TEST Moto Guzzi V7 2012: tre "aquile" diverse, per una sola anima
TEST Moto Guzzi V7 Stone, Special e Racer 2012
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Come vi avevamo promesso la settimana scorsa abbiamo testato per voi le nuove Moto Guzzi V7 e, nella trepida attesa di provare questo trio delle meraviglie, ve ne avevevamo anticipato le caratteristiche e peculiarità: dagli allestimenti alla ciclistica, dal motore agli accessori e le colorazioni. Ma qui non troverete solo una scheda tecnica. Qui vi parlo d’altro. Di un qualcosa che non troverete nei coupon e nelle riviste, vi parlo delle emozioni che la V7 è stata capace di trasmettermi, in una due giorni di fascino e passione.
Perché se mi parlate di Moto Guzzi mi scivola una goccia sulla guancia, che non so bene se è pioggia oppure malinconia. Di sicuro assomiglia ad un ricordo, come succede con quelle foto sbiadite che ti raccontano in un attimo la storia della tua famiglia. Solo che quel nucleo coincide con il cuore stesso della nostra Italia, con quel paese che si assapora curva per curva, fermandosi nelle piazzette di provincia, con la radio in sottofondo che diffonde canzoni e note solo nostre, e che ti vien voglia di aspettare un pò prima di ripartire, magari di ammirarlo anche da fermo quel fantastico “insieme di ferraglia” che ti scarrozza qua e là per lo Stivale.
Ascoltando i commenti di quelli che ne hanno avuta almeno una di Guzzi nella loro vita, non solo sotto il sedere, ma soprattutto nella pelle e nelle ossa, e riempiendoti gli occhi le orecchie con quell’atmosfera che sa di avventura, di polvere e di paesaggi mozzafiato. Ma anche di tecnologia, se penso che la casa dell’aquila è stata la prima sul nostro suolo a dotarsi di una galleria del vento negli anni ’50, nonchè di un pizzico di orgoglio patriottico per un produzione che tutt’oggi non annovera nel suo vocabolario il termine “delocalizzazione”: tutto made-in-Italy, pardon, “made in Mandello“.
La nostra prova
Ma insomma, se l’hai provata, come va? Innazitutto non ne ho provata una, ma ben tre! Rigorosamente alternate in rapida successione: Stone-Special-Racer. Complice una giornata meravigliosa, senza neanche una nuvola, ho potuto assaggiare il rinnovamento della V7. La posizione di guida mi mette subito a mio agio, grazie alla sella confortevole e al manubrio alto e largo. Giro la chiave e il bicilindrico sobbalza subito in avanti, ma è saltando in sella che rimango piacevolmente sorpreso dalla coppia regolare in tutta la sua curva, tanto che non mi pare affatto di aver a che fare con un propulsore da 50cv. La risposta c’è, pronta e puntuale, se fosse una sinfonia la definirei “allegro con brio“.
Partendo dalla fabbrica-museo, metto alla prova freni e sospensioni per curve e tornanti che si distendono e si accartocciano secondo un itinerario mozzafiato che passa per Lecco, Moregge, Onno, Asso, fino a Bellagio… e ritorno! Il cambio è ora docile e preciso: la leva si aziona in maniera morbida e la corsa del pedale è più corta. La trasmissione è affidata al consueto cardano, efficace e affidabile, non richiede neanche manutenzione per la pulizia. E che dire dei consumi? Grazie al nuovo propulsore e al nuovo serbatoio (ora in metallo!) di ben 22 litri, si possono tranquillamente percorrere 500 km con un pieno.
Scendere in curva è un piacere, la moto è agile grazie al baricentro basso del blocco motore, la V7 è una moto facile, divertente e leggera. Senza grosse pretese. Le vibrazioni si iniziano ad avvertire solo alle alte velocità, mentre ai bassi si scatena il vero ruggito. Vogliamo per forza trovarvi dei difetti? Se proprio dovessi annotare degli item nella colonna dei “contro“, allora suggerirei qualche spia in più (come quella del livello carburante) su una già valida strumentazione, delle leve regolabili che non guastano mai e magari …l’ABS!
