BMW S1000RR Superbike a Misano 2012: il test di Motoblog con Massimo Roccoli
Dopo avervi mostrato l'intervista a Marco Melandri, chiudiamo oggi il nostro report sul test della BMW S1000RR, e delle sue derivate Superbike e Superstock, con un'altra intervista ad un altro pilota professionista. Ad affiancare il nostro tester ufficiale Lorenzo Baroni, sulla Circuito Marco Simoncelli di Misano Adriatico abbiamo portato Massimo Roccoli, che ci ha supportati nel “capire”, nei pochi giri di pista concessi ai tester, le caratteristiche salienti di queste moto e le differenze al limite che intercorrono tra la moto del Team BMW Motorrad SBK 2012 e quella del Team BMW Motorrad Italia Goldbet Superbike.
Dopo solo due giri,e nonostante non guidi una Superbike da qualche anno, Massimo aveva già segnato sul cronometro il tempo di 1.42 basso, un giro abbastanza veloce e che ci permette di evidenziare molte caratteristiche di queste moto. I nostri tester hanno infatti notato come la moto di Michel Fabrizio sia tarata con un assetto più morbido e meno caricato sull’anteriore e inoltre, assetto quindi più comodo ed indicato per i piloti più alti. Tutt’altra storia la moto di Melandri, con un avantreno solido e un motore potentissimo agli alti regimi e un allungo interminabile dopo i 10.500 giri.
Come anticipato negli scorsi episodi, il test ufficiale organizzato da BMW, ha impegnato i tester attraverso tre diversi turni in pista, durante i quali i giornalisti avevano a disposizione due giri per ognuno dei tre “livelli” di moto testata. Andiamo quindi a scoprire insieme quali sono e come si comportano tra i cordoli.
Il Test
Da circa due anni, grazie al suo rapporto record peso/potenza (193 cv per 183 kg) e grazie alle modernissime tecnologie impiegate, la BMW S1000RR domina il mercato mondiale delle supersportive, lasciandosi alle spalle con tanta spregiudicatezza modelli che hanno fatto la storia delle due ruote. Con questi numeri, non può essere altro che una moto nata per la pista, dove è libera di sfogare tutta la sua potenza e può raggiungere facilmente i 300km/h, con un’accelerazione da 0-100km/h di circa 2 secondi, e superare i 140 km/h già in prima marcia!
Abbiamo testato questa supersportiva così estrema sul circuito di Misano Adriatico, recentemente intitolato al grande pilota Marco Simoncelli. Sulla pit-lane, gremita di tecnici e tester, a fianco alla BMW S1000RR M.Y.2012, troviamo le sue dirette evoluzioni racing che partecipano al campionato del mondo Superbike e alla coppa del mondo Superstock. Le moto testate e che corrono nella classe Regina, sono quelle dei piloti italiani Michel Fabrizio e Ayrton Badovini, del Team BMW Motorrad Italia Goldbet Superbike, e le moto di Marco Melandri e Leon Haslam, del Team BMW Motorrad SBK 2012. Quelle che corrono invece nel campionato del mondo Superstock con il Team BMW Motorrad Itala Goldbet, sono le moto di Baroni e Barier. Ecco ciò che Massimo Roccoli e Lorenzo Baroni hanno riscontrato in sella a questi mostri su due ruote.
La S1000RR di serie
Si parte dunque dal modello standard, la S100RR che troviamo presso tutti i concessionari BMW, con la centralina già impostata in modalità “Race”. La moto, mette in luce sin dai primi metri la sua propensione per la guida tra i cordoli mostrandosi precisa e velocissima grazie al motore che spinge forte dove serve, vale a dire dagli 8 ai 14.000 giri, il suo traction control è sempre molto efficace nel controllare i movimento o le perdite di aderenza del posteriore, mentre la frenata è potente e incisiva. Ricordiamo infatti che la S1000RR è tra le poche supersportive ad essere equipaggiata di serie con un sistema ABS molto evoluto e prodotto dalla Bosch che permette anche una taratura nelle modalità di intervento associata al comportamento del motore e del traction. Selezionando infatti le modalità di guida tra click, race, sport e rain si seleziona anche una diversa logica di intervento sia per il controllo di trazione sia per l’intervento dell’ABS che ripartisce automaticamente la forza frenante sia sulla ruota anteriore che sulla posteriore azionando la sola leva al manubrio.
