Intervista a Nicola Dutto, il campione italiano che non si è mai arreso
Abbiamo avuto la splendida occasione d'intervistare Nicola Dutto, il pilota enduro che, in seguito ad un incidente, ha perso l'uso delle gambe ma mai la voglia di vivere. Quest'anno è tornato in sella ed ha concluso benissimo la Baja Aragon 2012 e adesso si prepara ad affrontare nuove sfide.
Chi segue il mondo del fuoristrada e dell’enduro da tempo, conoscerà sicuramente Nicola Dutto. Il suo nome è legato dal profondo al mondo delle gare off-road più dure, dove si è da soli contro il tempo. Nicola, cuneense D.O.C., ha voluto approfondire questa sua passione e negli anni ha avuto modo di partecipare e vincere alcune delle Baja più importanti al mondo.
Nel 2004 e nel 2006 vince il titolo nel Campionato Spagnolo Rally T.T., gareggiando contro piloti del calibro di Marc Coma, Isidre Esteve e Nani Roma, mentre nel 2007 si trasferisce in Messico per conoscere ancora meglio le origini di questa durissima disciplina affrontando la Baja California. Termina con il quarto posto assoluto lo Scorre International Desert Off Road Championship, e la sua fama di ottimo pilota cresce in tutto il mondo e rende Nicola un punto di riferimento per i giovani piloti che vogliono affrontare questa durissima disciplina.
Il 20 Marzo 2010, durante l’Italian Baja, Nicola incappa in una bruttissima caduta che lo costringe a raggiungere in fretta l’ospedale più vicino. Il responso dei medici è un durissimo colpo per Nicola e la sua famiglia: oltre alle varie fratture in varie parti del corpo, Nicola ha riportato una paralegia d7 completa in politrauma che relegherà il pilota alla sedia a rotelle. Nonostante la tragica notizia, Nicola non si da’ per vinto, anzi: durante la convalescenza ha capito che poteva continuare la sua solita vita ed affrontare nuove avventure, bastava solo la voglia di farlo e il tempo necessario a rimettersi in forze!
Così Nicola, accompagnato da sua moglie e dai suoi inseparabili amici, si rimette in gioco e torna sullo sterrato con quattro ruote, su una Polaris RZR 800. Con questo mezzo, modificato per le sue esigenze, Nicola ha affrontato la Baja 1000, che però ha dovuto abbandonare dopo parecchi chilometri sulle spalle a causa delle rottura delle cinghia che lo ha bloccato in piena gara in mezzo al fango.
Anche qui, Nicola non si è arreso e ha preso questa “sconfitta” come ottimo spunto per ripartire per una nuova avventura, questa volta togliendo però…due ruote! Proprio così, al pilota cuneese mancava troppo la moto e, nonostante le sue condizioni fisiche, ha voluto provare a risalire in sella modificando una moto per le sue esigenze.
E proprio in sella alla Suzuki RMX 450 X del Team Bordone Ferrari, Nicola ha affrontato e portato a termine la Baja Aragon 2012 in Spagna, riscuotendo grandissima ammirazione e successo tra i suoi piloti e fan da tutto il mondo. Gli ottimi risultati ottenuti in Spagna, hanno spinto Nicola a continuare con il suo sogno e a tentare nuove sfide, ancora più dure ma non impossibili da affrontare.
Lasciamo dunque che sia lui a raccontarci com’è andata e come si sta preparando per la prossima avventura.
L’intervista
Nicola, durante l’ultimo appuntamento in sella al Baja 2012 a luglio in Spagna, hai conseguito un ottimo risultato, una performance che ha insegnato tanto e ha saputo emozionare. Come hai vissuto questa avventura?
Per me è come se il tempo si fosse fermato nel 2010, il giorno dell’incidente, e ripartito quando sono risalito in moto, è stato bello perche ho corso senza pressioni ed ho solo pensato a divertirmi.
Abbiamo visto che eri circondato da amici che sono stati una delle colonne portanti di quest’avventura. C’è qualcuno di loro che ti ha aiutato più di tutti? In famiglia, dopo l’incidente, come hanno preso questa tua scelta di tornare alla gare?
Tutti i miei amici hanno contribuito in egual modo, in famiglia mia moglie Elena mi ha sostenuto con forza e non ha mai smesso di credere in me…soprattutto vedendo in me l’atleta e non il disabile. Senza commiserazione
Per quanto riguarda il Team Bordone Ferrari, in che modo hanno contribuito a questo tuo ritorno alle gare e com’è nato il vostro rapporto di collaborazione?
Non sono mai uscito dal mio mondo ed alla festa per il del Team dalla Dakar, ho parlato della mia idea a Renato che ha entusisticamente sposato il mio progetto… anche loro mi hanno trattato da atleta.
I meccanici del Team hanno preparato per te una Suzuki. Come hanno modificato per le tue esigenze questa moto che hai utilizzato per la Baja di Aragon?
Il minimo indispensabile, non volevo che la moto fosse stravolta. L’unica cosa realizzata su misura è il roll-bar protettivo ed il sellino. In commercio si trovano normalmente la frizione automatica, il selettore del cambio elettrico ed il kit per portare il freno posteriore al manubrio
Quest’avventura in Spagna ti ha sicuramente fortificato e permesso di guardare positivamente al futuro. Cosa c’è ora nel futuro di Nicola Dutto? Quali saranno le prossime gare?
Dal 12 al 17 Novembre sarò alla Baja 1000 mentre nel 2013 è molto probabile che mi schiererò al via della Baja 500 in Baja California e nuovamente alla Baja spagnola di Aragon
Oltre tua moglie e i tuoi amici, sai già quale Team ti accompagnerà in queste tue prossime avventure?
Sto definendo proprio in questi giorni il 2013, quindi per scaramanzia forse è meglio non parlarne…
La tua presenza in gara, certamente da atleta, suscita grande ammirazione viste le condizioni in cui corri e il modo in cui riesci ad affrontare e portare a termine le prove. Tanti motociclisti sono purtroppo stati vittime di brutti incidenti e adesso sono relegati a stare su una sedia a rotelle. Qual’è stato il motivo che ti ha spinto a tornare in sella e cosa vuoi comunicare a chi purtroppo crede di aver perduto ogni possibilità di tornare in sella?
Bhe guarda, io non mi sento in grado di dare consigli o messaggi perché affrontare un problema del genere è una cosa talmente personale che è difficile porsi su un piedistallo e dar consigli agli altri. L’unica cosa che mi sento di dire è che non ci sono vie d’uscita, si hanno due possibilità solamente: o piangersi addosso o reagire, ed ognuno può farlo nel modo più congeniale e personale. Io son solo tornato a fare il mio lavoro.
Con tanta ammirazione dentro e profonda stima per questo Campione che non ha mai smesso di credere in se, salutiamo Nicola e gli facciamo il nostro grande in bocca al lupo per le sue sfide future, sperando di poterlo incontrare presto e farci raccontare come ha affrontato queste sue avventure!