Sì, ok, ma quale delle tre scegliere? Parto dalla fine: la V7 Racer è un capitolo a parte, un giocattolo per coloro per cui l’immagine è tutto, anche a scapito della manegevolezza, e che non rinuncerebbero mai ai semimanubri e al monoposto. La V7 Special è invece la preferita del “guzzista puro”, anch’essa modaiola e vintage quanto basta per partire fuori porta con annesse borse laterali. Infine, la mia preferita: la V7 Stone. Essenziale, giovane e pulita, è l’incarnazione del cambiamento di pelle che l’azienda sta operando, pur rimanendo fedele alla tradizione. Ideale per iniziare e per divertirsi e, perchè no, anche suscettibile di trasformazioni grazie ai numerosi accessori. Come congedarmi? Ovvio, con un video!
Il Nuovo Motore V7 ad alimentazione singola
Il progetto originario del motore risale al 1977, anno del debutto della fortunata Moto Guzzi V50. Da allora il motore è stato costantemente aggiornato, sostenendo cilindrate da 350 fino a 750 cc, passando dall’alimentazione a carburatori all’iniezione elettronica, ma rimanendo di fatto fedele al geniale schema introdotto nel progetto originale dell’ing. Lino Tonti. Universalmente apprezzato per la proverbiale affidabilità e regolarità di funzionamento, lo small block necessitava, dopo tanti anni, di un po’ più di vivacità agli alti regimi. La ricerca di maggiori prestazioni ha dato così il via a un nuovo progetto ricco di soluzioni innovative che proiettano questo propulsore tra i più evoluti della sua categoria con oltre il 70% di nuovi particolari, pari a oltre 200 organi meccanici nuovi o riprogettati.
Questa freschezza progettuale si annuncia già nel layout del gruppo termico che è sintesi della filosofia progettuale dell’intera moto: innovazione nel rispetto della tradizione. Ed è così che l’alettatura squadrata, retaggio della produzione degli anni ’80, ha ceduto il testimone a una forma arrotondata, che ricorda la prima generazione del bicilindrico di Mandello. Anche il coperchio valvole è un omaggio alle V7 delle origini; realizzato in alluminio, ricopia fedelmente il profilo delle alettature esibendo la firma Moto Guzzi in bassorilievo.
Un altro elemento d’immediata riconoscibilità è la scomparsa dei due collettori di aspirazione e relativi corpi farfallati: il nuovo small block è, infatti, il primo motore Moto Guzzi ad alimentazione singola. I collettori sono stati sostituiti da un singolo collettore a Y realizzato in gomma, totalmente nervato e dall’andamento rettilineo (diametro 36 e 39 mm rispettivamente dai gruppi porta iniettori e dal corpo farfallato) che si collega a un singolo corpo farfallato Magneti Marelli MIU3G da 38 mm di diametro. Si tratta di un’unità moderna, che consente di gestire due sonde lambda ottenendo così una miscela ai cilindri più uniforme in tutte le condizioni di funzionamento con conseguente miglioramento dei consumi e delle emissioni nocive oltre a contribuire all’aumento delle prestazioni, obiettivo dell’intero progetto.
A tal fine è stata progettata una nuova testata, lavorando su condotti di aspirazione, ora di diametro maggiorato e raccordato meglio per ridurre le perdite e incrementare la turbolenza e riposizionando il foro candela più centralmente, grazie all’adozione di una candela più moderna con filettatura d=10mm ed elettrodo prominente. Incrementata anche l’area di squish e il rapporto di compressione grazie all’impiego di nuovi pistoni più performanti che hanno incrementato il rapporto di un punto passando da 9,2 a 10,2. Questi ultimi, oltre alle sacche ricavate sul cielo del pistone, hanno la parte inferiore totalmente ridisegnata per irrobustire la struttura senza aumentarne il peso.
Anche i segmenti sono nuovi, di dimensioni, materiale e forma più moderna e contribuiscono a migliorare l’efficienza e il consumo olio. All’efficienza generale del propulsore concorre sia la nuova alettatura dei cilindri, di maggiori dimensioni e interasse che ha abbassato le temperature medie di esercizio, sia la nuova cassa filtro ridisegnata per assecondare le esigenze di “respirazione” bicilindrico di Mandello e spostata sotto la sella per lasciare in vista la “V” del motore e garantire una più agevole manutenzione.