Rispetto al modello 2011, la nuova evoluzione della S1000RR si rivela più rapida in inserimento di curva e più maneggevole e leggera nei cambi di direzione, questa caratteristica è legata a importanti modifiche strutturali apportate sul telaio e sulla zona della forcella e del cannotto di sterzo. Il motore mantiene il suo classico comportamento da primo della classe, dolce e progressivo ai medi e bassi regimi, si scatena con una spinta pazzesca una volta superati gli 8.000 giri. Il peso limitato premette di gestire facilmente la moto anche nei rapidi cambi di direzione, mentre l’assetto piatto e la ridotta distanza tra la sella e i manubri migliora la guidabilità. Il suo prezzo di partenza è di 16.850 Euro ma non comprende importanti aiuti nella guida come il traction control e la gestione delle mappature del motore.
S 1000 RR Superstock
Dopo la prova della moto standard ci prepariamo a salire sulla versione Superstock della coppa del mondo guidata da Baroni e Barrier, ricordiamo che il regolamento di gara impone a queste moto una grande vicinanza con il modello di serie, e le modifiche permesse dal regolamento riguardano solo interventi sulle sovrastrutture, quindi eliminazione del posto passeggero e delle pedane, asportazione di frecce specchi e fari, utilizzo di una carenatura e un codino leggeri in vetroresina, un nuovo sistema di scarico, filtro aria più permeabile e riprogrammazione della centralina di gestione motore. Tutto il resto come: cerchi, freni, motore, telaio, forcella e misure pneumatici devo restare quelli della moto di serie. Sulle sospensioni è possibile sostituire il nomo ammortizzatore posteriore con un elemento compatibile e aggiornare l’interno della forcella di serie personalizzando la taratura delle molle e dell’idraulica.
Il risultato è una moto che mostra un carattere del motore molto vicino alla moto di serie, le differenze più evidenti si avvertono per ciò che riguarda la taratura delle sospensioni molto più alta e scorrevole sull’anteriore. La forcella della moto Stock infatti presenta una corsa più lunga e una altezza statica superiore con il risultato di sentire l’avantreno più alto del solito, questo richiede un certo adattamento alla guida. La scelta è legata in parte alle preferenze e agli stile di guida dei piloti, in parte al loro fisico e infine alla esigenza di queste moto di frenare molto forte dentro la curva e spesso con la moto già piegata. In questa situazione la forcella perde parte della sua corsa perché la frenata genera una compressione, l’aumento statico della corsa quindi serve per recuperare quella persa nella fase di frenata e inserimento.
S1000RR Superbike
Se il modello di serie e quello da Superstock impressionano per potenza e efficacia di guida, il modello da Superbike si dimostra semplicemente impressionate ed esplosivo sia per la mostruosa potenza e accelerazione di cui è capace, sia per la precisione e coerenza direzionale con cui si lascia guidare. Entrambe le moto provate si dimostrano praticamente impeccabili, sia nella messa a punto della ciclistica, sia nel comportamento del motore che nel funzionamento dell’elettronica di gestione dell’erogazione e del traction control.
Le differenze tra a moto del team Goldbet Italia e quel del team Germany guidata da Melandri risiedono in parte nell’assetto, più morbido e dall’impostazione più stradale quello di Michel Fabrizio, più rigido e caricato sull’anteriore quello di Melandri. Anche i propulsori evidenziamo differenze nell’erogazione della potenza, con la moto del team Goldbet che è più dolce e progressivo nel salire di giri mentre il team germany è più aggressivo e rapido agli alti regimi con un allungo veramente impressionante oltre la quota dei 14.000 giri.
Proprio al pilota ravennate, sempre disponibilissimo nel dare consigli, ci racconta alcuni aspetti della sua moto e le scelte tecniche fatte sul circuito di Misano. A Melandri inoltre, è anche legata la prima ed unica vittoria finora di BMW nel mondiale Superbike, successo ottenuto a poche gare dal debutto di Marco sulla moto tedesca. Sul circuito di Misano Marco utilizza ad esempio una sesta marcia più corta rispetto a molti suoi colleghi, infatti riusciva a tirare la sesta al limitatore prima della curva della Quercia (impressionante). Mentre, sempre in sesta marcia, il pilota BMW arrivava alla prima (e velocissima) curva del Carro, dove si inserisce la S1000RR senza frenare quasi in pieno e con il motore in prossimità del limitatore. Scendendo in piega poi, a causa dell’accorciamento del rapporto finale (che si genera con la riduzione della circonferenza di rotolamento del pneumatico quando questo lavora sulla spalla) entra in funzione il taglio del limitatore di giri che è l’unico elemento che innesca il rallentamento della moto e le permette di tenersi vicino alla corda della curva e di inserire questa SBK della BMW nella successiva curva del Carro.
Scopriamo poi che Marco utilizza la prima marcia solo in due occasioni alla terza curva del carro e all’ingresso della curva mumero quattro, mentre già in uscita inserisce già la seconda con la moto molto piegata.