Lorenzo, "re" d'Inghilterra. Stoner e Pedrosa in difesa. Hayden ci prova. Rossi spento.
Meritato, strameritato il trionfo di Jorge Lorenzo (Yamaha) a Silverstone. Vittoria da manuale, dal doppio peso: sul piano psicologico e sul piano dei numeri. Il maiorchino smonta le velleità degli avversari ipotecando il titolo iridato. Il mondiale è ancora lungo e ricco di insidie, aperto anche a colpi di scena: ma da questo interessante GP d’Inghilterra la lepre è una sola e non sarà facile acchiapparla. Neppure per il blasonato binomio della Honda, Stoner e Pedrosa, cui va il merito di averci provato ma … invano. Si conferma ciò che si sapeva: senza Stoner “vincente”, la Casa dell’Ala dorata non vince.
E i fatti dimostrano che la scelta (con annuncio anticipato) dell’addio alle corse del “canguro” non è vero che non lascia il segno. In negativo per il pilota e per la sua Casa. Tant’è. Pedrosa c’è, ma resta impigliato nel terzo gradino. Niente di nuovo per i ducatisti: Hayden si è spremuto all’inizio, con qualche bel numero, imballandosi in seguito, a dimostrazione di una volontà e lucidità a corrente alternata.
Rossi – può far male dirlo – corre per la tangente, alla ricerca del colpo di “genio”, cioè del colpo di c…lo. Siamo all’azzardo, di fatto (vedi la scelta gomme di oggi) il nove volte campione del Mondo è alla ricerca di una cortina fumogena per coprire prestazioni e risultati da cancellare. Altri grandi campioni, in passato, hanno percorso la stessa strada. Ma è quella che porta diritti al tramonto.
Ritrovato Spies. E Crutchlow da monumento. Dovizioso ci ha illusi, lasciandoci poi con l’amaro in bocca. Gara non certo piatta, specie davanti. Ma la MotoGP ha il (prossimo) futuro già scritto.