In motorino senza casco, botte da orbi a Bologna
Ci sono storie che passano inosservate, forse perchè non accadono in grandi città o forse perchè i protagonisti sono persone “comuni”. Ogni tanto queste storie “bucano” i media e vengono a galla situazioni quantomeno discutibili.
Vediamo di riassumere ciò che è succeso a Bologna, almeno secondo quanto riportato da varie fonti.
Il professor Bonaga, filosofo ed ex assessore della giunta di Bologna, per qualche tempo noto anche nelle riviste di “spetteguless” per essere stato il compagno di Alba Parietti, è stato fermato in via Rizzoli verso le 20.30 da una pattuglia di tre vigili di quartiere, perchè viaggiava in motorino senza casco. Secondo quanto dichiarato a Repubblica dallo stesso Bonaga, il filosofo aveva percorso sì e no 10 metri, a velocità bassissima, coi piedi per terra, e solo nella centralissima via Rizzoli.
Alla richiesta dei documenti da parte delle autorità, Bonaga è risultato sprovvisto sia di documenti di identità che di libretto di circolazione. E’ quindi subentrata come sanzione accessoria anche il sequestro ai fini di confisca del motorino. C’è da dire che su questo punto Bonaga si giustifica dicendo che “ho spiegato loro che stavo solo spostando lo scooter di 6 metri e che non avevo i documenti con me perche’ ero sotto casa”.
A questo punto sembra sia scattato il “patatrac”.
Il filosofo si è “in un certo senso opposto”, aggrappandosi al manubrio della moto, atto che Bonaga definisce come “resistenza passiva“, polemizzando senza insultare o alzare le mani.
I vigili hanno chiamato rinforzi, visto anche il folto pubblico accorso. Sono intervenute altre due pattuglie ed alla fine sono stati necessari ben otto agenti per far scendere dal motorino Bonaga, evidentemente con modi non proprio principeschi.
Bonaga è stato poi fatto sdraiare per terra, ammanettato e portato in Questura, dove è stato rilasciato dopo numerosi verbali.
La polemica è subito montata sui media locali. C’è chi si schiera a favore dell’ex assessore e chi a favore della polizia locale. Da una parte c’è chi parla di trattamento eccessivamente duro, evocando lo spettro di Guantanamo. Dall’altra c’è chi si mette nei panni degli agenti che hanno trovato una persona, non è detto che si debba per forza riconoscere un ex assessore, senza documenti, senza libretto di circolazione, senza casco e che si rifiuta di scendere dal mezzo: cosa avrebbero dovuto fare per convincerlo?
Non essendo stati presenti al fatto, non possiamo certamente dare ragione all’uno o all’altro. Una domanda però ce la poniamo anche noi. Non dovrebbero essere proprio i politici, quelli che le leggi (o le ordinanze) le fanno per davvero, a dare il “buon esempio”? Voi cosa ne dite?