Portimao, superpole a Sykes (e otto!). Biaggi e Melandri in agguato, puntano alla corsa e ... al titolo
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Il “traverso” finale a vita persa regala al funambolico e vulcanico Tom Sykes (Kawasaki) l’ottava splendida Superpole stagionale (1’41.415), a conferma non solo di una competitività sul giro secco di assoluto rilievo ma anche di una condizione psicologica ottimale per inserirsi nella partita ancora aperta per il titolo iridato.
Domani a Portimao, penultimo atto della stagione, nessuno dei tre contendenti – Biaggi, Melandri, Sykes – può permettersi un passo falso. Per le caratteristiche della sua Kawasaki, velocissima ma … mangiagomme, Sykes ha voluto tirare il collo ai suoi diretti avversari sin dalla Superpole, per soppesare il potenziale di Biaggi e di Melandri, inducendoli – mai dire mai – anche in un eventuale errore.
Ma né il pilota della Bmw né quello dell’Aprilia sono caduti nella trappola, limitandosi a prepararsi per la corsa, pur staccando crono di tutto rispetto: 1’42.015 (quarto tempo per il ravennate) e 1’42.140 (quinto tempo per il romano). Tant’è che davanti ai due italiani si è inserito un decisissimo Checa (secondo tempo, 1’41.780) – con una Ducati che sul tracciato portoghese non pare soffrire per i famosi 6 kg di zavorra – e il sempre convincente Laverty (terzo tempo, 1’41.789). Dopo i due italiani ci sono Haslam, Rea e Davies, che chiude la seconda fila. Solo decimo Giugliano (Ducati), 1’42.799.
L’Aprilia piazza tre moto nelle prime due file, due moto in prima fila. Non è poco, nella proiezione di una corsa al calor bianco, dove i giochi di squadra possono interferire nel risultato della corsa e, soprattutto, della classifica generale. Il miglior passo e il miglior assetto ce l’ha Biaggi, la cui Aprilia sembra aver avuto una ulteriore spinta dalle ultime migliorie, anche sul motore. Biaggi ha ancora qualcosa da tirar fuori in gara e, da vecchio volpone, non vuole lasciare niente di intentato, anche sul piano psicologico. Tocca a Melandri accendere i fuochi e fare una corsa d’attacco, sapendo che le due cadute del Nurburgring sono state una mazzata, un’ombra pesante che non è facile scrollarsi di dosso.
E’ una corsa da non perdere, con possibili colpi di scena, decisivi per l’assegnazione del titolo. Il meteo potrebbe metterci lo zampino: in caso di pioggia, ogni pronostico salta e in quel caso, chi sta peggio è proprio Biaggi.