MotoGP: Marquez, l’acchiappa test. Ci prova Lorenzo. Anche Iannone. Scende Rossi. Melandri, dietrofront?

MotoGP 2015 - Marquez ha regolato tutti nei Test di Sepang2. Tiene Lorenzo, stupisce Iannone che precede Rossi. Melandri impalpabile

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 26 feb 2015
MotoGP: Marquez, l’acchiappa test. Ci prova Lorenzo. Anche Iannone. Scende Rossi. Melandri, dietrofront?

La MotoGP, dopo la nuova tre giorni di Sepang, archivia il test numero due della attesissima stagione 2015 ma nella classifica dei tempi non cambia il numero uno, sempre Marc Marquez (1’59.115), ancora una volta inequivocabilmente davanti a tutti.

Nessuna ipoteca iridata da parte del giovane pluricampione del mondo spagnolo, per carità, ma non c’è dubbio che il fenomeno della Honda resta tale, più carico e deciso che mai, fors’anche più “maturo”, anche quest’anno il favorito, il pilota da battere.

Un mese è lungo ma sarà sufficiente agli inseguitori per recuperare l’attuale gap nei confronti del binomio iridato? Il dubbio c’è perché allo stato attuale solo Jorge Lorenzo pare all’altezza della sfida anche se i tre decimi subiti non sono proprio una quisquiglia.

Che succede? Quel che si sapeva: la Honda non è stata con le mani in mano e sembra in grado di conservare il vantaggio della scorsa stagione, vantaggio minimo, ma sempre vantaggio. Soprattutto è Marquez a fare la differenza ed è questo il fatto che, più di ogni altro, può tagliare le gambe alle velleità di rivincita degli avversari, nessuno escluso.

Chi non ricorda la storiella della marcia in più di Marquez nel 2014 grazie alla diavoleria del cambio Honda? Quest’anno anche le Yamaha ufficiali dispongono del cambio “seamless” (si cambia senza frizione sia in accelerazione che in scalata) ma la musica non… cambia. Nelle corse, si sa, spesso si pensa che migliorando un componente tecnico cui si addebita il gap rispetto agli avversari, si è a cavallo. Ma qui non esistono soluzioni magiche, perché è sempre tutto in forte e continua evoluzione, mai nessuno sta fermo e – se c’era bisogno di conferma – Honda (grazie anche a super Marc) si tiene il “vantaggino” che già aveva. Sarà così anche nel prossimo test e soprattutto nella prima gara di Losail?

Pedrosa l’ha presa “calma” ma la zampata del redivivo Cal Crutchlow (terzo tempo) la dice lunga sul livello della Honda. Anche Rossi (1’59.833) ha fatto bene bene i compiti di casa ma anche qui pare oramai scontato, almeno in questa fase, il film da vedere: Valentino spara tutte le cartucce nella prima fase della prima giornata di test per venire poi risucchiato dagli avversari, e non solo da Marquez.

In questo senso si ripete anche il modo di come i media (italiani) interpretano e raccontano questi test, sparando titoloni e/o gran video quando Rossi conquista il miglior tempo pro tempore, poi quando il 9 volte campione del Mondo retrocede nella classifica, svaniscono titoloni e video, come se i test non ci fossero più. Le (poche) eccezioni confermano la regola.

Ducati e Aprilia non sono sullo stesso piano, e questo si sapeva, data l’esperienza delle “rosse” nella premier class, di fronte al debutto della Casa di Noale. La nuova GP15 non delude le aspettative, specie con Iannone (1’59.722) che pare davvero il valore aggiunto della Casa bolognese. Un segnale “interessato” arriva proprio da Rossi che, visti i tempi (di Iannone), non si lascia sfuggire una frecciata velenosa sui regolamenti: “Adesso la Ducati ha troppi vantaggi”, (gomma chevingum ecc.), un modo come un altro per non perdere l’occasione di criticare la sua ex ma anche un segnale di grande interesse verso la competitività della nuova Ducati, se non proprio di forte preoccupazione.

In Aprilia prosegue il lungo e complesso lavoro di messa a punto, tutti a testa bassa, con il (mezzo) sorriso a bocca chiusa, con Marco Melandri “maglia nera” in vesta di collaudatore, miglior tempo se si legge la classifica all’incontrario (2’03.569 gap di quattro secondi e mezzo!). Va un po’ meno peggio per Alvaro Bautista, 19esimo tempo, pur se sopra il muro dei due minuti, con gap di oltre due secondi.

Nessuna ironia, ma semplicemente la conferma di una strada in salita e lunga da percorrere per trovare quella competitività adeguata al palmares della Casa veneta e di quello del Team di Fausto Gresini. Purtroppo Melandri è nel vicolo cieco e il suo viso ai box di Sepang è ancora più eloquente dei tempi. Per Marco e l’Aprilia il rischio è (troppo) alto: ne vale davvero la candela? Perché non un immediato ripensamento riportando il ravennate in Sbk?

Sukuki nella top ten con tempi da non sottovalutare. Ultima considerazione. Prosegue l’apprendistato del rookie Jack Miller (2’01.593), direttamente dalla Moto3 alla MotoGP, cui spetta dimostrare che il gran salto dalla classe cadetta alla premier class non è stato un azzardo.

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