Multe: il nuovo Codice Stradale consente il pagamento a rate
Il nuovo Codice Stradale viene incontro agli automobilisti e ai motociclisti sanzionati, consentendo di pagare le multe più salate in rate.
Sappiamo tutti come la grave crisi economica stia interessando tutti i settori. E ne siamo ancora più consapevoli dopo quest’ultima notizia, che rassicurerà di certo chi ha paura delle multe salate. Il nuovo Codice Stradale ha subito un’importante modifica che viene incontro alle tasche dei motociclisti e degli automobilisti più distratti, permettendo a questi ultimi di poter pagare la contravvenzione in comode rate.
Il pagamento della contravvenzione può essere ripartito fino ad un massimo di 12 rate se l’importo dovuto non supera i 2mila euro, fino ad un massimo di 24 rate se l’importo dovuto non supera i 5mila euro, fino ad un massimo di 60 rate se l’importo dovuto supera 5mila euro (e l’importo di ogni quota non può essere inferiore a 100 euro). La rateazione dev’essere riportata sul verbale della contravvenzione, dove l’importo dev’essere superiore ai 200 euro.
Entro 30 giorni dalla contestazione, il soggetto interessato deve presentare l’istanza al Prefetto, se la violazione e’ stata accertata da funzionari dello stato, oppure al Presidente della Giunta Regionale o della Provincia, o al Sindaco del proprio comune, se la sanzione e’ stata comminata da funzionari di quegli enti.
Bisogna però tenere d’occhio quanto segue: “la presentazione dell’istanza implica, di fatto, la rinuncia ad avvalersi della facolta’ di ricorso al Prefetto ai sensi dell’Art. 203 del Codice della Strada, oppure al Giudice di Pace, ai sensi del Dlg. 01/09/2011, n. 150.” Inoltre, può avvalersi di tale rateazione solo chi è titolare di un reddito imponibile che non superi i 10.600 euro (tenendo conto dell’ultima dichiarazione dei redditi).
Se l’automobilista interessato convive con il coniuge o con altri familiari, il reddito sarà dedotto dalla somma delle entrate conseguite nel periodo da ogni componente della famiglia, compreso l’istante e i limiti di reddito elevati di 1000 euro per ognuno dei familiari conviventi. Sulle somme “pattuite” si applicano naturalmente gli interessi al tasso previsto dall’Art. 21, del DPR 29/9/1973, n. 602 e successive modifiche, pari al 4,5% annuo. In caso di mancato pagamento della prima rata o di 2 rate in successione, l’automobilista moroso decade automaticamente dal “beneficio”.
Uno spiraglio di luce dunque per i cittadini che, oltre a dover pagare le tante tasse, si ritrova – per sbaglio o giustamente – a dover pagare salatissime multe inerenti al Codice Stradale. Voi cosa ne pensate?