SBK Assen, Rea "mattatore" come Marquez?
Superbike 2015 - Sulla piana di Assen, su un circuito che pur ridimensionato resta la cattedrale del motociclismo, la doppietta di Jonathan Rea certifica una netta superiorità di un pilota che in sella alla Kawasaki è diventato quasi imbattibile.
Così come in MotoGP è Marquez a vincere su una Honda con i fiocchi ma non dominatrice senza il giovane fenomeno spagnolo, anche in Sbk è oggi il pilota a fare la differenza.
La prima “vittima” di questa nuova situazione è Tom Sykes, non un pilota qualsiasi, oramai psicologicamente nel pallone, incapace di arginare l’ondata travolgente del suo compagno di squadra.
E’ la classica cartina del tornasole: la pur splendida “verdona” non sarebbe così imprendibile, dimostrando una superiorità persino disarmante. Già, perché Rea ha gestito le due gare con grande maestria, tecnicamente e agonisticamente perfetto, tirando il collo a chi intendeva infastidirlo più del dovuto, illudendo chi pensava al sorpasso, aprendo tutto quando serviva. Così si vincono le corse e così si vincono anche i titoli mondiali. Rea, più che bravo, superbo: giù il cappello!
Ma, dietro, non ci sono solo sconfitti. Di Sykes abbiamo già detto e non sarà facile per lui risorgere e tornare agli antichi splendori. Idem per l’iridato Sylvain Guintoli.
Al di là della classifica, comunque importante e positiva, ci sono due piloti che, oltre a meritarsi il plauso, dimostrano gran manico, gran temperamento, di sicuro un futuro importante, sin da … subito.
Parliamo del ducatista Chaz Davies e dell’hondista Michael Vand der Mark, entrambi grandi combattenti, al limite della temerarietà. Guidano tutti e due belle moto – molto diverse fra loro, come si sa – ma non certo in grado oggi di tentare il sorpasso della Kawasaki. E’ il valore dei due piloti a rendere ancora più competitiva la bicilindrica di Borgo Panigale e la quattro cilindri della Casa dell’Ala dorata.
Chi sta un pelino sotto, soffrendo e non riuscendo appieno a far emergere il gran potenziale dell’Aprilia è Leon Haslam. Intendiamoci, parliamo di un fior di campione, ma senza quel pelino che qui serve per tentare l’assalto alla baionetta togliendo a Rea il ruolo del mattatore e riportando la moto della Casa di Noale nel posto che gli spetta.
E gli italiani? Aspettando a Imola Davide Giugliano.
Visti i due round di Assen, meritano comunque tutti un incondizionato “bravi!”, corse vere, per una Sbk che resta, con i suoi limiti, sempre tutta da vedere e da assaporare.