno, scorrendo le righe sopra, ha immaginato di avere tra le mani.
Si tratterebbe di un mezzo meno “inutile", specie in ottica utilizzo stradale, dei missili da 200 cv (ma anche di quelli da 150-160) che, per quanto meravigliosi, restano sfruttabili non da chiunque e nemmeno tutti i circuiti. Per gli amanti dei numeri, una moto del genere non sarebbe un proiettile da 300 all’ora, ma assicurerebbe comunque ampio piacere di guida e volumi di vendita certamente maggiori delle SBK replica, principalmente in funzione di un prezzo aggressivo. Scimmia in libertà e sasso lanciato… 🙂