Con questa nuova configurazione il bicilindrico di Mandello si è ora nettamente irrobustito nella coppia motrice e soprattutto nella potenza massima, cresciuta del 12%, con una maggiore propensione all’allungo e una curva di erogazione che esprime la sua maggiore densità di cavalli già da 2800 giri/min. e contemporaneamente, grazie al miglioramento dell’efficienza, una ulteriore riduzione di consumi ed emissioni di oltre il 10%, arrivando a percorrere fino a 23Km/l sul ciclo misto. Rinnovato anche il cambio, sempre a cinque marce ma con un nuovo preselettore che ha reso il comando più preciso, morbido e silenzioso. Confermata la trasmissione finale affidata al celebre cardano, unica nella categoria, ed icona di Moto Guzzi e garanzia di affidabilità, sicurezza, comfort, pulizia ed assenza totale di manutenzione.
Il Design
Il design della nuova V7 racconta la discendenza storica del modello, attraverso un mix di forme e volumi che richiamano le celebri antenate, dalla V7 750 Special che ricorda nei fregi e nei fianchetti, alla V7 Sport, che ha influenzato il serbatoio, principale novità introdotta nella nuova V7. Modificato nell’aspetto, ora più imponente per forma e capacità, il nuovo serbatoio porta in dote la superiore percezione materica del metallo rispetto polietilene, materiale con il quale era realizzato l’unità precedente. Merito delle più evolute tecnologie di stampaggio che consentono di realizzare, a parità di dimensioni, un serbatoio metallico più leggero e con superiore capacità rispetto alla precedente unità in polietilene, arrivando al valore record di 22 litri, che unitamente al consumo ridotto, garantisce un’autonomia fino a 500 km.
Un’ulteriore prova della filosofia progettuale che ha guidato l’intero progetto della nuova V7, dove, l’innovazione dei processi ha restituito all’appassionato il piacere di stringere un vero serbatoio in metallo sonante, come da tradizione Moto Guzzi. Il resto dello stile della nuova V7 conferma quell’alchimia fra tradizione e modernità introdotta intrapresa nel 2008 con la prima V7 Classic, dove tra la profusione di cromature, l’appassionato non mancherà di apprezzare la forma a sigaro dei silenziatori, i quadranti della strumentazione, chiaramente ispirati ai Veglia-Borletti degli anni ‘70, la sella piatta e allungata, con la fiera scritta Moto Guzzi che campeggia nella parte posteriore come sui nuovi coperchi valvole. Iconica e di pregiata fattura la Moto Guzzi V7 è ora declinata in tre allestimenti, due turistici e uno sportivo, rispettivamente V7 Stone, V7 Special e V7 Racer. Esattamente come nel 1971, quando con la versione sportiva, si completò una gamma composta dalle imponenti V7 e V7 Special.
La Tecnica
Il telaio a doppia culla, con elementi inferiori imbullonati e staccabili è un elemento chiave del progetto V7 e non ha subito alcuna modifica rispetto alla precedente versione. Si tratta di un’unità di leggendaria solidità e rigore grazie anche al cannotto di sterzo inclinato di 27°50’, un angolo d’incidenza che assicura stabilità e precisione nei cambi di direzione. La forcella, con steli da 40 mm, adotta una nuova taratura che ne migliora la scorrevolezza ed è dotata di cuffie para-polvere nell’allestimento Racer, mentre l’escursione è di 130 mm. Gli ammortizzatori posteriori, con una nuova calibratura a tutto vantaggio del comfort per la V7 Stone e la V7 Special, sono regolabili nel precarico molla e hanno un’estensione di 118 mm, mentre al solito si distingue la Racer con una coppia di raffinati ammortizzatori a gas Bitubo WMT dotati di serbatoio esterno.
Il comparto frenante consta di un disco anteriore flottante da 320 mm e uno posteriore da 260 mm. Tutta la gamma è ora equipaggiata con nuove ruote di due diverse tipologie: in lega leggera con disegno a sei razze sdoppiate per la V7, a raggi con nuovo canale in alluminio lucidato per Special e anodizzato nero, con mozzi rossi in tinta con il telaio, per V7 Racer. Per tutte un risparmio di peso rispetto alla precedente versione che determina un vantaggio in termini d’inerzia giroscopica traducibile su strada in una superiore maneggevolezza e sensibilità di guida.
