MotoGP Mugello, gran pole di Pedrosa. Due Ducati nei primi quattro posti. Ma Rossi non c'è ...
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L’autodromo del Mugello oggi esalta davvero con qualifiche da applauso a scena aperta e che sul piano tecnico e del virtuosismo di guida pongono la MotoGP ai vertici di tutte le specialità del motociclismo. Questo, almeno nella top ten, è un motociclismo per palati raffinati, con moto-prototipi dalla tecnica esasperata e piloti capaci di domare potenze da big bang e velocità di oltre 350Kmh,
inimmaginabili fino a poco tempo addietro.
Spettacolo si voleva e spettacolo c’è stato, almeno oggi. Con la straordinaria pole di Dani Pedrosa che prima frantuma come un grissino il muro del’1 e 48, poi gratta giro dopo giro il muro del 47, fino allo stratosferico 1’47.284 davanti all’incavolato Lorenzo (fregato nel rusch finale dal serbatoio a secco…) e a un pimpante, pimpantissimo Barbera, per la prima volta in prima fila, con la sua Ducati “old time”.
Inutile girarci attorno: qui oggi al Mugello ci si aspettava il “miracolo” Rossi. Ma, evidentemente, Valentino non è più in grado di compiere miracoli. Quanto meno a queste condizioni, che pongono il binomio italiano più atteso ben lontano da una prestazione decorosa. Con il “privato” Barbera gran terzo e il quasi … appiedato (dalla Ducati) Hayden, bel quarto tempo, alla Ducati più che tempo di miracoli si apre il tempo delle domande, cui necessariamente va risposto.
Non si può aspettare la solita gara della domenica con il solito mediocre piazzamento di Rossi, spesso fortunoso, per tornare ai visi sorridenti. Il decimo tempo di Rossi (gap di un secondo e due) non ammette più coperture di nessun tipo: o Valentino, per pesante calo di tensione agonistica, non “apre” fino al limite di ciò che la Ducati oggi può dare, o Valentino non apre perché non “sente” la moto, guidandola da … separto in casa.
Spetta alla Ducati, ancor prima che al pilota, esprimersi chiaramente e indicare una via d’uscita. La storia e il valore sia del pilota pesarese che della Casa bolognese non consentono il prolungamento di questo stato di agonia.
Che dire ancora? Non è consueto Stoner in quinta posizione davanti a Crutchlow (volato via) e a Dovi, primo della terza fila, in piedi per miracolo. Male Spies, nono tempo, dopo l’ennesima caduta. Con l’aria che tira, anche sulla spinta di un mercato che si va completando, tutto può succedere domani in pista. Anche di assistere a una corsa-spettacolo.