MotoGP: Aprilia ed i dolori della giovane RS-GP

MotoGP 2015 - Un pilota, Bautista, fuori alla sesta curva del primo giro e l'altro, Melandri, penultimo e non doppiato per un soffio. Questo il bilancio dell'Aprilia nella gara inaugurale di Losail. Eppure la RS-GP in rettilineo è già veloce come le altre open, Suzuki in particolare. I problemi risiedono però altrove.

Di Gianluca Salina
Pubblicato il 3 apr 2015
MotoGP: Aprilia ed i dolori della giovane RS-GP

Il rientro nella MotoGP di Aprilia non si può certo definire sfavillante. Un ritiro, quello di Bautista, al primo giro, dopo un contatto con Marquez ed un penultimo posto, quello di Melandri, che ha concluso la gara del Qatar ad un soffio dal doppiaggio, con 1’48” di ritardo da Valentino Rossi, tornato alla vittoria.

Le attenuanti generiche ci stanno tutte, per la casa di Noale, a partire dalla difficoltà di rientrare in quella che è la massima espressione del motociclismo sportivo, avendo a che fare con nomi come Ducati, Honda Suzuki e Yamaha e, per di più, dopo essere scesa nell’arena con un anno di anticipo sul previsto (doveva avvenire nel 2016).

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La casa di Noale è abituata a fare scelte controcorrente (basti pensare alla RSW2-500, nata come bicilindrica due tempi da 410 cc di cubatura quando i competitor correvano con motori da 500 cc indipendentemente dal numero di cilindri ed alla più recente RS-Cube del 2002-2004, appartenente già all’era MotoGP e caratterizzata da un propulsore 1000 a 3 cilindri.

A questo si aggiunga l’aver messo insieme, da parte dell’azienda veneta, una moto in parte derivata dalla RSV4 impiegata in Superbike ed in parte della ART Open utilizzata da alcuni team privati, con il tutto ovviamente rivisto in elettronica ed aerodinamica, ma soprattutto nel motore, che ha ricevuto le valvole pneumatiche come la concorrenza.

Ed è stato paradossalmente proprio il comparto propulsore, quello che si è comportato meglio, riuscendo, con Melandri, a finire la gara, (cosa per nulla scontata, per un mezzo al debutto, in una competizione simile), spuntando velocità analoghe (tra i 335 ed i 337 km/h) all’altra esordiente di lusso, Suzuki ed a svariate Open, ad eccezione di Ducati, ovviamente.

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Quello però che sembra non andare, oltre all’aspetto piloti, con un Bautista non giudicabile ed un Melandri che deve ritrovare fiducia in sé stesso prima che nella RS-GP è la parte ciclistica ed il telaio, dal momento che il pilota di Ravenna è arrivato al traguardo con 34” di ritardo da Alex DeAngelis, in sella ad una ART di cui l’Aprilia del Team Gresini dovrebbe essere una profonda evoluzione.

Il confronto tra il ravennate ed il sammarinese è ancora più impietoso se si guarda al fatto che il best-lap del primo è di 1,6” inferiore al miglior giro del secondo. I dubbi sull’opportunità di un esordio in anticipo sulla roadmap restano, unitamente a quelli secondo i quali potrebbe a tal proposito esserci stata pressione di Dorna affinché questo avvenisse.

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A farne le spese saranno inevitabilmente i risultati, anche se il reparto corse della casa di Noale ha pochi eguali al mondo. Sono però le recenti dichiarazioni di Romano Albesiano circa l’archiviazione della RS-GP 2015 in favore dello sviluppo del prototipo puro che prenderà parte alla prossima stagione, a gelare le aspettative per quest’anno.

L’attuale moto sarà verosimilmente sviluppata lo stretto necessario per poter proseguire l’attività di laboratorio viaggiante per la raccolta dei dati in ottica 2016, uno scenario a cui, almeno fino ad ora, Bautista ha dimostrato di adattarsi meglio di quanto non abbia fatto Melandri, anche se per entrambi ed Aprilia, il 2015 è iniziato in salita.

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