MotoGP, Burgess: "Tornare alle 1000 é stata una follia!"
Jeremy Burgess, storico capo-meccanico di Rossi e Doohan, critica aspramente il regolamento 2012 della MotoGP: leggi le sue dichiarazioni.
In una recente intervista rilasciata al giornale australiano Adelaide Now, Jeremy Burgess ha espresso grossa preoccupazione per il futuro della classe MotoGP. Lo storico capo-meccanico di Valentino Rossi (oltre che di Mick Doohan e Wayne Gardner) ritiene infatti che l’aumento di cilindrata dei motori da 800 a 1000 cc decisa per la stagione 2012 avrà pessime ripercussioni sia in termini di sicurezza che di coinvolgimento di nuove case nel campionato.
“Tornare ai motori 1000 cc per la stagione 2012 é stata una follia! – ha detto senza mezzi termini Burgess – Questi sono motori da automobile, e noi li stiamo mettendo su delle motociclette. Sui circuiti più veloci, un pilota in scia ad un altro con un poco di vento alle spalle può arrivare anche a 360 km/h. Sono 33 anni che lavoro in Europa, e questa é la prima volta che sono davvero preoccupato per il futuro del Motomondiale. E sò per certo che anche diversi tecnici importanti delle altre case la pensano come me.”
L’aumento di cilindrata di quest’anno segue la precedente diminuzione del 2007, quando dalle 990 cc si passò alle 800 per ridurre le velocità. Già nel 2009 comunque, le ‘piccole’ 800 erano in grado di raggiungere le stesse punte di 340 km/h della generazione precedente. Sicurezza a parte, Burgess é convinto che il nuovo regolamento non incentiverà altri costruttori ad investire nella MotoGP, perché “hanno già moto 1000 cc completamente sviluppate. Solo un regolamento che obblighi i costruttori ad ottenere potenze maggiori da motori più piccoli potrebbe dar loro una ragione per esserci.” Secondo Burgess infatti, la giusta strada da seguire sarebbe stata una riduzione delle cilindrate a 600 cc. Leggi le altre dichiarazioni di Burgess dopo il ‘continua’.
Burgess sostiene che la riduzione di cilindrata della classe regina del Motomondiale a 600 cc sarebbe stata la strada migliore da seguire, in quanto praticamente tutte le nazioni hanno un proprio campionato Supersport 600. Questi campionati nazionali potrebbero essere inquadrati come ‘classi di avvicinamento’ ad una nuova classe MotoGP fatta esclusivamente da una nuova generazione di prototipi, ma con motori da 600 cc. “Basta guardare il Campionato Mondiale Superbike – osserva Burgess – dove quasi tutti i costruttori sono coinvolti perchè c’é un regolamento che lo rende più rilevante ai loro occhi.”
Burgess ne ha anche per gli attuali vertici della MotoGP (leggi Dorna) e della FIM: “La gente che vive la MotoGP tramite la televisione non dovrebbe scriverne il regolamento. E per quanto riguarda la FIM, dico solo che dovrebbe rappresentare i motociclisti di tutto il mondo, tuttavia c’é un solo Gran Premio nell’emisfero meridionale“.
La stagione MotoGP 2012 che sta per iniziare si delinea come una delle più complicate nella carriera di Burgess, con Valentino Rossi che fatica ancora a trovare competitività con la Ducati. “Valentino non ha perso il suo talento, ma può darsi che i sensi di una persona si appannino un poco quando esposti a continui piccoli fallimenti – ha detto Burgess in riferimento alla peggior stagione di Rossi in MotoGP l’anno scorso – La mia sensazione é che quest’anno dovremmo essere in grado di competere per il podio, contro avversari come Dani Pedrosa e Andrea Dovizioso.”