SBK, Nico Terol a Motoblog: "Devo ancora trovare il limite della Ducati"

Superbike 2015 - Intervista esclusiva con il pilota spagnolo, neo-acquisto del team Ducati Althea Racing: "Il livello della moto è alto, ma io ho ancora tante cose da imparare."

Di Adriano Bestetti
Pubblicato il 3 feb 2015
SBK, Nico Terol a Motoblog:

Ducati Althea SBK 2015 – Per lo spagnolo Nicolas ‘Nico‘ Terol, il 2015 deve essere l’anno del riscatto. Dopo una brutta stagione in Moto2 con il team Mapfre Aspar, lo spagnolo si appresta a fare il suo debutto nel Mondiale Superbike con il quotato team Althea Racing, che ha deciso di puntare su di lui nonostante la brutta battuta d’arresto nella sua carriera rappresentata dal 2014.

Terol, classe ’88, aveva conquistato l’ultimo titolo mondiale della classe 125 nel 2011 con 8 vittorie, successo arrivato dopo due stagioni in cui era arrivato terzo e secondo in campionato. Passato l’anno successivo in Moto2, conquistando un podio, nel 2013 era stato protagonista di un’annata in crescendo in cui aveva raccolto ben 3 vittorie, proponendosi come uno dei possibili favoriti per il titolo della Middle Class 2014.

Le cose, come detto, sono invece andate molto diversamente per il 26enne valenciano, incappato in una serie di pessime prestazioni – spesso con cadute – che alla fine hanno portato ad un misero bottino di 2 soli punti a fine stagione (contro i 150 dell’anno prima, anno in cui chiuse il Mondiale al settimo posto).

Abbiamo incontrato Nico Terol in occasione della presentazione ufficiale del team Ducati Althea Racing della scorsa settimana, approfittandone per fargli qualche domanda sulla sua nuova avventura. Nonostante i buoni responsi nel recente test di Jerez (in cui alla fine ha preceduto il compagno di colori Matteo Baiocco), lo spagnolo, comprensibilmente, non si è lasciato andare in grossi proclami, sottolineando per quasi tutta l’intervista come la sua unica priorità, al momento, sia quella di imparare a conoscere e sfruttare il pieno potenziale della sua nuova Ducati 1199 Panigale R 2015.

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Innanzitutto ti chiedo come è stato l’approccio con la Superbike partire dalla moto, con il salto alle 1.000 cc. Passare dalla Moto2 alla Superbike rappresenta comunque un salto non indifferente per te…

“Sono molto contento, mi sto divertendo tanto con questa moto, anche se è molto diversa dalla Moto2: c’è più elettronica, c’è più motore, ma sono sicuramente contento di aver fatto questo salto. Penso che con il tempo le cose potranno solo migliorare. Mi trovo bene con la squadra e devo sicuramente ringraziare Genesio [Bevilacqua, manager del team Althea] per avermi dato questa grande opportunità.”

Dopo i primi test, anche se in pratica avete girato sull’asciutto solo a Jerez, come hai visto il livello della moto ed il tuo rispetto agli altri?

“E’ chiaro che c’è ancora tanto da lavorare, ma credo di poter dire che lo cose stanno andando bene. Al momento per me è importante arrivare a conoscere bene la 1199 Panigale. Il livello della moto è alto, questo è chiaro, così come è chiaro che io, da parte, ho ancora tante cose da imparare. Per adesso la cosa importante è fare tanti chilometri in sella, perché fino ad ora non ho girato quanto avrei voluto.”

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Ti sei già posto qualche genere di obiettivo per la prossima stagione?

“Come dicevo, per adesso l’obiettivo è solo quello di trovare il limite della moto, e di divertirmi. Credo che se sarò in grado di divertirmi arriveranno anche i risultati, ma in questo momento non sono certo i risultati quello che ho in mente. Naturalmente io voglio stare davanti, ma non posso ancora dire quanto tempo mi servirà per sfruttare la moto come si deve. Quello che conta, quindi, è imparare in fretta, perché per me ci sono tante cose che sono ancora del tutto nuove.”

Tornando all’anno scorso, che genere di problemi hai avuto? I risultati sono stati sicuramente al di sotto delle aspettative della vigilia..

“E’ difficile da dire perchè l’anno scorso la moto era cambiato tanto, e per me era diventato tutto più difficile. Già dopo due o tre gare non mi sentivo più a mio agio sulla moto. Il telaio era sempre Suter ma era molto diverso, così ho progressivamente perso molta fiducia e ho iniziato a cascare per terra. Diciamo che se perdi la giusta direzione in Moto2, poi è difficile ritrovarla, perché ti ritrovi regolarmente a sgomitare con 20-25 piloti.”

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Siamo ancora all’inizio dell’anno ed è quindi difficile lasciarsi andare in pronostici, ma ti chiedo comunque quali ritieni che siano, al momento, i piloti ‘favoriti‘ per la Superbike e per le tre classi del Motomondiale?

“In Superbike vedo molto bene Sykes, Rea, Giugliano e Davies, perchè sono piloti che conoscono bene le loro moto, hanno grande esperienza in questo campionato e sono decisamente molto veloci. In MotoGP vedo bene Marc [Marquez], perché è chiaro che può continuare a vincere, ma vedo bene anche Valentino [Rossi]: secondo me ce la può fare a stare lì davanti con i primi quest’anno, anche perché arriva da una bellissima stagione. In Moto2 il favorito è Rabat, che è il campione in carica, ma credo che anche Johann Zarco sarà in grado di lottare per il titolo. In Moto3 è difficile da dire, ma secondo me è molto forte Quartararo, un 15enne francese che arriva dal CEV e secondo me potrà essere là davanti sin da subito, ma penso potranno far bene anche Bastianini e Vasquez.”

Come ultima domanda, ti chiedo qual è la tua opinione personale sul road racing, sulle corse su strada tipo Tourist Trophy, North West 200 etc..

“Vanno velocissimi, sono impressionanti. Mi piacerebbe molto andare all’Isola di Man per vedere le gare almeno una volta, ma è una cosa molto diversa da quello che faccio io. Per vederlo, lo vorrei davvero vedere perché penso che sia fantastico, ma in quanto a farlo, non credo che ne avrò mai l’intenzione. Si tratta comunque di due cose abbastanza diverse: credo che il limite a cui vanno quei piloti sia diverso dal nostro limite in circuito, e questo perché il livello di sicurezza non è affatto lo stesso. Sarebbe difficile andar lì e pensare di fare le stesse cose che si fanno in pista. Preferisco vederle.”

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