Sbk Portimao, Biaggi ha (quasi) il titolo in tasca. Jella per Sykes. Ko di Melandri.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 23 set 2012
Sbk Portimao, Biaggi ha (quasi) il titolo in tasca. Jella per Sykes. Ko di Melandri.


Sì, è l’anno di Max Biaggi: Portimao non chiude matematicamente la lotta per il mondiale (Max a quota 347, 30,5 punti di vantaggio su Sykes e 38,5 punti su Melandri) ma permette al “corsaro” di ipotecare il titolo, essendoci ancora in palio solo gli ultimi 50 punti dell’ultima corsa il 7 ottobre a Magny Course.

Il campione romano ha adesso la concreta possibilità di aggiungere la sua seconda stella iridata nelle derivate di serie, la sesta, con i quattro titoli nella 250 GP, a suggello di una carriera straordinaria di un campione molto discusso, ma indubbiamente un fuoriclasse che ha segnato e segna la storia del motociclismo.

A Portimao, come avevamo previsto ieri, è arrivata la svolta decisiva che chiude di fatto in anticipo questo avvincente mondiale, perché solo un miracolo può adesso ribaltarne il risultato finale.

C’è una domanda: Max aiutato dalla fortuna in questo rocambolesco GP di Portogallo? Forse è più corretto parlare della sfortuna dei due più diretti avversari del campione romano, soprattutto della guigne a danno di Sykes (rottura del motore della sua Kawasaki all’inizio di gara due dopo il trionfo di gara uno), anche perché il nuovo ko di Melandri è venuto a seguito di un errore del pilota della Bmw ai primi km di gara uno. Questa è la dura legge delle corse.

Biaggi e l’Aprilia (oggi in festa anche per la prima vittoria dell’ottimo Laverty) non hanno rubato niente, meritano con la fanfara questo titolo iridato perché, al di là della indiscutibile tabellina dei numeri, sono stati capaci di interpretare alla grande una stagione difficile con numerosi e qualificatissimi competitori, dimostrando una maturità tattica e strategica, sul piano tecnico e agonistico, capace di smontare alla fine le velleità degli avversari, cui va però l’onore delle armi.

Melandri e la Bmw sono cresciuti fino a lottare per il titolo. Purtroppo il campione ravennate ha dimostrato limiti di tenuta, anche psicologica, con tre cadute consecutive nelle due ultime decisive corse del Nurburgring e di Portimao. Anche il binomio Sykes-Kawasaki è cresciuto altrettanto forte, dimostrando – 3 vittorie e otto pole position – una competitività impensabile fino all’anno scorso.

Le quattro cilindri Aprilia, Bmw, Kawasaki Honda compresa, molto meno la Suzuki – hanno allungato rispetto alla Ducati, con una bicilindrica sempre di tutto rispetto, ma indubbiamente nella sua fase calante. Con Biaggi vince ancora la vecchia guardia, ma i “giovani leoni” bussano forte e non è difficile pensare a un 2013 di svolta. Biaggi, senatore d’acciaio, permettendo.

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