Un ACE Cafè, grazie!

Di G. D'Ambrosio
Pubblicato il 16 feb 2007
Un ACE Cafè, grazie!



Uno dei miei sogni coscienti, costruiti fin da quando ero piccolo intorno ad una moto, consiste nel: prendere una moto italiana, indossare una giacca di pelle e un paio di jeans consumati ed arrivare all’ACE Cafè di Londra.
Non mi sono mai preoccupato del viaggio dall’Italia o magari di vivere li, il mio sogno partiva da quell’istante, dall’arrivo all’ACE: come ci fossi arrivato o perché mi trovavo li, non era importante.
Nutro molto simpatia per gli inglesi, basti pensare che il mio pilota preferito è Joey Dunlop, ma quello in cui vorrei sfidarli ora, signori miei è la goliardia, terreno a loro favorevole.
Da qui in poi capirete che per una sana provocazione, l’attenzione ai particolari è fondamentale, maniacale.
Anche un sordo s’accorgerebbe del mio accento non proprio inglese, e non penso che io mi sforzerei più di tanto per mascherare la mia provenienza.
Anzi, credo che tirar fuori un mandolino e poggiarlo di fianco a me, bene in vista sul bancone, aiuterebbe a farmi riconoscere.
Non che voglia proporre stereotipi dell’italianità, ma come dicevo prima si tratta di un sogno in ambito goliardico, (e poi cosa ci faccia io con un mandolino in Inghilterra, proprio non so dirvelo!)
A quel punto credo di aver attirato abbastanza l’attenzione, ma se non bastasse sarei pronto ad ordinare un bicchiere di Lambrusco.
Aspettandomi l’impreparazione dell’oste di fronte a quell’improbabile richiesta, sarei pronto a sfoderare, ancora dallo zaino, un fiaschetto di vino rosso, di quelli contornati di vimini per intenderci, nonché un piccolo bicchiere da osteria, macchiato di cloro a causa degli innumerevoli lavaggi subiti.
Diabolico vero?
(Almeno quanto Cattivik.)
Molto gentilmente, per invitarli al dialogo, offrirei del vino ai miei vicini, sapendo che tutta quella italianità mostrata finora, non potrà restare impunita agli occhi di un autentico motociclista inglese: “Un vero duro quel Capirossi, ha un fegato da ‘leone’. E Biaggi? Pennella le curve come Modigliani!” Non traduco perché sono certo che siete capaci di farlo da soli.
Evito di fare commenti sciovinisti su Valentino e Melandri perché sono molto apprezzati oltre manica, e quindi risulterebbero poco provocatori. Secondo voi cosa sto cercando di fare?
Ebbene si, nel sogno sto per battere il record del giro intorno all’ACE cafè, e mi sto procurando una sfida, un buon motivo e una discreta folla di inglesi infuriati e sbigottiti, davanti ai quali farlo. Accettata la sfida, causata da tanta millanteria e fanatismo, esco dall’Ace infilando i guanti di pelle: “Sputo sui cilindri dispari e tutti i semi manubri che hanno bisogno di attraversare il mare per arrivare sul continente!” (Parafrasando un testo di Joe Bar).
Il sogno finisce così, mentre do un paio di colpi di gas e faccio l’occhiolino ad una inglesina, prima di abbassare la visiera del casco, pronto a partire e affrontare l’asfalto umido di una grigia serata londinese.
Comunque vada, mi divertirei un casino!

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