La Gamma
Rappresenta il modello d’accesso alla gamma più per l’ecclettismo del suo stile che per essenzialità nella dotazione. Grazie alle nuove ruote in lega leggera e a una grafica minimalista, la nuova V7 Stone strizza l’occhio a un pubblico più eterogeneo rispetto alle altre versioni, chiaramente ispirate, anche nelle scelte cromatiche, alle leggendarie Moto Guzzi del passato. Il colore austero unito al disegno sobrio delle ruote a sei razze sdoppiate valorizza la lucentezza delle cromature e le varie tonalità dei metalli, restituendo all’insieme grande fascino e modernità e rappresenta la base ideale per sviluppare nuove personalizzazioni estetiche. Le ruote in lega leggera hanno permesso un risparmio di 1440 grammi sull’anteriore e 860 sul posteriore, con conseguente abbattimento dell’inerzia giroscopica di circa il 30%, un vantaggio in termini di dinamica traducibile su strada in una maggiore maneggevolezza e velocità d’inserimento in curva.
E’ la più vicina al concetto originario della V7, non solo per il nome identico alla prima V7 firmata da Lino Tonti ma perché ricalca fedelmente la stessa filosofia guida, quella di una moto da turismo ricercata nelle finiture ed esclusiva nelle soluzioni tecnica. Come la progenitrice è avvolta in un concetto cromatico bicolore ed è dotata di preziose ruote a raggi con canale in alluminio che, come nel caso della V7 Stone, contribuiscono a migliorare la dinamica di guida grazie al peso più contenuto rispetto alla V7 Classic. Il nuovo propulsore, irrobustito nell’erogazione, si adatta perfettamente al turismo a medio raggio, e complice i bassi consumi e la maggiore capacità del serbatoio, permette un’autonomia di marcia da ammiraglia, ruolo che può tranquillamente interpretare una volta equipaggiata con borse e parabrezza, accessori che ben di armonizzato con il design d’insieme della V7 Special.
La Racer è ora l’unica versione sportiva della V7 ed è il modello della gamma che beneficia maggiormente delle due più rilevanti novità: il nuovo motore ad alimentazione singola, che restituisce prestazioni più sportive e il serbatoio metallico, ulteriormente esaltato dal trattamento di cromatura specifico di questo pregiata versione. Prodotta in edizione numerata come rivela la targhetta celebrativa posta sulla piastra superiore di sterzo, la V7 Racer colpisce per la raffinatezza esecutiva dei dettagli, come la preziosa cinghia di pelle, un richiamo alle moto d’antan come i fregi metallici del logo Moto Guzzi, in tinta con il telaio. Quest’ultimo, di colore rosso ispirato a quello delle prime mitiche V7 Sport con telaio al CrMo, è il frutto di uno speciale trattamento di verniciatura, esteso anche ai mozzi, ruota e forcellone, che esalta la purezza architettonica del telaio.Su queste tubazioni appoggia la sportivissima sella monoposto (ma sono disponibili come accessori a richiesta la sella biposto e le pedane passeggero), rivestita di pelle scamosciata e raccordata in un codone aerodinamico sul quale sono state integrate lateralmente le tabelle porta numero, nel più puro stile seventies.
Di scuola tipicamente Guzzista è il cupolino, la cui forma richiama, con il piccolo plexiglas sormontante la tabella porta numero, il leggendario frontale della Gambalunga, sportivissimo e intonato stilisticamente al nuovo design del parafango anteriore. Tra gli elementi maggiormente distintivi di questa preziosa special edition vi è un largo impiego dell’alluminio spazzolato e forato, una lavorazione artigianale di alta fattura esecutiva con la quale sono stati prodotti i fianchetti laterali, le protezioni dei corpi farfallati e le staffe di supporto dei silenziatori. Tra i pezzi pregiati non mancano le pedane arretrate regolabili ricavate dal pieno, il perno di sterzo alleggerito e la protezione della piastra di sterzo realizzata attraverso un doppio anello cromato così ben riuscito da sembrare un ornamentale monile e una coppia di pregiati ammortizzatori Bitubo WMY01 dotati di regolazione del precarico molla, in estensione e compressione grazie a un pomello a scatti modificabile su 12 click. Una moto da guidare rigorosamente in nero, con casco a scodella e guanti in pelle con il palmo chiodato.
Gli Accessori
Tre motociclette dalla comune base tecnica, eppure così diverse nella caratterizzazione, pretendono ognuna una gamma di accessori dedicata. Moto Guzzi ha studiato e progettato raffinati componenti per enfatizzarne lo spirito sportivo, acuirne la versatilità o semplicemente rendere le V7 più affascinanti. Tra questi, segnaliamo il kit V7 Record: il nome Record evoca il prototipo di Moto Guzzi V7 che all’inizio degli anni ’70 conquistò 19 primati di velocità. Le forme dei componenti del kit richiamano alla memoria proprio le soluzioni aerodinamiche tipiche della racer anni ’70.
