MotoCult: Triumph TT 650

MotoCult: la Triumph TT 650 di "La Grande Fuga"

Di Francesco
Pubblicato il 3 lug 2012
MotoCult: Triumph TT 650

Come tutti i martedì eccoci ad un nuovo appuntamento con MotoCult, la rubrica che vi racconta tutte le curiosità sulle moto che hanno fatto la storia del cinema: oggi parliamo di Triumph, una casa motociclistica che ha visto tanti dei suoi modelli protagonisti di numerosi indimenticabili film e di almeno un paio di veri e propri cult che vi presenteremo tra oggi e la prossima settimana.

Bellissima, elegante e britannica fino al midollo: non stiamo parlando dell’albionica Elisabeth Hurley ma dell’immortale Triumph TT 650. Negli anni ’50 e ’60 la Triumph era la moto delle star: James Dean, Marlon Brando, Elvis, Bob Dylan e Steve McQueen scelsero le moto di Meridien come vero e proprio feticcio e simbolo di uno stile di vita libero e anticonformista. 1963: esce nei cinema “La Grande Fuga” (The Great Escape) di John Sturgess. Un gruppo di prigionieri di guerra britannici e statunitensi organizza un rocambolesco piano per fuggire da un lager tedesco.

Tra di loro Charles Bronson, James Coburn e Steve McQueen: e proprio Steve, una volta scappato dal campo, sale a bordo di una Triumph 650 del ’61, cammuffata da BMW della Werhmacht e scorrazza per le campagne della Baviera inseguito dai nazisti. Dopo un salto passato alla storia, che l’attore avrebbe voluto eseguire in prima persona ma che la produzione gli impedì categoricamente imponendogli lo stuntman Bud Ekins, oltre una fila di cavalli di frisia, Steve cade in mezzo al filo spinato, ma prima di arrendersi accarezza il serbatoio della sua moto, in una delle scene più toccanti del film.


Triumph TT 650 - La Grande Fuga
Triumph TT 650 - La Grande Fuga
Triumph TT 650 - La Grande Fuga
Triumph TT 650 - La Grande Fuga

La domanda che sorge spontanea è: perché una megaproduzione hollywoodiana era caduta nel banale errore di camuffare una moto inglese degli anni ’60 da mezzo militare tedesco degli anni ’40? Non avrebbero potuto utilizzare un mezzo d’epoca (che in quel periodo, a soli vent’anni dalla fine della guerra, ancora abbondavano)?

Certo che si, ma se osservate il video, capirete che nemmeno un grande stuntman come Ekins sarebbe riuscito a fare un salto del genere (quasi 3 metri di altezza per 20 di lunghezza!!) su una moto militare come quelle degli anni ’40, progettate per resistere al gelo delle steppe e alla sabbia dei deserti, ma non certo adatte per fare acrobazie.

Un altro paio di curiosità: Steve McQueen insistette talmente tanto con la produzione per pilotare una moto almeno in una scena che alla fine fu accontentato. Camuffato da soldato tedesco l’attore insegue “se stesso”, cioè lo stuntman Bud Ekins, proprio nella sequenza prima del salto, che tra l’altro non era previsto nella sceneggiatura originale ma che fu suggerito al regista proprio da McQueen.

Pare inoltre che durante una pausa delle riprese, alcuni dei componenti della troupe e lo stesso Steve McQueen, andarono in libera uscita verso la città più vicina: la polizia tedesca aveva sistemato un posto di blocco e fermò quasi tutti per eccesso di velocità. Per ultimo l’attore, che venne redarguito così dal capo della polizia prima di essere portato in commissariato: “Complimenti sig. McQueen, oggi abbiamo fermato parecchi dei sui compagni, ma lei si aggiudica il premio per l’eccesso di velocità”.

Insomma, un uomo, un mito.

Appuntamento a martedì prossimo per un altro cult che vede protagonisti Clint Eastwwod e un’altra Triumph…

Ultime notizie