Ducati 1199 Panigale S ABS 2012: il Vostro test
Primo test del nostro lettore sulla Ducati 1199 Panigale S ABS 2012
Abbiamo ricevuto una mail interessante dal nostro lettore Roberto, del Ducati Club Lecce, che ringraziamo da subito. In realtà si tratta del suo primo test/racconto della sua nuova moto: 1199 Panigale S con ABS. Siamo d’accordo con quanto scrive Roberto “credo che raccogliere le prime impressioni da parte di un NON-tester su una moto che sta facendo sognare molti appassionati possa essere cosa gradita a tutti” e per questo motivo abbiamo deciso di pubblicare integralmente il suo test. Cogliamo l’occasione per ricordare a tutti che siamo disponibili a raccogliere altri test di nuovi modelli tramite email: suggerimenti@motoblog.it.
Tutto è inziato lunedì 2 aprile, quando inaspettatamente ricevo la telefonata del concessionario Ducati di Lecce e provincia, Valentini Moto, che data la sua nota simpatia e professionalità, mi riferisce che la moto sarebbe purtroppo arrivata a fine maggio. Sconfortato, lo saluto ed inizio a pensare all’acquisto di una bicicletta. Dopo un paio d’ore ricevo un’altra telefonata. Il concessionario mi dice che devo recarmi da loro al più presto perchè avevano bisogno di un consiglio. Di lì a poco mi reco dal concessionario ed entrato nel locale cosa vedo in bella vista? Coperta da un telo rosso Ducati Performance e sollevata da terra con dei cavalletti rossi… mi aspettava la mia fiammante Ducati 1199 Panigale S, già immatricolata, assicurata e pronta a partire. Chè dirvi di più: un vero infarto!
Ho percorso circa 200 km, di sole curve intervallate da qualche rettilineo, sufficienti ad apprezzare il gran lavoro che Ducati ha fatto per questa moto. La fantastica litoranea salentina, da Otranto a Leuca, meta preferita di tutti i motociclisti nostrani, è stato il manto di prova della nuova Panigale, sempre nel rispetto del codice stradale e porgendo estrema attenzione, vista la nota pericolosità della stessa.
Come un tester professionista vi elenco in punti le mie considerazioni:
1. Ciclistica: La 1199 Panigale è una moto che può guidare chiunque. La facilità di ingresso in curva, la maneggevolezza, la sicurezza in uscita sono i punti salienti. Rispetto al vecchio modello, la moto è molto più pronta a scendere in piega e molto più stabile in percorrenza, senza ondeggiamenti o incertezze legate al non sempre perfetto manto stradale. Trovarsi di fronte ad improvvisi tratti con asfalto umido non è un problema…Non ci si accorge neanche che tutto ciò stia accadendo. Il DTC interviene in maniera assolutamente non invasiva e ti fa uscire dalla curva senza interferire. Non vi è più infatti quell’improvvisa perdita di potenza (tipo on-off) del DTC del 1198. L’impianto frenante poi è una goduria: morbido, progressivo ed efficacissimo. Due dita son forse troppo per afferrare la leva del freno. L’ABS non è mai intervenuto fino ad ora e non posso esprimere pertanto giudizi in merito.
2. Motore: “scordatev u passat”….come diceva un famoso napoletano. Il nuovo 1200 conserva solo il sound del vecchio testastretta anche se sembra un po’ meno cupo. Il motore sale rapidamente di giri, come se il volano su questa moto non esistesse. Ricordate le vecchie 250 a 2 tempi? Beh sembra la stessa cosa. Non è più brusco e violento come il precedente, ma è sempre progressivo e fluido, e riprende sin da subito anche in 6a marce a 2000 giri, cosa che prima era inimmaginabile. Purtroppo il limitatore impostato a 6000 giri non mi ha permesso di spignere fino a quando non avrò raggiunto la soglia dei 1000km di fine rodaggio. Un cenno alla frizione ed al cambio.
La prima è così morbida che sembra di non guidare una ducati; il cambio elettronico così preciso e veloce che non ti stanchi mai ad usarlo. Ultima nota riguardo ai Riding Mode: come sapete sono tre: Race (195cv Hi), Sport (195Cv Lo) e Wet (120Cv). La differenza la si avverte soprattutto nella prontezza di risposta del motore all’apertura del gas. In Wet è molto più dolce e tranquillo ed infatti lo preferisco per i lunghi tragitti a velocità costante. Sport e Race sono invece mappature molto più aggressive: O dai gas o chiudi e la risposta è davvero rapidissima e violenta. La moto con queste mappature è un animale…vuole uscire dalla gabbia dei 6000 giri ad ogni costo…
3. Estetica: la moto sembra provenire dal futuro, e non c’è nulla da dire. Il codino ed il serbatoio sono a mio avviso le cose meglio riuscite. Peccato sia scomparso il traliccio, ma l’innovazione deve procedere e non si può sempre pensare al passato. Alcune note negative. Visto il prezzo della moto avrei inserito di serie anche il parafango posteriore in carbonio e non il solo anteriore. In secondo luogo avrei studiato degli specchietti meno alti, ma le normative europee impongono che ci sia una buona visibilità che rispetto alla vecchia serie è sicuramente comunque migliorata.
4. Come va in città: nel traffico cittadino la moto è molto comoda e sfrutta il peso piuma per sfuggire agilmente agli attacchi degli scooteroni. Le sospensioni rispondono benissimo alle buche senza colpi micidiali sulla schiena. Le braccia non fanno male ed il collo non è molto curvato. Ciò che fa un po’ più male sono le parti basse…La sella proprio in quel punto sembra un po’ dura e a lungo andare da fastidio, specie se si fa una corsetta allegra in un misto guidato a dovere. Probabilmente con la tuta, che è più rigida, la situazione migliora.
Il prossimo test sarà il Mugello, sperando nella clemenza del tempo.
Test scritto da Roberto
Ducati Club Lecce