Il kit si compone di un cupolino di forma tondeggiante che ospita il proiettore singolo della V7, caratterizzato dai profili laterali di raccordo alla zona del serbatoio e da una sella che ingloba il codone monoposto, sagomato a formare uno spoiler nella sua parte terminale. La seduta sportiva è realizzata in uno speciale materiale schiumato bicomponente, ignifugo e idrorepellente, con memoria di forma, il massimo della tecnologa di diretta derivazione agonistica. I componenti sono realizzati in vetroresina, rispettano gli standard di omologazione e risultano facili da installare, grazie alle staffe di fissaggio (per il cupolino) in acciaio tagliato al laser e successivamente sabbiato.
MOTO GUZZI V7 Stone – La scheda Tecnica
Motore bicilindrico a V di 90°, 4 tempi
Cilindrata 744cc
Potenza max all’albero 37 kW (50CV) a 6200 giri/minuto
Coppia max all’albero 60Nm a 2800 giri/minuto
Impianto di scarico catalizzatore a 3 vie con doppia sonda Lambda
Raffreddamento aria
Sospensione anteriore forcella telescopica idraulica, Ø 40 mm
Sospensione posteriore forcellone oscillante pressofuso in lega leggera con 2 ammortizzatori regolabili nel precarico molla
Freno anteriore disco flottante in acciaio inox Ø 320 mm, pinza Brembo a 4 pistoncini
differenziati e contrapposti
Freno posteriore disco in acciaio inox Ø 260 mm, pinza flottante a 2 pistoncini
Ruota anteriore 18″ in lega, 100/90
Ruota posteriore 17″ in lega, 130/80
Altezza sella 805 mm (785mm opt.)
Capacità serbatoio carburante 22 litri (riserva 4 litri)
Peso in ordine di marcia* 179 kg
Gamma colori: Nero Ruvido; Bianco Puro
MOTO GUZZI V7 Special – La scheda Tecnica
Motore bicilindrico a V di 90°, 4 tempi
Cilindrata 744cc
Potenza max all’albero 37 kW (50CV) a 6200 giri/minuto
Coppia max all’albero 60Nm a 2800 giri/minuto
Impianto di scarico catalizzatore a 3 vie con doppia sonda Lambda
Raffreddamento aria
Sospensione anteriore forcella telescopica idraulica, Ø 40 mm
Sospensione posteriore forcellone oscillante pressofuso in lega leggera con 2 ammortizzatori regolabili nel precarico molla
Freno anteriore disco flottante in acciaio inox Ø 320 mm, pinza Brembo a 4 pistoncini differenziati e contrapposti
Freno posteriore disco in acciaio inox Ø 260 mm, pinza flottante a 2 pistoncini
Ruota anteriore 18″ in alluminio lucidato, a raggi, 100/90
Ruota posteriore 17″ in alluminio lucidato, a raggi,130/80
Altezza sella 805 mm (785mm opt.)
Capacità serbatoio carburante 22 litri (riserva 4 litri)
Peso in ordine di marcia* 179 kg
Gamma colori: Bianco/Rosso Astore; Giallo/Nero metallizzato
MOTO GUZZI V7 Racer – La scheda Tecnica
Motore bicilindrico a V di 90°, 4 tempi
Cilindrata 744cc
Potenza max all’albero 37 kW (50CV) a 6200 giri/minuto
Coppia max all’albero 60Nm a 2800 giri/minuto
Impianto di scarico catalizzatore a 3 vie con doppia sonda Lambda
Raffreddamento aria
Sospensione anteriore forcella telescopica idraulica Marzocchi, Ø 40 mm
Sospensione posteriore forcellone oscillante in lega leggera, con 2 amm. Bitubo pluri-regolabili
Freno anteriore disco flottante in acciaio inox Ø 320 mm, pinza Brembo a 4 pistoncini differenziati e contrapposti
Freno posteriore disco in acciaio inox Ø 260 mm, pinza flottante a 2 pistoncini
Ruota anteriore 18″ in alluminio anodizzato nero, a raggi, 100/90
Ruota posteriore 17″ in alluminio anodizzato nero, a raggi, 130/80
Altezza sella 805 mm (785mm opt.)
Capacità serbatoio carburante 22 litri (riserva 4 litri)
Peso in ordine di marcia* 179 kg
Gamma colori: Racer
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